"Ma chi sei tu?"

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"Paulo io dovrei tornare a casa"
"Aspetta un attimo Julia, sto cercando di non perdere la mia dignità" Si concentrò a tirare un pallone sulla traversa, con una sfida con Cuadrado.
"Vabe inizio ad andare in macchina visto che fa freddo, sai, non vorrei morire di ipotermia"
Entrai nella struttura e a passo svelto mi diressi verso la macchina di Paulo.
Forse a passo anche troppo svelto.
"Ma guarda dove cammini!" Mi trovai davanti un ragazzo alto, molto alto.
"Sei tu che stavi correndo!" Si chinò per prendere il pallone che gli era caduto.
"Ma chi sei tu?" Mi chiese.
"Potrei farti la stessa domanda
"Vedo che non te ne intendi di pattinaggio sul ghiaccio"
"E io vedo che non te ne intendi di calcio" Mi disse.
"Non tirartela troppo, Vlahovic"
"Neanche tu, Gòmez" Rispose.
Mi girai verso di lui e mi fece un sorriso.
"Spero di non rivederti più" Mi avviai all'uscita.

"È possibile che ci ho messo meno tempo io ad arrivare in macchina?" Paulo mi guardò seduto in macchina.
"Lascia perdere va, sono andata a sbattere cont-"
"Contro?"
"Non ho più il telefono" Mi tastai tutte le tasche, ma era sparito.
"Forse cercavi questo" Da dietro arrivò il numero 9.
"Oh Dusan, finalmente mi presento!" Paulo scese dalla macchina e ci raggiunse nel lato opposto.
"Piacere, io sono Paulo. Benvenuto"
Si presentò, e anche a me, ma io non risposi. Gli presi il telefono dalle mani e salii in macchina.
Guardai Paulo, che stava spostando lo sguardo da me a Dusan, senza parole.

"Ma che problemi hai? Vuoi per caso farti odiare da una persona che manco conosci?"
"Si che la conosco, mi è venuto a sbattere addosso prima"
"Vabe ma questo non giustifica che ti devi comportare così"
"Ma sei dalla mia o dalla sua parte?"
"Ma ti è per caso arrivato il ciclo?" Tirò il freno a mano e spostò lo sguardo verso di me.
"Oh lascia perdere" Uscii dalla macchina e estrassi le chiavi di casa.
"Sta sera andiamo in un locale per conoscere i nuovi arrivati, vuoi venire?"
"Va bene, basta che sto lontano da quello lì"

-
Mi misi una gonna nera di pelle, e una maglia con una scollatura a V.
Non mi sono presentata. Sono Julia Gòmez, una pattinatrice sul ghiaccio Argentina, ho 24 anni e vivo a Torino appunto per il pattinaggio sul ghiaccio.
Oltre a questa passione mi piace molto fotografare, per questo spesso vado a fare degli shooting o semplicemente a fare delle foto agli allenamenti.
Mia madre vive in Argentina, ed è proprio lì che ho conosciuto Paulo, fin da quando ero nata. All'inizio lui mi stava antipatico, mi faceva sempre scherzi e mi prendeva in giro. Poi dopo quasi un anno che ci vedevamo tutti i giorni, abbiamo iniziato a instaurare un rapporto, fino ad oggi.
Lui all'età di 19 anni si è trasferito in Italia, a Palermo. Ero tristissima, ma felicissima allo stesso tempo perché stava realizzando il suo sogno.
Il mio sogno invece non era ancora così vicino. Pattinavo da tutta la vita, avevo quasi perso le speranze fin quando una squadra in Italia non mi chiamò.
Non ci pensai neanche a dire di sì.
L'unica cosa che mi dispiaceva lasciare era mia madre e la madre di Paulo. Mi avevano cresciuta loro due. Mio padre se ne era andato quando ancora non ero nata.
Ma forse era meglio così.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu il clacson sotto casa mia, era Paulo visto che aveva suonato 3 volte.
Scesi velocemente e quando salii in macchina vidi anche Oriana.
"Ciao Orii" Le diedi un bacio sulla guancia.
"E a me non mi saluti?"
"Mmh.. no"
"Quando torniamo a casa dico ad Adelia che mi tratti male"
"Mia madre non ci crederebbe mai, anche perché so che ti metteresti a ridere"

Poco dopo Oriana mi chiese:"Quando hai la prossima gara?"
"Il 5 febbraio"
"Bene, allora verremo tutti" Disse Paulo.
"Ma intendo proprio tutti" Indicò fuori.
C'era Dusan.
"Paulo se vedo pure lui al palazzetto ritieni questa amicizia finita"
Scesi dalla macchina ed evitai Dusan.
Sentivo i suoi occhi bruciare su di me.
Mi avviai con Oriana all'ingresso, dove si trovavano Alice, la moglie di Alvaro, e Giulia, la fidanzata di Fagioli.
"Ciao ragazze! Come state?" Le salutai con il sorriso e poi entrammo.
"Vado a prendere da bere, cosa volete?"
"Io aspetto un attimo, vado in bagno. Venite pure voi, dovete tenermi la borsa"
"Ok allora ci vediamo qui dopo" Feci.

