19 gennaio 2001
Una decina di giorni dopo, Keira ci fece una sorpresa. Era di passaggio a Roma e venne a trovarci con suo marito prima di tornare in Francia per un altro paio di settimane.
Entrarono senza che ce ne accorgessimo proprio mentre io e Damien provavamo. Al termine della canzone, vidi Damien aprirsi in un sorriso. Gli andò incontro accogliendoli con un abbraccio.
Il marito era un tipo strano. Non mi piaceva, era piccolo di statura e robusto, leggermente stempiato con capelli corvino e lineamenti marcati, un mento troppo pronunciato, indossava un completo elegante blu scuro. Visti così si poteva pensare subito che lei avrebbe potuto avere molto di meglio vicino, ma in qualche modo lui era affascinante, brutto ma affascinante.
Provai una fitta di vergogna per essere stata ascoltata da una nuova persona e il mio istinto fu quello di defilarmi come al solito mentre gli altri gli si facevano intorno. Rimasi dov'ero e già questo era un grande passo in avanti.
Guardando le altre parlare con Keira, mi resi conto che avevano raggiunto un livello di confidenza ben lontano dal mio, eppure era tra le mie attrici preferite. Non ero invidiosa, d'altronde se fossi stata meno chiusa, avrei avuto lo stesso tipo di rapporto.
Lentamente, dopo aver scambiato qualche parola con il nuovo arrivato, le ragazze si dissolsero come fossero state un'enorme nube che circondava la torre di un castello. E gli occhi di Mark, quello era il suo nome, incontrarono il bosco oscuro oltre le mura della fortezza, infestato da bestie feroci che ospitava la casa della strega cattiva. Me. D'improvviso mi trovai a doverlo fronteggiare da sola e mi rimproverai per non aver seguito le altre nella transumanza di prima. Dovevo capire una volta per tutte che rimanere in disparte attirava l'attenzione. Mi stampai un mezzo sorriso di circostanza in viso e attesi con imbarazzo che mi rivolgesse due parole sotto lo sguardo di Keira e Damien. Tutti e tre si avvicinarono mentre io continuavo a collezionare figure da maleducata rimanendo impalata dov'ero.
«Tu dovresti essere il motivo per cui Damien ci ha lasciati con largo anticipo il giorno di Capodanno», con fare sicuro.
«Ne dubito», senza togliermi il finto sorriso e senza sbattere le palpebre. Sembrava una paresi.
Keira sorrideva divertita, quei siparietti le piacevano molto. Non guardai Damien, sarebbe stato imbarazzante per entrambi.
«No, non credo di sbagliarmi. La descrizione degli occhi è stata esaustiva.»
«Vai in giro a parlare male di me?» a quel punto rivolgendomi con tono contrariato verso Damien. Questa volta vidi lui in imbarazzo.
«No, non ha detto nulla di male, anzi. Damien aiutami a ricordare le esatte parole: sono come un'arma... aiutami.»
«Ok, basta così! Non avete un aereo da prendere?» Damien con le mani spazzò via le ultime parole ridendo.
«In verità non subito. Abbiamo modo di fare due chiacchiere.» Mark aveva un atteggiamento disinvolto, era questo a renderlo affascinante?
Io cercai di capire se nel frattempo ero diventata rossa scarlatto in viso. Aveva davvero parlato di me con Mark? No. Probabilmente lui e Keira gli avevano raccontato che c'era la ragazza con cui Damien cantava che gli faceva gli occhi dolci tutto il tempo. E per quanto riguarda la storia della partenza anticipata, ci avrà giocato sapendo che Keira gli aveva affidato il suo regalo per me e lui sarebbe passato a portarmelo. A ogni cosa c'era una spiegazione più razionale rispetto a quella che quel cretino del mio cuore voleva credere. Per fortuna che avevo ancora il cervello dalla mia.
«Keira, vuoi far sentire qualcosa a tuo marito?» mi salvò Marzio.
Chiamò anche me e ne fui ben felice, volevo evitare di rimanere in balia delle frecciatine di Mark. Cantammo e tentai di fare la mia parte dignitosamente. Mark era concentrato su Keira ma osservava anche noi ragazze, valutando il risultato di quei mesi di prove. Mi sembrava di aver sentito che fosse un produttore di film o teatro, qualcosa del genere. Insomma, doveva capirci di queste cose. La sua espressione rilassata al termine dava l'impressione che fosse soddisfatto.
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Ginevra
RomanceIl dolore fa più male dopo l'amore. Ginevra, diciassettenne romana, ne è convinta e, da sempre rinchiusa nella sua gabbia di considerazioni distorte di sé, usa l'autolesionismo per punirsi e frenare il desiderio e i sentimenti che prova per Damien...