8. ALEX

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La grande biblioteca dell'università non mi è mai sembrata così asfissiante come oggi.
Sto provando con tutta me stessa a concentrarmi sulla materia, lo giuro, ma tra il mio già inesistente interesse e la faccia tosta che mi ritrovo davanti, è davvero impossibile.

«Facciamo così» gli occhi nocciola viscido del tutor scivolano di nuovo sul mio petto mentre si fa passare la lingua sul labbro inferiore «Se riesci a spiegarmi questo paragrafo ti ricompenserò con un premio» dice, piegando la testa di lato e sorridendomi in modo lascivo.

Alzo un sopracciglio, per un momento interdetta dalla sua sfacciataggine. In effetti avrei dovuto aspettarmelo dal momento stesso in cui ho messo il culo su questa sedia.

Durante l'ultima settimana ho fatto lezione con più di cinque tutor diversi, ma non c'è stato niente da fare. Erano uno peggio dell'altro. E con questo mi riferisco ad ambo i sessi. I ragazzi, come quello che ho di fronte ora, erano troppo presi dal mio aspetto per aiutarmi veramente, e le ragazze, sempre in competizione e piene di invidia, erano talmente acide da farmi saltare i nervi.

Non posso trattenere una smorfia di puro disgusto «Dimmi un cosa» dico, avvicinandomi al tavolo «Ti sembro per caso un cane?» il suo viso assume di colpo un'espressione maliziosa, quindi alzo una mano in aria «Lascia stare, non rispondere»

Jeremy, o almeno credo sia quello il suo nome, finge un broncio esagerato «Non sai nemmeno cosa stavo per dire»

Alzo gli occhi al cielo «Scommettiamo?»

Tutto nel suo atteggiamento urla "bambino viziato", e la cosa mi da' veramente sui nervi. Nonostante la Briar sia un'università pubblica, la quantità di gente con la puzza sotto il naso supera di gran lunga quella di un College privato.

«Sai, fai un po' troppo la saputella per essere una che non riesce a ricordare nemmeno il verso su cui stiamo da ore» dichiara impettito e fin troppo compiaciuto. Probabilmente perché crede di aver colpito nel segno.

Poverino.
Non sa che sono io quella che sta per colpirlo.

«E tu sei un po' troppo adulto per comportarti come uno che non ha mai visto un paio di tette» ribatto con un sorriso, lasciando che una piccola risata mi solletichi la gola. Vuoi distruggere un uomo? Fai a pezzi il suo ego. «Direi che siamo pari... ma il tuo caso è decisamente più imbarazzante»

Se non rischiassi di farmi rompere il telefono, lo tirerei fuori solo per immortalare la sua faccia con una bella foto.
Posso vedere gli ingranaggi del suo minuscolo cervellino arrovellarsi per trovare le parole, e per un attimo credo che non ce la farà. Invece, purtroppo per me, apre di nuovo la bocca.

«Chi ti credi di essere?» la sua voce è leggermente stridula mentre cerca di ricomporsi «Certo che ho visto un paio di tette...»

Abbassando lo sguardo sulle mie unghie, fingo di osservarmi lo smalto. Oggi è di un bel blu intenso, lo stesso colore che hanno le sue palle in questo momento, ne sono certa. «Quelle di tua sorella e di tua madre non valgono»

Il suo viso si accende di rabbia pura, passando in rassegna ogni sfumatura di rosso «Tu non... tu non sai niente» balbetta, in preda alla stizza, prima di lanciarmi uno sguardo irritato «Ma quello che so io, è che tu non supererai mai questo esame senza di me.» dichiara soddisfatto «Poco ma sicuro»

Sto per rispondere alla sua pseudo minaccia quando alzo lo sguardo e qualcosa cattura la mia attenzione. Il professor Anderson sta camminando tra i tavoli in fondo alla biblioteca, e sembra abbastanza di fretta. Devo alzarmi subito. Non posso permettere che se ne vada prima di riuscire a parlargli.

Riportando l'attenzione sul viscido tutor, piego la testa di lato «Sai che c'è Jeremy?»

«Justin» mi corregge con un ringhio.

PROVA AD ODIARMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora