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Italia pov
Mi staccai dall'abbraccio e notai di aver lasciato una chiazza di bagnato sulla sua maglia.
"Scusami.." dissi arrossendo, senza neanche sapere il motivo.
"Non ti preoccupare" mi rassicuró sorridendo.
Uscimmo dal bagno e trovammo America con Giappone ad aspettarci ansiosi.
"Italia! Tutto bene?" chiese la neko guardando male Germania.
"1 Si tutto ok, 2 non guardare così Germania" risposi mettendo in chiaro due cose. Se Germania doveva essere classificato cattivo per quello che era successo allora avrei abbandonato la scuola.
"Nono, solo che sono rimasta un po' scioccata sai" si giustificó lei.
"Tutto apposto, abbiamo risolto" la rassicurai.
"Germania mi spieghi perché stai così oggi?" chiese America che si sentiva escluso dalla conversazione.
"Solo lo stress, mi ha dato alla testa e mi sono uscite quelle parole" disse rimpiangendo il solo fatto di averle pensate.
"Oggi c'è la seconda partita del torneo di palla prigioniera." dissi con scarso entusiasmo.
Dopo la prima partita tutti avevano perso interesse, soprattutto perché facevano giocare di più gli studenti grandi.
Chiamarono noi e un'altra squadra di persone che non conoscevamo.
Dopo 30 minuti uscimmo dalla palestra vincenti.
Avevamo vinto a tempo record.
Negli spogliatoi avevamo altri 30 minuti liberi perché la prossima lezione cominciava dopo.
Così rimanemmo lì dentro a osservare America che sfidava Russia a un combattimento quasi (toglierei il quasi) mortale.
"VIENI QUI CAPITALISTA DI MERDA" minacciò Russia quando America lo colpì sull'occhio.
"MAI" gli rispose quello che si era arrampicato sugli armadietti.
Scese solo quando si fu accertato che Russia era trattenuto da Germania che lo tirava da dietro.
Giappone era tornata in classe, lei aveva il corso di arte a pagamento in più, noi no.
Poi quando tornammo nel corridoio principale io, Germania, Russia e America notammo una folla di studenti accalcati sulla bacheca.
"C'è la votazione per decidere il posto dove andremo in gita" sentii dire un ragazzo a un amico.
Ci girammo tutti a guardarci. Votazione? Quali posti c'erano?
Ci facemmo strada tra i ragazzi, che quando vedevano Russia e America si spostavano subito.
"Allora c'è mare, montagna, agriturismo, lago, città e bosco." lesse America ad alta voce.
"Che cazzo di gita è in città?" commentai ridendo.
"Ma anche lago e agriturismo non è che sono poi tanto eh..." disse Germania d'accordo.
"Infatti chi ha più voti sono Mare e Montagna." disse il russo.
"Mare tutta la vita" dissi correndo a scrivere il mio nome sotto la fila.
"Idem" commentò l'americano imitandomi.
"Per me è uguale però se devo scegliere..." disse Germania scrivendo il suo nome sotto quello di America.
Ora guardavamo tutti Russia.
"Ok ho capito" e aggiunse anche il suo nome alla lista.

Germania pov
Speravo davvero che il torneo finisse, perché non importava più a nessuno.
Era solo uno spreco di tempo.
Rientrammo in classe parlando delle stanze. C'era chi credeva ci avrebbero fatto decidere i compagni e chi pensava l'avrebbero decisi i prof, cosa molto ingiusta secondo il parere di Italia.
Poi notammo che in ogni classe c'era un altro foglio, dove dovevamo compilare queste categorie :
Nome del capostanza,
Numero di compagni,
Nomi dei compagni.
"Ok possiamo scegliere noi" dissi indifferente.
"E se gode" commentò Italia.
America corse a compilare il foglio.
Capostanza : America
Numero di compagni : 3
Nomi dei compagni : Russia, Germania, Italia.
Poi mi accorsi di una nota in piccolo.
"Maschi e femmine separati" lessi piano.
"Sicuramente non rispetteranno mai questa regola" dissi a me stesso.
"Ovviamente se America ha intenzione di lanciare una festa l'ultimo giorno di gita saremo costretti a violarla" commentò Italia vicino a me.
Non mi ero neanche accorto che mi stesse ascoltando.
"Oh sei qui" dissi.
"No sono in bagno" rispose sarcastico.
"Cretino"
"Stronzo"
"Halt die Klappe" (stai zitto)
"Fighetta"
"Vieni qui pezzo di scheiße" (merda)
"MAI" rise lui salendo su un banco.
"Vieni se ne hai il coraggio,stronzetto"
lo istigai.
"Contaci" mi rassicurò sarcastico.
Entrò il professore e Italia fece appena in tempo a scendere dal banco e a sedersi composto.
Io per poco non scoppiai a ridere perché Italia stava facendo una faccia troppo innocente.
Mi guardò male e dovetti tapparmi il naso per non esplodere davanti al prof, così pensai alle 2 ore di tecnologia che ci aspettavano e ritornai il solito serio.
Ma al cosa probabilmente a Italia non piacque, dato che tornó serio pure lui.
Finito il suicidio (come Italia chiamava tecnologia) fummo liberi fi fare ricreazione.
"Aaaah, finalmente" disse Italia stiracchiandosi.
"Già" dissi.
Ci sedemmo a una panchina e presto Giappone ci raggiunse.
"Hey ragazzi eccovi!" disse salutandoci.
"Ciao giap" salutò Italia con gli occhi chiusi.
Io mi tolsi gli occhiali e iniziai a massaggiarmi le tempie. Facevano un male pazzesco.
Italia mi vide e pensò bene di fottermi gli occhiali e se li infilò (al contrario ovviamente) imitandomi.
"Sono Germania e la mia unica ragione di vita è lo studio" disse cercando di imitare la mia voce ma invano.
"Haha sei proprio divertente guarda" commentai mezzo irritato mezzo divertito.
"E ridi dai!" disse Italia esausto. Stava provando a farmi ridere.
Solo ora lo avevo capito.
"Scusa ma ci vuole di più per farmi ridere" dissi.
"Ti ricordo che oggi in classe ti sei dovuto tappare il naso per non ridere, quindi taci" mi ricordó.
"Sisi certo"
Rientrammo in classe seccati ma sorridenti.

*salto temporale : fine delle lezioni*

Italia pov
"Ciao giap! Se ci sono quei tizi per favore chiamaci e veniamo." le consigliai.
"Ciao tranquillo!" mi rassicuró.
Camminammo verso casa con calma, non c'era alcuna fretta.
"Tu che fai oggi pomeriggio?" chiesi a Germania tanto per dire qualcosa.
"Studio, anche se già so gli argomenti" mi rispose lui.
"Cosa cazzo studi a fare se già sai gli argomenti?" chiesi secco.
"Così li so meglio" mi rispose scrollando le spalle.
"Sticazzi, oggi vieni con me alla festa di America" dissi autoinvitandolo.
"Ma domani abbiamo scuola!" urlò sull'orlo di una crisi isterica.
"Domani abbiamo anche sciopero se non ricordi" dissi ridendo.
"Quanti cazzo di scioperi abbiamo" commentò sottovoce il tedesco.
"Più ne abbiamo meglio è" dissi.
"Questo è certo" finii.
"Quindi dove si fa?" chiese.
"Discoteca!" esclamai felice.
Mi resi conto che non sapevo se Germania c'era mai andato in discoteca.
"Ah. Ok." rispose solo lui.
In men che non si dica eravamo arrivati davanti alla strada che portava alle nostre case.
"Ti chiamo quando ti passo a prendere ok?" chiesi.
"Ok a dopo" mi rispose sorridendo.
Ricambiai.

Breve ma intenso.
Nuovo capitolo (grazie al cazzo starete pensando).
Ve gusta la suspense?
Sono cattiva lo so.
A domani
FG07

Finché Ci Sarò Io - GerIta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora