3. Dark Shadows

176 33 52
                                    


Nello studio del dottor Pennygan era calato il silenzio. Le ultime parole di Cygnus Black aleggiavano ancora nell'aria come una fitta nebbia che smagnetizzava l'orientamento tra i pensieri di tutti i presenti. Appoggiata allo schienale imbottito color vinaccia, Narcissa fissava la pergamena ancora stretta tra le dita corte e smunte del notaio, dita abituate a muoversi scaltre tra documenti affilati. Il suo respiro, imprigionato nel corsetto, era fermo, e le labbra spente, come un frutto da cui è stato succhiato via tutto il succo. Qualcosa si era bloccato anche nella sua testa; le parole di Cygnus Black le erano piovute addosso come una pioggia di detriti che ora ostruiva il passaggio di qualunque pensiero.
Perfino la maschera d'impassibilità che copriva il volto di Lucius si era macchiata di una punta di preoccupazione. Qualcosa sembrava sul punto di esplodere nello studio, e il notaio si fece avanti per ridurre al minimo i danni.

«Mi rendo conto che siete tutti sconvolti da quanto abbiamo appena sentit-»

«Ah, voi vi rendete conto?» lo apostrofò Bellatrix sporgendosi minacciosamente verso di lui. Negli occhi si era accesa la stessa scintilla che li aveva arsi quando avevano incontrato la figura di Lucius poco prima.

«Mia sorella si ritrova da un giorno all'altro senza un tetto sopra la testa, dubito che possiate rendervi conto di quanto siamo sconvolte».

Con la stessa rapidità con cui era intervenuto, il dottor Pennygan si affrettò a tacere. La schiena dritta e il collo ritratto, somigliava a una vecchia tartaruga il cui letargo era stato prematuramente interrotto. Tuttavia - e per questo avrebbe meritato una medaglia al valore - rimase fermo al suo posto senza battere ciglio.

«Impugneremo il testamento» continuò Bellatrix, alzandosi di scatto per cominciare a misurare la stanza a grandi passi. Con la testa inclinata e la schiena lievemente curva sotto il peso delle sue meditazioni sembrava uno spirito vendicatore in attesa della sua vittima.

«Troveranno qualcosa, un difetto di forma o qualunque altra dannatissima incongruenza. Queste non possono essere le ultime volontà di nostro padre, è semplicemente ridicolo!»
Il notaio seguiva ogni suo movimento con crescente apprensione, lo sguardo divenuto improvvisamente di vetro.

«Ve lo sconsiglio vivamente».

Bellatrix si fermò di colpo, il viso conteso tra la rabbia e la stupore. Nessuno - eccetto forse suo padre - aveva mai avuto l'ardire di interromperla. Anche l'ombra della sola ipotesi sarebbe apparsa folle a qualunque individuo dotato di un briciolo di amor proprio. Bellatrix si era fermata, le braci ardenti che aveva al posto degli occhi erano fisse sulla figura del notaio che sembrava rimpicciolire sempre di più ogni secondo che passava. Quando la sua mano corse con uno scatto alla bacchetta, quel gesto parve risucchiare l'aria dai polmoni del povero dottor Pennygan.

«Mettila via, Bella» intervenne a quel punto Narcissa, alzandosi in piedi per fare da scudo al notaio. La voce le tremava appena ma il suo sguardo puntava dritto verso la sorella come la punta di una freccia. Bellatrix si voltò di scatto verso di lei e una ciocca si staccò dalla folta massa di ricci neri dividendole a metà il viso in tempesta, come un fulmine che squarcia in due il cielo. Il baluginio nei suoi occhi la fece rabbrividire, ma Narcissa rimase ferma dov'era, le mani unite davanti al grembo in una posa severa.

«Il dottor Pennygan ha ragione. Un processo al Wizengamot è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Se si venisse a sapere del testamento, per noi sarebbe la fine».
Appena udibile, un sospiro di sollievo scivolò dalle labbra bianche del dottor Pennygan. Di contro, quelle di Bellatrix, ricoperte come di consueto da un velo di rossetto color cremisi, si curvarono in una piega amara.

«E invece non pensi che la gente chiacchiererà comunque quando vedrà uno sconosciuto entrare e uscire da casa nostra?»

«Possiamo gestire i pettegolezzi, così come li abbiamo gestiti in passato» replicò Narcissa, sforzandosi di inghiottire i suoi stessi dubbi prima che potessero raggiungere le labbra e tradirla.
«E come? Quel testamento ti farà finire in mezzo alla strada, Cissy!»

Black is ResistanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora