Le cucine di Villa Malfoy erano grandi abbastanza da ospitare un'intera colonia di Troll di montagna. Narcissa non aveva avuto modo di visitarle spesso da quando si era trasferita, in parte perché finora non ce n'era stato motivo, e in parte perché quegli ambienti rappresentavano il regno incontrastato di Dobby. Quella mattina, però, Narcissa si sentiva in vena di eccezioni. Non aveva chiuso occhio tutta la notte a causa dell'ultimo scambio avuto con Lucius; detestava ammetterlo, ma lui aveva ragione. Per quanto amasse le comodità e le abitudini, doveva riconoscere che quella situazione di stallo in cui erano piombati rischiava di rivelarsi rischiosa tanto quanto un cambiamento improvviso; e se voleva evitare di compromettere le cose tra loro, avrebbe dovuto muovere anche lei qualche passo. Già, ma in quale direzione? Continuare a fingere che la presenza di Lucius la lasciasse indifferente ormai non era più soltanto inutile, ma anche controproducente. Per il solo fatto che Malfoy non era uno sciocco, e aveva capito.
D'altro canto, nemmeno buttarsi a capofitto tra le sue braccia ignorando le conseguenze pareva una scelta saggia. Narcissa non aveva dimenticato le parole ammonitrici della sorella, né tantomeno le dicerie sulle relazioni lampo che affollavano il passato amoroso di Lucius. Si fidava di lui come amico, certo, ma sarebbe stata in grado di scommettere con la stessa sicurezza anche qualora le cose tra di loro fossero diventate più serie? Fidanzati, bastava la parola da sola a suscitarle un risolino nervoso che si affrettò a soffocare. Eppure, agli occhi di suo padre loro due sarebbero stati perfetti insieme. Un'unione felice e duratura come quella che ha portato alla tua nascita, così aveva scritto nella lettera, e per un attimo Narcissa fu travolta dalla visione dorata di sé stessa che stringeva tra le braccia un frugoletto biondo, gli occhi dello stesso grigio marmoreo di quelli di Lucius. Un placido calore si diffuse nel suo ventre a quel pensiero, facendola fremere di una gioia improvvisa e sconosciuta. No, non era difficile immaginarsi in quella casa in veste di padrona, affiancata dalla presenza salda e carismatica di Lucius.
Il suono di un debole scoppio infranse quella catena di pensieri, riportandola alla realtà. Era Dobby, appena materializzatosi nelle cucine. Nel vederla lì, i suoi grandi occhi lacrimosi si riempirono di un'impaurita sorpresa.
«Dobby può fare qualcosa per lei, signorina Black?» domandò con un filo di voce. Narcissa gettò una rapida occhiata attorno, come aspettando un'ispirazione improvvisa. Poi raddrizzò il busto per darsi un tono, in una profetica imitazione della perfetta padrona di casa che sarebbe divenuta in futuro.
«In effetti sì. C'è uno gnomo in giardino. Ti consiglio di andare a vedere prima che scavi buche dappertutto» disse, inventando la prima scusa che le capitò a tiro. E funzionò, perché Dobby schioccò le dita all'istante e scomparve, dissolvendosi davanti ai suoi occhi come un'idea passeggera.
Rimasta sola, con l'intero armamentario della cucina a sua disposizione, Narcissa si diede da fare. Le era già capitato di cucinare, una volta, più per divertimento che per necessità. C'era ancora Andromeda con loro, ed era stata lei a insistere per preparare una torta in occasione del tredicesimo compleanno di Bellatrix. Dal punto di vista estetico, l'esperimento-torta si era rivelato un disastro, ma il suo sapore era buono, tanto che Narcissa ne ricordava ancora il delizioso impatto sul palato. Quella mattina però si sarebbe cimentata in qualcosa di molto più semplice: degli Irish scones da accompagnare a una confettura di mirtilli, la preferita di Lucius.
Una volta sistemati i biscotti in forno, non restava che attendere quindici minuti, come da ricetta. Narcissa ne approfittò per lavare via i residui di impasto dalle dita e controllare il proprio aspetto nello specchio sopra il forno. Il vestito di chiffon rosa antico, con il bustino ben stretto alla vita, era perfettamente immacolato. Soddisfatta, si limitò a ravvivare giusto un poco l'acconciatura, sistemando qualche boccolo fuori posto con un fluido colpo di bacchetta. A quel punto il timer del forno trillò allegramente.
Guidati dalla bacchetta di Narcissa, gli scones atterrarono uno dopo l'altro in una fila ordinata su un grande piatto in ceramica al centro del quale campeggiava il profilo stilizzato di un pavone dipinto a mano. Mancava solo la confettura di mirtilli. Narcissa adagiò il tutto su un vassoio d'argento con i manici impreziositi da elaborate intarsiature.
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Black is Resistance
Fanfikce~ Vincitrice della settima edizione del #GrandeWattors ~ Tutti nel Mondo Magico conoscono i Black. Forza; onore; lealtà: queste sono le caratteristiche che hanno scritto la storia centenaria della famiglia, il cui destino sembra quello di continuare...