14. Grimmauld Place 12

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Grimmauld Place era uguale a come la rammentava Narcissa nei suoi ricordi di bambina. Negli ultimi anni le visite agli zii si erano diradate, in parte per lo scandalo causato dalla fuga di Andromeda, in parte per il clima di continuo attrito con il cugino maggiore, Sirius. Di tutti i parenti che aveva, lui era senz'altro il più sgradevole: arrogante e scontroso, ogni volta che andavano a trovarlo non perdeva occasione di dar fiato alla sua boccaccia per ricoprire lei e Bellatrix degli insulti peggiori. Tutt'altra persona era con Andromeda, che Sirius invece aveva sempre ammirato, fino ad arrivare a imitarne, solo l'anno prima, il folle gesto della fuga. A quanto ne sapeva, ora l'odiato cugino soggiornava a casa del suo migliore amico James Potter, un altro Grifondoro senza cervello. In famiglia nessuno aveva pianto per lui, nemmeno i genitori. L'unico a soffrirne, ne era certa, era stato Regulus. Lui e Sirius non erano mai stati fratelli affiatati, eppure tra di loro intercorreva un misurato rispetto la cui natura, da parte di Regulus, per Narcissa era stata sempre fonte di interrogativi. Interrogativi che si erano moltiplicati alla notizia della fuga di Sirius.

Che razza di mondo era quello in cui un fratello maggiore abbandonava il minore? Narcissa se lo era già chiesto quando era toccato a lei, essere abbandonata dalla sorella Andromeda, e ora la domanda si era rinnovata dolorosamente nel suo cuore mentre osservava Regulus intento a fare gli onori di casa. Era solo, adesso, con i genitori in Francia e quello scapestrato lontano, eppure pareva cavarsela egregiamente. Sembrava soltanto cresciuto un po' troppo in fretta, con quel suo sguardo acuto e l'espressione lievemente ansiosa di chi è abituato a parare colpi di continuo dalla vita.

«Che bello rivederti, Reg!» esclamò Narcissa, rivolgendo al cugino un sorriso carico d'affetto mentre si accomodavano in salotto. Le pesanti tende in broccato smeraldo, che solitamente coprivano ogni centimetro visibile delle finestre, erano state tirate, permettendo così al sole di inondare di luce la stanza. Non somigliava nemmeno lontanamente al salotto cupo degli zii; la casa aveva assunto un aspetto nuovo, più vivo, grazie alla sola presenza di suo cugino.

«Lo è anche per me, cara Cissy».

«È bello rivedere anche te, Lucius. Come vanno le cose al Ministero?»

Nient'affatto una domanda di circostanza; il suo era vero e proprio interesse, e il bagliore ammirato che languiva nei suoi occhi scuri non faceva che confermarne l'autenticità.

«Oh, è sempre la solita giostra. Per fortuna c'è tua cugina a movimentare le mie giornate» rispose Lucius, sorridendo sornione in direzione di Narcissa, che si voltò a guardarlo sollevando le spalle nude per schermarsi da quella provocazione. Per niente al mondo avrebbe permesso alla sfacciataggine di Lucius di rovinarle quel pomeriggio insieme al cugino. Quindi allargò il suo sorriso e tornò a rivolgersi a Regulus con uno sguardo di scuse.

«Intende dire che mi sta aiutando con la faccenda del testamento» precisò con voce di seta, prima di portarsi alle labbra la sua tazza di tè che Archie, l'elfo domestico incaricato di aiutare Kreacher con le mansioni più semplici, aveva appena servito su un vassoio. Alla notizia, il bagliore negli occhi di Regulus si fece liquido.

«Questo significa che ti sono doppiamente debitore. Prima me, e poi Narcissa, devi proprio avere un debole per noi Black» mormorò, rivolgendo un lieve inchino all'indirizzo di Lucius in segno di riconoscenza. Dal canto suo, Malfoy non si disturbò a smentirlo, e quel breve scambio tra di loro catturò l'attenzione di Narcissa, che volle saperne di più.

«Che vuoi dire?»

«Lucius mi sta aiutando molto con il mio... futuro».

«Ah sì, e in che modo?»

A quel punto lo sguardo di Narcissa volò di nuovo in direzione di Lucius, carico di allarmata curiosità. Perché non le aveva detto che stava raccomandando Regulus al Ministero? E soprattutto, da quando in qua suo cugino si confidava con qualcuno che non era lei?

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