Finita l'ora di letteratura mi alzo dalla sedia con una lentezza esagerata, completamente abbattuta.
Il professor Anderson ci ha comunicato gli esiti dell'ultimo esame e per quanto io abbia sperato di arrivare almeno alla sufficienza, dovevo immaginare che non sarebbe stato così.
Sono sempre andata bene in tutte le materie, in qualunque scuola, ma la letteratura proprio non mi va giù. Non vedo per quale ragione sia necessario studiare un mucchio di racconti di autori disperati per il loro amore perduto o per qualche altro problema gli passasse per la testa. Insomma, è davvero così rilevante? A cosa mai potrà servirmi in futuro?
Sistemo la borsa sulla spalla, afferrando il libro che stiamo analizzando e il mio pessimo esame prima di attraversare l'aula a passo strascicato.
Sto ancora cercando di trovare una soluzione al mio problema quando esco dalla classe e vado a sbattere contro qualcuno.
Le scuse che mi si stavano formando sulla lingua svaniscono di colpo quando mi scontro con un paio di occhi azzurri.
Jace fa un passo indietro e il fastidio sul suo volto aumenta ancora di più.
«Acida e pure maldestra» dice secco, spazzolandosi la maglia con le mani come se l'idea di avermi toccato lo inorridisse «Sembra che tu sia piena di fantastiche qualità»
Nonostante il momento, non mi serve sforzarmi più di tanto per sfoggiare la peggiore espressione schifata che ho nel repertorio.
«Fammi pensare» comincio, osservandolo dall'alto in basso con totale apatia «Egocentrico, strafottente, irritante, egoista...» elenco tutti le sue "qualità" sulle della mano libera «... Superficiale, presuntuoso e... pensi che possa bastare?» domando ironica, rivolgendogli un sorriso sadico «Perché posso andare avanti tutto il giorno se vuoi»
È chiaro che ci stia mettendo tutto sé stesso per non digrignare i denti, eppure vedo la sua mascella tendersi leggermente mentre mi fissa con l'ira negli occhi. Un fuoco che arde senza controllo, in netto contrasto con l'azzurro freddo delle sue iridi.
«Come ti permetti di parlargli così?»
Una voce fastidiosa rompe la bolla di silenzio che avevamo creato, riportandomi alla realtà in tempo per vedere una ragazza dai lunghi capelli castani fare un passo avanti. Il vestito che indossa è a dir poco assurdo per il luogo in cui ci troviamo ma la cosa non sembra importarle un granché mentre incrocia le braccia, facendo ballare il seno prosperoso in modo sicuramente volontario.
Rimettendo un po' di spazio tra me e le sue tette, mi sforzo di non ridere «Non sapevo che avessi la guardia del corpo» affermo, rivolgendomi direttamente a Jace con una smorfia divertita.
Lo sguardo che mi riserva è carico di sfida, ma prima che possa aprire la bocca per ribattere la mora fastidiosa decide di intromettersi di nuovo.
«Jace è occupato con me adesso, trovatene un altro» dichiara seria. Così tanto, che quando alza il mento con aria solenne non posso evitare di scoppiare a ridere.
Il viso di Jace viene attraversato da una miriade di emozioni. Tutte negative a giudicare dalla linea tesa che formano le sue labbra. Eppure non riesco a fermarmi.
La mia risata è talmente fragorosa che nel piegarmi in avanti il libro di letteratura mi scivola dalle mani, schiantandosi per terra. Seguito subito dopo dal foglio del mio esame, che svolazza ai miei piedi e... cade a faccia in su. Il voto rosso perfettamente in vista.
Smetto di ridere all'istante e mi chino per raccogliere entrambi, ma ormai è troppo tardi. Jace lo ha visto. E ne ho la conferma non appena mi rimetto in piedi.
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PROVA AD ODIARMI
RomansaJace Evans è il playboy per antonomasia. Biondo, occhi azzurri come il ghiaccio e stella della squadra di Hockey della scuola. Uno schiocco delle dita e qualunque ragazza cade ai suoi piedi, estasiata di provare l'esperienza migliore della sua vita...