"1 Gin tonic"
"Anche a me grazie" Un ragazzo mise i soldi per due gin tonic sul bancone.
E chi poteva essere ovviamente?
Dusan.
"Paga il tuo, io mi pago il mio"
"Nah, me lo pagherai un'altra volta. Sta sera offro io"
"Grazie" Risposi solamente per gentilezza, sarei stata molto volentieri zitta.
"Beh allora, sei di Torino tu?"
"Sono nata in Argentina, i miei pure. Ma sono qui per il mio sport"
"Da quanto conosci Paulo?"
"Da quando sono nata"
Continuammo a parlare, fin quando qualcuno non gli andò addosso, e rovesciò il suo drink sulla mia maglia.
"Oh merda scusami, non volevo" Si scusò continuamente.
"Non fa nulla, il problema è che ora sono fradicia."
"Ti do la mia camicia"
"Si e tu resti nudo?"
"So che non ti dispiacerebbe. Comunque ho sotto una maglietta" Iniziò a sbottonarsela e me la passò.
"Stai tranquillo, non ce n'è bisogno"
"Prendila, per favore. E stai tranquilla che ti ricomprerò la maglia
"Dusan non ce n'è bisogno, veramente. Cercherò un metodo per togliere l'alcool"

-
Era arrivata l'ora della gara.
Avrei fatto la gara a coppia, con Federico, e una individuale.
Federico era il mio ragazzo, l'avevo conosciuto appunto per il pattinaggio.
Stavamo insieme da quando mi ero trasferita in Italia, cioè da 3 anni.
Ma non sapevo se saremmo durati a lungo.

Quando la coppia prima di noi stava per finire, arrivammo all'entrata della pista e guardai sugli spalti.
C'erano alcuni della squadra, tra cui Dusan.
Cercai Paulo e gli feci il gesto "Ti uccido".
Che imbarazzo.

POV DUSAN
Stava per entrare in pista.
Le puntai gli occhi addosso, guardai lei e il suo compagno, che le mise le mani sui fianchi e la baciò.
Era fidanzata e non me lo aveva detto?
Cercai di non pensarci, ma più la guardavo più pensavo a quanto fosse bella.
Aveva gli occhi azzurri, con delle sfumature talmente chiare che sembravano bianche, come quella pista di ghiaccio.
I capelli castani chiari, ondulati, che sembravano seguire tutte le sue forme delicate.
Sembrava la persona che avevo sempre desiderato.
Entrò in pista e iniziò la sua esibizione.
Atterrava talmente tanto delicatamente sul ghiaccio che sembrava volare.
"È brava, vero?" Mi chiese Paulo.
"È bravissima" Ero incantato dai sui movimenti.

La seconda esibizione superò le mie aspettative.
Da sola era ancora più brava.
Non sbagliava niente.
Alla fine si rese conto di quanto fosse stata perfetta, e sorrise.
Ci salutò a tutti e uscì.
Dio quanto era bella.
"Ti sei incantato per caso?" Alvaro mi diede una piccola pacca sulla spalla e rise.
"Bastardo"

POV JULIA
Non avevo sbagliato niente, avevo fatto tutto alla perfezione.
Sorrisi quando me ne resi conto.
Feci un giro della pista e poi uscii, andando dal mio allenatore.
"Brava cazzo!" Mi abbracciò e mi prese in braccio facendomi girare.
Ogni volta lui era fiero di me, anche se sbagliavo qualcosa.
Era sempre lì a supportarmi e a incoraggiarmi.
"Andiamo a scoprire il punteggio" Ci sedemmo e aspettammo i risultati.
Per primo ci dissero il risultato dell'esibizione a coppie.
"Julia Gòmez e Federico Ferrari, hanno totalizzato un punteggio di 7.25, posizionandosi al 3° posto."
Guardai Federico, che non era soddisfatto.
"Abbiamo un'altra gara domenica, andrà meglio"
"Hai sbagliato il salto, è colpa tua" Mi sussurrò.
Rimasi zitta, perché effettivamente era colpa mia.
"Nell'esibizione individuale, Julia Gòmez ha totalizzato un punteggio di 9.75, posizionandosi al 1° posto"
Andrea, il mio allenatore, mi abbracciò.
Questa invece era una finale, avevo vinto!

SKIP TIME
Dopo la premiazione, uscii e andai dagli altri.
"BRAVA VITA MIA" Paulo mi saltò addosso e mi chiamò così scherzosamente.
"Sei stata bravissima" Dusan si avvicinò e mi abbracciò anche lui.
"Domani vieni alla continassa?"
"Si a pomeriggio, domani mattina devo andare in palestra"
"Allora ci vediamo domani pomeriggio" Tutti mi salutarono e restarono solo Oriana e Paulo.
"Vuoi un passaggio?"
"No Federico mi sta aspettando in macchina"
Alzò gli occhi al cielo.
"Paulo!" Lo riprese Oriana.
"Ci vediamo domani ragazzi"

"Amore, andiamo fuori a cena?"
"No, devo uscire con gli altri"
"Oh, va bene" Ci rimasi male.
Nell'ultimo periodo non mi calcolava più, usciva sempre con i suoi amici, tornava tardi e agli allenamenti non si impegnava come avrebbe dovuto.
Dava la colpa a me se commettavamo errori.
È capitato solamente una volta che alzasse le mani con me, nessuno lo sapeva.
Ma io non riuscivo a lasciarlo andare.
Piano piano stavo capendo quanto poco gli fregasse di me.

Mi diressi in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare, e in quel momento mi scrisse Paulo.
"Facciamo una serata come ai vecchi tempi?"
"Ci sto, vieni da me tanto Federico va via"
"Oh menomale"
"Basta ho perso le speranze con te"

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora