"Me ne vado"

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Finì la festa e decisi di andare a casa di Diego a dormire.
"Ciao ragazzi, grazie ancora" Salutò gli ultimi nostri amici e poi noi andammo alla macchina.
"Tu sei matta!"
"Perché?" Risi.
"È sempre stato il mio sogno avere delle maglie autografate, e non.. non ci posso credere"
"Sono felice"
Continuò a guardare le maglie completamente innamorato.
"Sei più innamorato delle maglie che di me?"
"Ovvio" Ironizzò.
Io lo guardai malissimo, ovviamente ironica.
"Scherzo amore mio"

Quando arrivammo a casa, finalmente mi tolsi i tacchi e in quel momento Diego mi prese per i fianchi, iniziando a baciarmi.
Ci spostammo in salotto, continuando a baciarci, mi appoggiò delicatamente al divano e scese lentamente suo collo.
Mi vennero in mente delle scene con Riccardo, le sue mani su di me e io che volevo solamente scappare.
"Isabel, ti senti bene?"
Non risposi.
"Se non vuoi.. Aspetto"
Lo guardai.
"È per Riccardo?"
Abbassai lo sguardo cercando di trattenere le lacrime.
"Mi vuoi spiegare cosa è successo tra di voi?"
Iniziai a spiegargli le volte in cui sentivo le sue mani su di me, contro la mia volontà.
Quando dovevo restare zitta altrimenti me ne sarei pentita.
Quando nessuno conosceva la verità ed ero solo io con me stessa, a cercare di non farmi mangiare dalla paura.
"Scusami, rovino sempre tutto" Asciugai velocemente le lacrime e feci un piccolo sorriso.
"Non rovini proprio niente, tu migliori tutte le cose"
Mi abbracciò e io scoppiai a piangere.
"Scusami" Sussurrai ancora.
"Basta isi, rilassati"
Rimanemmo così, sdraiati sul divano tra le nostre fragilità, rinchiudendo fuori la realtà.
E poi ci addormentammo.

"Papà, dove stai andando?"
Si chinò alla mia altezza, l'altezza di una bambina di 5 anni.
"Amore, papà e la mamma andranno via"
"E dove?"
Non rispose.
"Dove andate?"
"Papà"
"Mamma" Chiamai entrambi.
"Tornate qui" Iniziai a correre, ma più passi facevo più loro sembravano distanti.
Salirono su quella dannata auto, di fianco mi trovai Dejan, ero cresciuta ed ero arrivata a 19 anni, non ero più quella bambina sensibile e ingenua.
"Dove vanno?" Chiesi a Dejan, ma non rispose neanche lui.
"Se ne vanno, è finita Isabel, non ci saranno più"
Una voce mi disse.
"Non andatevene" Iniziai a dire, sempre a voce più alta.
"Non andatevene, non andatevene, non andatevene!"

"Non andatevene, vi prego!" Urlai svegliandomi.
Lo stesso sogno, tutte le notti, sempre lo stesso incubo.

"Isabel, stai giù" La voce di Diego mi rilassò all'istante.
"Devo chiamare i miei"
"Isabel, era solo un incubo, non è successo niente, vieni qui, sono passati solo 40 minuti"
Tornai a respirare regolarmente, ma quando mi girai, sul divano vidi Riccardo.
"Cosa.."
"Vieni qui"
"Svegliati Isabel, Svegliati, Svegliati"

"Svegliati Isabel!" Urlai effettivamente.
"Isabel, cos'hai?" Vidi Diego fortunatamente, così lo abbracciai.
"Era un incubo?"
"Si" Sussurrai.
"Vuoi andare a prendere una boccata d'aria?"
Annuii e andammo a metterci le scarpe.
"Vieni di qua, c'è un campo sopra qui"
Arrivammo ad un campo da calcio, sopra ad una collina che dava su Torino.
"Che bello" Sussurrai.
"Vengo sempre qui quando mi sento solo, prendo il pallone e gioco"
Ci sedemmo per terra e io rimasi abbracciata a lui.
"Sei tanto stanca in questi giorni" Mi accarezzò la guancia.
"Respira"
Feci dei respiri profondi e chiusi gli occhi, l'aria fresca di una notte di maggio mi arrivò sul viso, ma era piacevole.
Mi coccolò, tanto da farmi addormentare.

POV DIEGO
Restai lì a guardarla innamorato, i suoi lineamenti richiamavano tantissimo quelli di suo padre, i cappelli erano mossi e ricadevano sulle mia braccia.
Non immaginavo neanche che avesse passato quelle cose, non se le meritava minimamente.
Presi il cellulare e scrissi a suo padre.
"Ciao Dusan, volevo ringraziarti per il regalo, sono bellissime e non me le aspettavo proprio, grazie davvero"
Inviai il messaggio e misi giù il telefono.
Mi dispiaceva svegliarla, ma non potevamo stare qui così, quindi la presi in braccio e la portai fino a casa.
"Diego?" Sussurrò.
"Dimmi amore"
"Sei tu?" Non aprì neanche gli occhi.
"Si, sono io, sono qui"
Entrai in casa e l'appoggiai sul divano, ma lei non staccò sua mano dalla mia.
Così mi sdraiai di fianco a lei e mi addormentai.

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora