21. JACE

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Mentre sfoglio il libro di letteratura in cerca del prossimo argomento da ripassare, non posso evitare di sentirmi osservato. Con la coda dell'occhio lancio un avvertimento silenzioso ad Alex che però, ovviamente, non coglie.

«Muovi sempre le labbra quando leggi?» la domanda le esce di colpo, come se non fosse riuscita a fermarsi in tempo. Non che di solito sia una cosa che le riesce.

Con la testa ancora china sul libro, sospiro lentamente «E tu devi sempre commentare tutto quello che vedi?»

«No» dichiara spontanea, stringendosi nelle spalle «Sulla maglietta non ho detto niente»

Quando mi giro verso di lei, un sorrisetto sornione prende forma sul suo viso.
Mi trattengo dall'abbassare lo sguardo sulla mia t-shirt di Iron Man e sollevo un sopracciglio.

«Sentiamo, cos'ha che non va?»

«Niente niente» si affretta a rispondere, trattenendo a stento una risatina «Solo che non ti facevo un nerd»

«Ci sono molte cose che non sai di me» ribatto con nonchalance «Come il fatto che detesto essere interrotto per delle stupidaggini» percependo la prossima battutina in arrivo, sollevo una mano in aria «Ora che il tuo tentativo di distrarmi può considerarsi concluso, prendi il libro e vai a pagina sessantaquattro»

La bocca di Alex rimane socchiusa ben poco, prima si spalancarsi ed emettere un acuto particolarmente fastidioso.

«Andiamo, ti chiedo solo una pausa di cinque minuti!» si lamenta, massaggiandosi le tempie in modo teatrale «Mi scoppia la testa»

Fingo di pensarci per un momento. Poi raddrizzo la schiena. «No»

La speranza svanisce dai suoi occhi mentre comincia a rendersi conto che non l'avrà vinta facilmente «Ti preeego» supplica, le mani giunte come in una preghiera ridicola «Prometto che non chiederò più niente fino alla fine della lezione»

«D'accordo» dichiaro di colpo, straziato dalle sue lagne «Ma solo se risponderai correttamente ad una domanda» sollevo il mento e la guardo. Nemmeno a me piace questa tortura chiamata "ripetizioni", ma per qualche motivo mi rifiuto di darle quello che vuole. Che vorrei anch'io, in effetti.

Alex raddrizza colpo le spalle, imitando il mio gesto «Ci sto»

Mi prendo qualche secondo per pensare. Dev'essere qualcosa di difficile, ma non troppo... in fondo ho bisogno anch'io di questa pausa. Mi passo l'indice sulla guancia e rifletto. Poi, di colpo, l'illuminazione.

Afferro la matita dal libro che ho davanti e, tenendola tra medio e pollice, comincio a farla girare sulle dita «Come mai Amleto rifiuta l'amore di Ofelia? E che conseguenze ha questa azione?»

Con mia sorpresa, Alex non esita neanche un momento prima di rispondere «Allora, Amleto rifiuta il suo amore per...» la sua espressione si piega in una smorfia indignata «Ehi, ma queste sono due domande!»

Non mi muovo di un millimetro. Mi limito solo a guardarla, in completo silenzio.
Sto ancora giocando con la matita quando Alex decide di arrendersi.

«Amleto rifiuta l'amore di Ofelia perché tutte le donne intorno a lui lo hanno sempre deluso» dichiara sicura, sistemandosi meglio sulla poltrona «Inoltre, è perseguitato dal fantasma del padre e vuole confondere i nemici per vendicarne la morte» la sua voce è priva di ogni incertezza mentre prosegue «Tutto ciò spinge Ofelia in uno stato di follia che la porterà a togliersi la vita» conclude infine. Riassuntiva, ma efficace. Il tipo di risposta che riesce a dare solo chi ha capito davvero la storia.

Le mie dita si fermano improvvisamente. L'espressione congelata a metà tra due emozioni che non posso proprio mostrare. Una parte di me è stranamente orgogliosa che Alex sia finalmente riuscita a capirci qualcosa, ma l'altra... l'altra è irritata a prescindere. Come se qualcosa nel mio cervello mi obbligasse a ricordarmi chi ho davanti e perché io non possa mostrarle quello che sono davvero.

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