Aprii gli occhi di colpo. Cos'era quel mobile bianco che vedevo? Cercai di focalizzarlo meglio. Oddio, non ero a casa mia, ero da lui, ero rimasta a dormire da lui. Evitai di muovermi, dovevo ancora capire se era accanto a me. I miei sensi si stavano risvegliando e percepii la sua presenza dietro la mia schiena e la sua mano su un fianco. Il respiro era regolare, stava dormendo. Non volevo si svegliasse con me accanto in quel modo, brutta come la morte, spettinata o con la bava alla bocca. Dovevo alzarmi piano e andare al bagno. Riuscii a scivolare fuori dal letto e mi dileguai.
L'orologio in camera segnava le 8.20, quindi dovevo aver dormito meno di quattro ore, c'era speranza che lui stesse nel pieno del sonno e non mi sentisse fare la doccia. Avrei potuto evitarla, magari gli sarei sembrata invadente, ma avevo bisogno di sentire dell'acqua bollente addosso che mi svegliasse, mi purificasse e mi consigliasse. Alla fine risultò buona solo per svegliarmi: dopo aver usato i suoi saponi mi sentivo addosso il suo odore, c'era poco da purificare o da consigliare. Presi un asciugamano ripiegato sotto al mobile del lavandino, sperando che non gli dispiacesse, e asciugai me e poi per bene la doccia.
Mi lavai i denti e rimasi tutto il tempo col sorriso per l'effetto che mi aveva fatto vedere i due spazzolini insieme nel bicchiere. Era la prima volta che dormivo da lui. E manco ci avevo scopato. No, non doveva essere questo il pensiero. Era la prima volta che dormivo da lui ed era stato bellissimo. Fino all'autunno precedente, aspettavo la domenica sera con ansia per vederlo in tv e ora ero a casa sua, a lavarmi i denti per paura di avere l'alito cattivo. Se ci pensavo mi sembrava impossibile. Non che significasse niente, per carità.
Mi tamponai i capelli e li districai con le mani, non mi sembrava il caso di usare un suo pettine, troppo personale. Mi rimisi il tanga del giorno prima maledicendomi ancora per non averci pensato. E maledicendo tutte le donne: mamme, zie, amiche, parenti, commesse e maestre, sempre pronte a consigliare di portarti un paio di collant di ricambio quando esci, "non sia mai che si sfilino quelle che hai addosso!", ma mai nessuna così sincera da dirti "portati un paio di mutande di ricambio così se ti capita di dormire a casa del principe azzurro, il giorno dopo ti cambi!".
A quel punto mi domandai se andare in salotto o tornare a letto a guardarlo dormire, tipo psicopatica innamorata. Feci la scelta più ovvia. Mi distesi di nuovo sul letto. Era meraviglioso anche mentre dormiva e mi vennero in mente delle scene di "Misery non deve morire", probabilmente se si fosse svegliato si sarebbe sentito parecchio a disagio. Poi i miei pensieri tornarono alla realtà e al significato che io dovevo dare a tutto quello. Giusto in tempo per non farmi entrare in una delle mie crisi nere, aprì gli occhi piano e per un attimo ebbi paura che si spaventasse nel vedermi lì accanto a lui, o che lo vedessi infastidito o che mi chiamasse con un altro nome. Gli si illuminò il volto e mi sorrise, mi afferrò e mi portò più vicino a lui.
«I tuoi occhi, il tuo sorriso... un risveglio stupendo», e mi baciò. Intanto c'era da dire che aveva l'alito profumatissimo, sapeva ancora di dentifricio. Questo tanto per confermare che fosse perfetto in tutto. Poi non mi aspettavo quel calore e quella dolcezza immediata, sembrava davvero contento che fossi lì. Risposi al suo bacio tenero accarezzandogli la testa ed ero già partita. Se iniziavamo così sarebbe stata una dura giornata.
Notò i capelli bagnati e mi chiese se fossi sveglia da molto. Erano passati circa tre quarti d'ora, mi consigliò di asciugarli per evitare di perdere la voce.
«Grazie Damien! A questo non ci avevo ancora pensato!» mi buttai all'indietro guardando il soffitto. «La differenza tra un professionista e una cretina.»
Mi accarezzò i capelli contemplandomi.
«Dopo facciamo colazione e poi... torniamo di nuovo a letto? Fuori piove e qui si sta così bene», mi baciò il collo, languido.
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Ginevra
RomanceIl dolore fa più male dopo l'amore. Ginevra, diciassettenne romana, ne è convinta e, da sempre rinchiusa nella sua gabbia di considerazioni distorte di sé, usa l'autolesionismo per punirsi e frenare il desiderio e i sentimenti che prova per Damien...