25. JACE

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Appena usciti dagli spogliatoi io e i ragazzi andiamo dritti verso la pista, pronti per iniziare l'allenamento.

Dopo due settimane a riposo, o per così dire, non vedo l'ora di ricominciare. Questi giorni sono stati una tortura sotto tanti aspetti, ma il peggiore è stato decisamente il non potermi allenare. Stare sul ghiaccio mi regala una pace interiore come niente altro riesce a fare, una sensazione che mi è mancata come l'aria dopo l'infortunio.

Non appena metto piede in pista, seguito a ruota dalla squadra al completo, non posso evitare di accennare un sorriso.

Finalmente.

Quando Taylor mi raggiunge, noto uno strano sorriso comparire anche sul suo volto «Guarda un po' chi c'è» commenta, fin troppo estatico. Per un attimo credo che sia solo felice per il sottoscritto, ma poi capisco che non è così. La sua espressione si illumina e il suo sguardo mi scavalca del tutto, neanche fossi invisibile, concentrandosi su qualcosa alle mie spalle.
No, non sta decisamente parlando con me.

Luke solleva il braccio e lo sventola in aria, raggiungendoci a sua volta insieme a Dean. Entrambi più felici di qualche attimo fa mentre esclamano: «Alex, da questa parte!» 

Chiudo gli occhi.
No. Non è vero.
Mi rifiuto di sentire il suo nome anche adesso, nel mio momento felice.

Rilassati, te lo sei solo immaginato, mi illude una vocina nella testa.

Prendendo un respiro profondo per farmi forza, apro gli occhi e mi giro.

Bene.
Addio momento felice.

Senza poter fare altro che restarmene in silenzio e trattenere le imprecazioni, osservo Alex venire verso di noi. Pattina in modo così aggraziato che sembra fluttuare nell'aria mentre azzera lo spazio tra lei e noi, muovendo le gambe snelle in movimenti perfetti. Dio... le sue gambe. Ho sempre avuto un debole per i leggings, ma vederli su di lei in questo momento mi fa un effetto totalmente diverso. Nonostante i miei tentativi, fatico a distogliere lo sguardo anche quando ci raggiunge, fermandosi a meno di un metro di distanza.

Vicina.
Sei troppo vicina.

Togliendosi le cuffiette e lasciandole ricadere sulle spalle, Alex si apre in un sorriso mortificato «Scusate ragazzi, credo di aver perso la cognizione del tempo» ammette, passandosi una mano sul viso imperlato di sudore «Giuro che ora mi tolgo dalle palle»

I ragazzi ridacchiano e Taylor le mette un braccio attorno al collo «Non dire cazzate» dichiara, tirandole leggermente la coda bionda e guadagnandosi una gomitata nel fianco «Da quello che vedo sembra che tu sia più in forma di molti dei nostri compagni» le fa notare, una vena non troppo ironica nella voce «Non è che vorresti far parte della squadra?» le chiede poi con una risata.

Luke e Dean gli fanno eco, ridendo di quella triste verità. Ma non io. Io non faccio altro che fissare la lunga coda bionda di Alex e la mano di Taylor, ancora posata sulla sua spalla. Il gesto del mio amico non dovrebbe darmi alcun fastidio, eppure, per qualche motivo, le mie dita cominciano a prudere. La mia mente ritorna a quella sera, al Red Ink, quando era la mia di mano ad essere immersa nei suoi capelli. Sin dal primo momento in cui li ho visti, quando ancora non c'era tutto questo astio tra di noi, ho fantasticato di poterli tirare. Purtroppo per me, l'unica volta che ne ho avuto l'occasione è stato tutto così veloce che non ho avuto il tempo di assaporarmelo. Non come avrei voluto almeno.

C'è qualcosa di perverso in qual gesto. Un attimo così pieno di odio reciproco, tensione e rabbia repressa, che l'idea che sia qualcun altro ad avere questo privilegio mi manda fuori di testa. La parte malata dentro di me sa con certezza che se si trattasse di qualcun altro e non di Taylor, gli avrei già tagliato la mano.

PROVA AD ODIARMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora