«Alex» la voce che pronuncia il mio nome si infiltra nella mia mente contro la mia volontà «Siamo arrivati»
Con la velocità di movimento che potrebbe fare concorrenza ad un bradipo, mi sistemo meglio sul comodo sedile di pelle. La testa appoggiata al mio braccio, usato come cuscino, ancora schiacciato contro il finestrino.
È solo un sogno, continua a dormire.
Eppure non riesco a togliermi di dosso la sensazione che qualcuno mi stia guardando. Raggomitolandomi ancora di più su me stessa, cerco di scacciare quel pensiero ridicolo.
«Senti bimba, non abbiamo tempo per giocare alla bella addormentata adesso»
Delle dita agili e delicate mi sforano il fianco, facendo scattare la cintura di sicurezza e togliendomela di dosso. Lentamente, mi decido ad aprire gli occhi. La luce del tramonto mi investe di colpo, costringendomi a socchiudere le palpebre.
Ci metto qualche istante prima di ricordarmi dove sono. E soprattutto, con chi.
Il giorno dell'evento è arrivato, ed io non sono pronta nemmeno a scendere dalla macchina.«Buongiorno» con estrema pigrizia mi volto verso sinistra ed inquadro il viso di Jace, ora piegato in una smorfia «Il viaggio è stato di suo gradimento signorina Cowell?» il suo tono è carico di sarcasmo e fastidio. Il solito, insomma.
Approfittando dello spazio esagerato della macchina, allungo le gambe e mi stiracchio «Abbastanza» affermo con uno sbadiglio «Se escludiamo la tua voce e le turbolenze continue» aggiungo poi «Sai, quando si guida bisognerebbe cercare di evitarle le buche, non provare a prenderle tutte»
Mentre mi guarda, le sopracciglia di Jace scattano verso l'alto «La mia guida è perfetta» asserisce indignato «Eri tu che continuavi a muoverti come se avessi avuto una pigna sotto il culo»
Alle sue parole, storco il naso. In effetti il mio pisolino è stato parecchio disturbato. Pensavo che fosse dovuto alla sua guida, ma devo ammettere che per una volta Jace sembri davvero sincero. In più, non credo proprio che con una macchina del genere si diverta a rischiare una gomma bucata o altri danni seri.
«Se lo dici tu» comunque siano andate le cose, non mi va di fargli sapere che gli credo «Probabilmente è solo colpa della tua esistenza»
Il biondo si apre in un ghigno, le mani ancora sul volante e gli occhi puntati su di me «Quindi ammetti che ti faccio un certo effetto»
Questa volta, non ho alcuna esitazione.
«Esatto Jace» dico melensa, inumidendomi le labbra e ricambiando il sorriso malizioso «Sei la mia pigna sotto il culo»
Mi aspettavo che la battuta lo facesse in qualche modo incavolare, ma a quanto pare devo smetterla di cercare di prevedere le sue reazioni. Jace è imprevedibile, e sembra che gli piaccia ricordarmelo ogni giorno. Come adesso, che invece di insultarmi a sua volta, si morde l'interno guancia ed emette una risata sommessa, quasi si stesse trattenendo dal rispondere con una delle sue frecciatine a tema sessuale. In effetti, non mi stupirei affatto se lo facesse.
Mi sto già preparando ad un'ipotetica risposta pungente quando Jace si slaccia la cintura ed esce dalla macchina, lasciando cadere la conversazione.
Un po' sorpresa, mi affretto a fare lo stesso. Una volta fuori dal veicolo, mi fermo ad osservare l'imponente struttura davanti a noi. Più che un Hotel sembra un fottuto castello delle favole. Dalla mia posizione riesco solo a scorgere un piccolo scorcio dei giardini che lo circondano, ma quel pezzo di visuale è sufficiente a strabiliarmi. Una cosa è certa: se non sapessi di cosa si tratta, penserei che si tratti di un museo di qualche tipo. La facciata ha quel nonsochè di vintage, che ricorda molto le antiche ville del 1800. L'entrata è stata rimodernata da poco, ed il mix tra vecchio e il nuovo si sposa davvero in modo perfetto.
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PROVA AD ODIARMI
RomanceJace Evans è il playboy per antonomasia. Biondo, occhi azzurri come il ghiaccio e stella della squadra di Hockey della scuola. Uno schiocco delle dita e qualunque ragazza cade ai suoi piedi, estasiata di provare l'esperienza migliore della sua vita...