"Stai attento!"

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La sera alcune della squadra mi chiesero di uscire per stare un po' insieme, ancora dovevo orientarmi, si erano proposte per farmi conoscere un po' la città.
"Ti passo a prendere per le 21, non fare tardi miraccomando" Mi scrisse Marta.
Apprezzavo tantissimo il fatto che mi prendevano già così tanto in considerazione, ero la più piccola dentro la squadra e questo di questo avevo paura, ma sapevano mettermi a mio agio.
Decisi di mettermi qualcosa di semplice, pantaloncini e top corto, faceva caldissimo essendo quasi luglio.
In quel momento mi chiamò papà, così misi il vivavoce e appoggiai il telefono sul letto mentre mi cambiavo.
"Pronto pa' "
"Ciao amore, allora, com'è?"
"Tutto apposto, sono un po' stanca, oggi sono andata subito al centro sportivo, ho fatto tutto quello che dovevo fare, visiste, interviste e ho conosciuto le mie compagne"
"Come ti sembra l'ambiente?"
"Si per ora mi sembra bellissimo, sono tutti molto disponibili e gentili, non ho ancora conosciuto il mister però"
"Vedrai che ti troverai bene anche con lui, ma l'università quando la inizi?"
"A settembre, ne ho ancora di tempo. Adesso sto per uscire"
"Di già?"
"Si, esco con alcune della squadra, sono un sacco disponibili e gentili"
"Ne sono felice amore"
"Mamma e Dejan?"
"Non sono ancora tornati, domani ha la gara Dejan quindi restavano un po' di più"
"Va bene, allora salutameli"
"Va bene Isa, ci sentiamo domani e divertiti"
"Grazie pa', a domani"
Chiusi la chiamata, andai a sistemarmi un attimo i capelli e vidi che Marta mi stava chiamando.
"Sono fuori"
"Va bene, metto le scarpe e arrivo"
"Brava che sei in orario! Le altre della squadra sono sempre in ritardo, odio chi fa ritardo!"
Risi di gusto e presi la borsa.
"Arrivo"

-
Eravamo in un pub, c'era molta gente ma eravamo sedute nei divanetti.
"A ragazzi invece?"
"Nulla, mi sono lasciata da poco"
"Dai, non c'è proprio nessuno?" Chiese Anita.
"No, nessuno" Sorrisi.
Mi girai a guardare il locale e vidi alcuni della squadra maschile, compreso Yildiz.
"O santo cielo" Sussurrai.
"Chi hai visto?"
"Yildiz, abitavamo uno di fianco all'altro a torino, non lo sopporto"
Lei fece un sorriso malizioso.
"No!"
"Si, vediamo tra qualche mese"

Ci alzammo per uscire, il pezzo per arrivare all'uscita era molto affollato, tanto che andai a sbattare contro un ragazzo che, ovviamente, era kenan.
"Stai attento! Mi hai lavata!"
"Scusami, non volevo" Appoggiò il bicchiere che mi aveva rovesciato addosso, sul bancone.
"Dannazione" Sussurrai.
"Te lo laverò, promesso"
"Lascia stare"
Dovevo uscire al più presto da lì, c'era veramente troppo gente.
Presi il cellulare e vidi un messaggio di mamma, diceva che quando volevo potevo chiamarla.
Non era tardissimo, era solamente mezzanotte.
Così quando arrivai a casa decisi di chiamarla.

POV JULIA
"Pronto"
"Pronto amore, allora?" Dissi felice.
"Guarda lascia stare, ero uscita con alcune delle squadra in un pub, uscendo mi è venuto addosso uno, anzi, Yildiz, e mi ha rovesciato il drink addosso"
Sorrisi spontaneamente.

Continuammo a parlare, fin quando qualcuno non gli andò addosso, e rovesciò il suo drink sulla mia maglia.
"Oh merda scusami, non volevo" Si scusò continuamente.
"Non fa nulla, il problema è che ora sono fradicia."
"Ti do la mia camicia"
"Si e tu resti nudo?"
"So che non ti dispiacerebbe. Comunque ho sotto una maglietta" Iniziò a sbottonarsela e me la passò.
"Stai tranquillo, non ce n'è bisogno"
"Prendila, per favore. E stai tranquilla che ti ricomprerò la maglia
"Dusan non ce n'è bisogno, veramente. Cercherò un metodo per togliere l'alcool"

"Mamma, ci sei?"
"Si, stavo solo pensando a una cosa..."
"Cosa?"
"Io e papà abbiamo iniziato a parlare proprio in questo modo"
"Bell'inizio di merda"
"Ei!"
"Scusami" Rise.
"Adesso vado a dormire, sono stanca morta e domani devo svegliarmi presto" Continuò.
"Va bene amore, riposati e ci sentiamo domani"
"Che ha detto?" Mi chiese Dusan.
"Ti ricordi il modo in cui abbiamo iniziato a parlare, quando mi hai rovesciato tutto il gin tonic addosso?"
"Si..?"
"Ecco, è successa la stessa cosa a lei"
Sorrise guardandomi.
"Che bei tempi che erano"
Tra pochi giorni avremmo fatto 19 anni di matrimonio, il tempo sembrava essere volato.

-
POV ISABEL
Una chitarra mi svegliò, dannazione.
Guardai l'orario che segnava le 3:00.
"Chi si mette a suonare la chitarra a quest'ora!"
Mi alzai sbuffando, ero stanca morta e tra 3 ore mi sarei dovuta svegliare.
Decisi di andare a bussargli.
Aspettai qualche secondo prima che mi aprisse, si presentò davanti a petto nudo, con i capelli scominati e solo un paio di pantaloncini.
"Sei tu che suoni a quest'ora?"
"Scusami, non volevo svegliarti, solo che non riesco a dormire quindi mi distraggo così, smetto subito"
Mi dispiaceva "trattarlo" così, mi sentii in colpa.
"Scusami, non volevo parlarti in questo modo, continua pure a suonare" Feci un piccolo sorriso e me ne andai, ma lui mi fermò.
"Ti va di venire dentro?" Chiese un po' titubante.
"Sono le 3 di notte, cosa vuoi fare?"
"Non lo so, ma già che siamo svegli ti offro qualcosa"
Ci pensai un attimo su e poi accettai.
Andammo in balcone, dove c'era un tavolino con due sedie, fortunatamente c'era una bella arietta, si moriva di caldo.
"Come mai non riuscivi a dormire?"
Ci sedemmo uno di fronte all'altro.
"Nulla, tranquilla" Sembrava non volerne parlare.
"So che non abbiamo iniziato con il verso giusto, però.. ti puoi fidare di me"
Lui sorrise abbassando lo sguardo.
"Vuoi qualcosa da bere?"
"Un bicchiere d'acqua va benissimo" Sorrisi.
Andò in cucina e tornò poco dopo.
"Ecco"
"Allora, come ti sei trovata con la squadra?"
"Bene, sono tutte molto gentili e disponibili, devo ancora conoscere il mister, ma per il resto, per quel poco che ho visto, mi sembra molto bello"
"Ne sono felice, anche io per ora mi trovo bene, non so se te l'hanno già detto, ma stanno organizzando 3 giorni a Maiorca, la maschile e la femminile"
"Mi avevano accennato qualcosa ma hanno detto che mi avrebbero detto poi domani"
Continuammo a parlare tranquillamente.
"Hai già trovato la casa?"
"Si, è una villetta vicino al centro sportivo"
"Veramente?"
"Si, perché?"
"Ne ho trovata una anche io lì, ci sono un po' di villette a schiera, posso entrare tra due settimane però"
"Ma non dirmi che saremo vicini pure lì"
"Aspetta, dovrei avere della foto"
Prese il cellulare, quando lo accese vidi l'orario, segnava le 5.
"Cazzo ma è così tardi?"
"Oh merda, non me ne ero accorto"
"È meglio che vada, alle 8 devo essere lì"
"Va bene, tranquilla"
Mi accompagnò alla porta.
"Grazie per avermi fatto compagnia"
"Non c'è di che, però... la prossima volta magari dimmelo prima e non svegliarmi con la chitarra" Dissi scherzando.
"Va bene, non lo faccio più" Rise anche lui.
"Ci vediamo domani"
"A domani, o forse a dopo meglio dire"
Chiuse la porta e tornai in casa.
Guardai il cellulare, vidi un messaggio di Alessandro che mi aveva mandato poco dopo che mi ero addormentata.
"Isa, domani puoi dormire, dobbiamo andare al centro sportivo il pomeriggio"
"Grazie a dio" Dissi.
Tolsi la sveglia e mi rimisi sotto le coperte.

Mi risvegliai verso le 9.30, restai un po' a letto e poi decisi di alzarmi, avevo un po' di cose da sistemare, e soprattutto dovevo andare a fare la spesa.
Fortunatamente la società mi avrebbe dato la macchina domani, altrimenti non sapevo come avrei fatto.
Andai in salotto e trovai un biglietto davanti alla porta d'ingresso.
"Per scusarmi per sta notte ti ho preso la colazione, spero ti piaccia il cornetto al cioccolato, buona giornata♡. K"
Sorrisi spontaneamente e aprii la porta, trovando il sacchetto proprio sul tappeto.
Lo presi e mi feci un caffè.
Non sapevi come ringraziarlo, non avevo il suo numero di telefono, così decidi di mandargli anche io un bigliettino.
"Ne avevo proprio bisogno, buona giornata a te e grazie. I"

La giornata passò tranquillamente, mi avevano spiegato un po' meglio il fatto dei 3 giorni a Maiorca. Si faceva ogni anno prima dell'inizio della stagione.
Saremmo partiti il 14 luglio e saremmo tornati il 17.
Passando per la porta d'ingresso, trovai ancora un bigliettino.
"Ti va di venire a mangiare qualcosa da me? Se non hai da fare. Se si, ti aspetto per le 19.30, K"
Sorrisi per la sua semplicità, era un ragazzo così, semplice ed educato.
Guardai l'orario e vidi che era quasi ora, così andai lì subito.
"Ei" Aprì la porta, era solo con i pantaloncini della juve.
"Mettere una maglietta non è un'opzione per te, vero?"
"Mh no" Si spostò e mi fece entrare.
Il sole stava per tramontare, la vista su Barcellona ad tramonto si vedeva benissimo da qui, e luce soffusa entrava da tutti gli ampi vetri.
"Ti va una pizza?"
"Va bene"

"Allora mi vuoi dire perché non riuscivi a dormire sta notte? O mi vuoi svegliare ancora?" Risi, ma lui rimase serio.
"Va tutto bene?"
"Un mio cugino, a cui sono molto affezionato e legato, ha fatto un incidente in moto, e non posso andare a trovarlo, è in gravi condizioni"
"Oh dio, non pensavo, scusami.."
"Tranquilla"
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai spontaneamente.

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora