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I baci sulle guance più eccitanti della storia. Almeno della mia.

Non mi davo spiegazioni riguardo al suo comportamento della sera precedente, quasi si volesse dimostrare geloso di Simone e intendesse lui stesso sedurmi. Però era stato così bello, non mi importava che si stesse ovviamente prendendo gioco di me, avevo provato sensazioni così intense ed eccitanti che me ne fregavo. Rivivevo quei momenti, fantasticavo sulla possibilità di trovarmi di nuovo in una situazione del genere e facevo congetture su quello che sarebbe potuto accadere se fossi entrata in casa sua, senza illudermi di ricevere avances più dirette. Ero serena, follemente felice, consapevole che prima o poi sarei tornata in me e avrei ricominciato a soffrire. Però non me ne curavo, riuscivo a rimandare i pensieri negativi, godendomi solo quelli effimeri. Avevo il suo profumo nelle narici e il turbamento che mi provocava ancora addosso. Quanto lo desideravo. Mi sentivo così innamorata che quasi impazzivo. Mi proposi di essere più aperta con lui, di andare lunedì alle prove con uno spirito diverso, di parlargli di più, di cercarlo. 

Passai il fine settimana in preda a quei pensieri deliranti. Mia madre notò il buonumore e ne fu contenta ma anche turbata, passavo da un eccesso all'altro. Non mi disse quello che pensava ma lo capii. Le raccontai tutti i commenti positivi sui suoi dolci, senza specificare che alcuni arrivavano da due celebrità.

Cercai di uscire con Meringa e Roby in orari diversi dal solito per evitare di incontrare Enea. Sarebbe stato il suo ultimo fine settimana prima della partenza per i due mesi e mezzo di missione e immaginavo lo avrebbe passato a Roma.

Durante la solita riunione domenicale a casa mia, fui meno schiva del solito e più presente, raccontando anche alcune cose relative allo spettacolo, tralasciando sempre i particolari.

Con mio nipote ci rinchiudemmo in camera dei miei per vedere il finale di stagione della serie tv di Damien e Keira. Non potei fare a meno di ritrovare nel suo personaggio tratti e atteggiamenti della sua vera personalità, ora che lo conoscevo meglio. Quando, durante la puntata, si chinò verso di lei per baciarla - bacio che andò in fumo per un imprevisto - mi trovai a pensare che forse anche con me aveva recitato così. Sembrava vero in tv e sembrava vero con me. Ma, probabilmente, era finto con me come lo era in tv. Rimasi perplessa da quel ragionamento, toccata dal fatto che ne fossi colpita. Sapevo che stava fingendo, il mio subconscio aveva veramente pensato che volesse baciarmi? Cosa gli era preso, non funzionava più? Non potevo più fidarmi di me stessa, come potevo farlo con gli altri?


18 dicembre 2000

Il lunedì Flavia e Viviana fecero mille allusioni sul fatto che fossi stata accompagnata da Damien a casa. A loro si aggiunsero anche Germana, Alessia e Sara a scuola. Raccontai che avevamo chiacchierato della cena e che faceva i complimenti a tutti. Nessuna credette che non avessi altro da dire, ma non aggiunsi nulla.

Quando Damien arrivò da Irma's noi eravamo già in sala prove, io sul mio davanzale a godermi il sole caldo che entrava dalla finestra.

Stavolta, come mi ero ripromessa, lo salutai con un sorriso più caloroso, cercando di nascondere l'imbarazzo che mi faceva sempre compagnia. Mentre lasciava la giacca sul divano, arrivarono Kevin e Simone, passati a prendere delle chiavi che si erano scordati il venerdì precedente. Appena entrati, vennero subito a salutarmi con baci calorosi e quasi mi venne da ridere pensando ai discorsi fatti con Damien, così evitai di guardarlo. Dopo venti secondi, avevano già recuperato quello che dovevano e passarono di nuovo a baciarmi rumorosamente con le labbra appoggiate sulle guance. Non riuscii a trattenermi, i miei occhi volarono a lui. Era immobile, in mezzo alla sala con le braccia sui fianchi e mi fissava. Scoppiai a ridere. La sua espressione accigliata cambiò facendomi capire che aveva preso una decisione. Mentre si avvicinava, a qualche metro da me, lo bloccai tendendo un braccio verso di lui.

«Non ci provare.»

Fece un'espressione ancora più offesa e ferita di quelle precedenti.

«Davvero? Addirittura con il braccio teso neanche fossi uno da cui ti devi difendere?»

Continuavo a ridere, «Piantala».

«Veramente? Allora, vediamo... loro di quale categoria fanno parte: gli incapaci, gli amici affettuosi o quelli che ci vogliono provare spudoratamente?»

«Beh è ovvio.»

«Quelli che ci vogliono provare.»

«Gli amici affettuosi», lo corressi con tono di rimprovero.

«Ah! Come sei ingenua.»

«Hai appena imparato a baciare e già fai l'esperto?»

«Mi sono allenato nel weekend.»

Se mi avesse accoltellata non avrei avuto espressione più ferita. Aveva il sorriso di chi coglie in fallo l'altro e io mi sentii una cretina a esserci cascata così. Ciononostante, mi incendiai di gelosia.

«Hai fatto bene, non eri tanto bravo», e me ne andai. Ridacchiava alle mie spalle.

In un istante fui di fronte a Marzio, al quale chiesi di farmi cantare poco. Avrei evitato di farlo del tutto ma sarebbe sembrata una reazione esagerata. Marzio mi guardò, diede una rapida occhiata verso Damien, e annuì.

Iniziammo a cantare e io continuavo a sentire lo sguardo di Damien che mi scrutava con quel sorriso così sexy che mi faceva ribollire dentro. Non volevo dargli l'impressione di essermi ingelosita per una battuta, ma non riuscivo a fare diversamente, aveva acceso una miccia pronta a esplodere. Il solo pensiero di vederlo con un'altra mi fece perdere la ragione, d'improvviso ebbi una visione della sera del concerto e lui mano nella mano con un'altra donna, una bella, alta, magra, raffinata. Mi venne da vomitare, forte. Feci un segno a Marzio e nel pieno dell'esecuzione andai in bagno mentre le altre continuavano a cantare. 

Chiusa dentro pregai di riuscire a trattenermi, ci mancava solo che uscissi puzzando di vomito. Misi i polsi sotto l'acqua fredda e mi guardai le vene. Sarebbe stato facile. Lo sarebbe stato? Cacciai quel pensiero e mi bagnai il collo. Già stavo meglio. No, mi sentivo come prima, ma dovevo uscire per non dare nell'occhio e farmi venire a cercare da qualcuno. Oddio, e se avessero pensato a un attacco di mal di pancia? Dovevo uscire immediatamente, era la peggiore delle ipotesi. Uscii dal bagno e me lo trovai davanti, appoggiato al muro di fronte.

«Stavo scherzando», i lineamenti tesi.

«Pensi sia per quello?» inarcai un sopracciglio.

«Hai cambiato umore, pensavo ti avesse dato fastidio», cercò di riprendersi.

«Sono incinta.»

Lui mi guardò con la stessa espressione che dovevo aver fatto io prima, sorpresa e ferita. Non so perché lo dissi, ma la sua reazione mi appagò abbastanza da fargli un sorrisetto perfido di chi ha avuto vendetta.


«Un calo di zuccheri.»

«Certo, se non mangi niente», Viviana spazientita guardò fuori dal finestrino.

«Basta con questa storia.»

«Ma se l'altra sera non hai toccato nulla!» Si voltò di nuovo.

«Saltare un pasto non è così grave.»

«Tu non mangi mai.»

«Non dire cretinate. Grazie, Michele, lasciaci pure qui.»

Scendemmo dalla macchina del batterista che si era offerto di accompagnarci a casa, visto che doveva passare dalle nostre parti. Anche Damien ci aveva provato, come immaginavo, ma avevo declinato l'invito. Non volevo stare con lui, non ero pronta.

La mia reazione mi aveva fatto capire che non potevo permettermi di stargli vicino. Se avessi assecondato i miei desideri, se anche solo avessi scelto di farmi trasportare dai sentimenti incurante dei suoi, prima o poi avrei fatto qualche scenata, ne ero sicura, perdendo il controllo e dando di matto. E più andavamo avanti con le prove e più capivo che non potevo far saltare in aria tutto per colpa del mio amore inappropriato verso di lui. Sarei stata una grande egoista.  

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