"Non eri tu che cercavi le botte"

786 14 0
                                    

Finita la partita e tutti i saluti a Giorgio, scesi in campo.
"Julia?" In campo erano rimasti Paulo, Dusan e Alvaro.
Io corsi verso di lui e gli saltai addosso.
"Mi sei mancato" Dissi sussurrando.
"Anche tu piccola" Sussurrò.
Lo baciai scendendo, poi salutai anche Alvaro.
Mi sedetti sul campo insieme a loro e iniziammo a parlare di questo mese passato.
"Quindi hai scoperto chi è tuo padre?" Chiese Alvaro.
"Già" Abbassai lo sguardo.
Paulo era rimasto zitto tutto il tempo, ogni tanto alzava lo sguardo per guardare lo stadio, nella quale eravamo rimasti solo noi.
Poco dopo se ne uscì con il discorso vacanze.
"Io avevo pensato di andare in Grecia"
"Si! La Grecia è bellissima"
"Domani allora ci vediamo al nostro solito bar e ne parliamo, va bene?"
"Va benissimo" Alvaro si alzò e andò negli spogliatoi per fare la doccia e cambiarsi, così anche Dusan.
"Vieni?" Chiesi a Paulo.
Lui scosse la testa.
Mi risedetti difianco a lui e rimasi zitta.
"Estoy orgulloso de ti" ("Sono fiero di te")
Lo guardai e sorrisi.
"Vieni qui" Si alzò in piedi e mi prese la mano, abbracciandomi.
Poi mi mise un braccio dietro le spalle, e ci avviammo piano all'uscita del campo.

-
"Domani a che ora ci becchiamo?"
"Ho allenamento alle 14, appena finisco mi passate a prendere?" Dissi rivolta a Dusan, Paulo ed Alvaro.
"Va bene, buonanotte ragazzi" Disse Alvaro andando verso la macchina.
"Notte Alvaro" Fecimo tutti.
"Allora ci vediamo domani, ciao ragazzi" Ci abbracciò ad entrambi, poi io e Dusan andammo alla sua macchina.
"Non pensavo arrivassi così presto"
"Sono riuscita a trovare un volo appena dopo la gara, ed è venuta a prendermi in aeroporto Alice"
Lui sorrise guardando concentrato la strada mettendomi una mano sulla coscia.
Era spensierato e felice, si vedeva dai suoi occhi che luccicavano.
"Perché ridi?" Sorrisi anche io.
"Nulla, sono felice che tu sia tornata oggi"
Appoggiai la testa al finestrino tenendo la mia mano nella sua.
"Dopo domani arrivano i miei genitori"
"Mi ero dimenticata! Stanno in hotel o vengono da noi?"
"Gli ho detto di andare nella mia vecchia casa, almeno noi due stiamo soli" Mi guardò.
"Dusan mamma mia sempre uguale sei"
"Comunque non ti ho ancora fatto i complimenti dal vivo, sono orgoglioso di te amore"
Lo guardai sorridendo, con gli occhi da innamorata.
"Mi sono sempre chiesta una cosa"
"Dimmi"
"Hai mai pattinato?"
"Si, so andarci"
"Allora vai alla pista"
"Ma è quasi l'1 di notte"
"Fidati di me, vai"
Girò in una strada che dirigeva proprio lì.
"È chiusa, cosa vuoi farci?"
"Ho le chiavi bello mio"
"Addirittura hai le chiavi della pista?"
"Si, questa pista è di Andrea, quindi ha voluto lasciarmi le chiavi per quando volessi venire qui"
Entrai e tirai su tutti gli interruttori della luce, facendo illuminare la pista.
"Ecco, mettiti questi" Gli passai un paio di pattini da uomo e si sedette, io invece usai i miei.
"Non pattino da una vita però"
"Vieni dai" Gli presi la mano ed entrai, ma lui rimase fuori.
"Non dirmi che hai paura"
"Ma ti pare? Io non ho paura di niente"
"Non ti credo"
"Allora guarda" Entrò in pista un po' traballante, ma rimase comunque in piedi.
"Wow pensavo che al primo passo cadessi"
Gli girai intorno parlandogli.
"Sei così fottutamente sexy" Mi fermò prendendomi da un fianco e mi baciò.
"Nah nah non ora" Mi allontanai.
"Vieni qui" Cercò di prendermi ma io ero troppo veloce.
"Non sono mica un campione olimpionico come te, vai piano"
Dopo poco cadde di culo sul ghiaccio e imprecò qualcosa in serbo.
"Aiutami per favore" Disse con qualche smorfia.
"Smettila di ridere" Aggiunse.
"Stai ridendo pure tu" Feci.
Gli porsi la mano e lo aiutai.

-
Il giorno dopo, verso le 17:30, io, Dusan, Alvaro, Alice, Paulo e Oriana ci trovammo al nostro solito bar per prenotare le vacanze.
Avevo portato il Mac, così da essere più comodi.
"Ragazzi voi cosa volete?"
"Un cappuccio"
"Un caffe"
"Julia tu solito?"
"Si grazie" Paulo andò ad ordinare mentre noi ci sedemmo al tavolo.

"Questo hotel è bellissimo!" Paulo mi strappò il pc dalle mani e fece tutto lui.
"Si no te mato hoy" ("Se non ti uccido oggi") Dissi.
"Non mettetevi a parlare un spagnolo perché qui l'unico che non lo parla sono io e non capisco niente"
Mi misi a ridere e gli scompigliai i capelli.
"Dai guardate che bello" Girò il pc e ci fece vedere l'hotel.
"Dai ci può stare" Così prenotammo sia il volo che l'hotel.
Saremmo partiti il 10 giugno e saremmo tornati il 24 giugno.
"Vi va di andare in un locale sta sera? Ce n'è uno fuori Torino molto bello" Chiese Paulo.
"Per me va bene" Risposimo tutti.
Erano le 19, eravamo appena tornati a casa e io stavo facendo da mangiare nel mentre Dusan era sotto la doccia.
"Amore è pronto!" Urlai per farmi sentire fino al piano di sopra.
Scese con un paio di pantaloncini senza maglia, e i capelli ancora gocciolanti.
"Se stai così ti prendi sicuramente qualcosa"
"Nah non mi ammalo mai"
"Se lo dici tu" Gli passai il piatto e mi ringraziò.

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora