12. ALEX

1.9K 113 71
                                    

Finiti gli esercizi di defaticamento faccio un altro paio di giri sul ghiaccio, inspirando l'aria frizzante della sera e attendendo che il mio cuore ritorni a battere ad un ritmo regolare.

Adoro allenarmi la sera tardi, quando non c'è nessuno. L'unico rumore che sento è quello delle lame dei miei pattini che scivolano sulla pista, e onestamente non credo esista sinfonia migliore di questa.

Trascorsi altri dieci minuti decido che è arrivato il momento di andare, e con uno sforzo più grande del previsto mi dirigo verso bordo pista.

Quando i piedi tornano a toccare terra, atterrando sul pavimento ricoperto di gomma antiscivolo, non posso trattenermi dallo sbuffare. La sensazione di pesantezza che mi assale ogni volta che compio quest'azione non mi piace per niente. È come tornare alle realtà.  Quando ero piccola dicevo a mio padre che mi sembrava di essere un uccellino a cui avevano legato le ali, e tuttora non credo di aver trovato un modo migliore per spiegare questa sensazione a chi non l'ha mai provata.

Scuoto la testa e mi lascio cadere sulla panchina più vicina, procedendo a slacciarmi i pattini per poi rimetterli nel borsone. Nel farlo, noto qualcosa di strano sul fondo e lo afferro, a dir poco sorpresa. Si può sapere cosa cavolo ci fa un'albicocca nel mio borsone degli allenamenti? Dio, in questi giorni devo assolutamente rimettere un po' di ordine qui dentro.

Nell'ultimo periodo sono diventata ancora più disordinata del solito, e la cosa sta iniziando a sfuggirmi di mano. Qualche giorno fa Hailey ha trovato il mio spazzolino dentro il contenitore degli assorbenti, e io non avevo la più pallida idea di come o quando ci fosse finito. Ma del resto sono sempre stata così: quando nella mia testa c'è casino, questo si riflette anche su quello che mi circonda.
E dalle condizioni della mia camera... beh, non penso di non dover aggiungere altro.

Mentre torno verso il dormitorio, che dista appena un chilometro dalla pista di pattinaggio, decido di ascoltare della musica. Fuori è buio pesto, ma per essere novembre non fa ancora abbastanza freddo da obbligarmi a chiudere la giacca. L'aria è ancora discretamente tiepida, anche se ho la sensazione che non passerà molto prima che l'inverno si abbatta su di noi, ricoprendo tutto di neve fresca e temperature glaciali.

Sto ancora canticchiando quando arrivo sulla soglia della mia stanza e apro la porta.

Non faccio in tempo a mettere piede dentro la camera che Hailey si gira verso di me, dicendo qualcosa che però non riesco a sentire. Attendo ancora un secondo prima di togliermi una cuffietta alla volta, ascoltando "Cruel Summer" di Taylor Swift abbandonare bruscamente le mie orecchie.

«Cosa?» chiedo alla mia amica, guardandola saltare giù dal mio letto per venirmi incontro.

«Scusa, non ho saputo resistere» dichiara con aria leggermente pentita.

Mollando il borsone vicino all'entrata, sollevo un sopracciglio «Non ti seguo» dico, togliendomi la giacca e lanciandola sulla sedia della piccola scrivania «Per cosa ti stai scusando di preciso?»

«Ti è arrivato un pacco» spiega Hailey, facendosi da parte per indicare un punto preciso «Era così infiocchettato che ho dovuto dargli una sbirciatina» mentre mi trascina verso il letto sono più confusa che mai «Ascolta, io non me ne intendo di vestiti» ammette, alzando le mani per aria «Ma credo che questo abito costi un occhio della testa. Mi vuoi dire chi è che ti manda un Versace come se si trattasse di un pacchetto di caramelle?»

PROVA AD ODIARMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora