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Italia pov
Mi ero svegliato molto male.
Se alle 8 dovevamo essere alla stazione mi sarei dovuto svegliare alle 6.
E così feci seppure controvoglia.
Mi alzai e desiderai con tutto l'animo di poter essere mio fratello o Francia perché loro la gita l'avevano già fatta essendo tutti e due più grandi di me.
Quindi mentre loro potevano dormire ancora un'ora io giravo per casa come uno zombie caffeina-dipendente.
Mi sedetti al tavolo con le persiane ancora tirate giù, quindi nella penombra dell'alba e bevvi il mio caffelatte con calma.
Accesi il telefono e andai a scrivere a Germania.

I: Sei sveglio?
G: Ovvio
I: Domandina veloce : a che ora ti sei svegliato?
G: 6 meno 10 credo.
I: mh. Alle 7 sarai davanti casa mia vero?
G: Si basta che tu ti prepari. Hai la valigia pronta?
I: si l'ho fatta l'altro ieri.
G: Allora perfetto ci vediamo alle 7.
I: a dopo

Dopo essermi accertato degli orari mi andai a lavare e a vestire.
Sapevo che stavo andando troppo piano e dovevo darmi una sbrigata sennò sarebbe arrivato Germania e io stavo ancora a deprimermi sul letto.
Alle 7 meno 10 ero pronto e lasciai un bigliettino scritto malissimo sul tavolo per avvertire Spagna e Francia.
Uscii di casa e mi sedetti sui 3 gradini che ci sono davanti la porta aspettando il tedesco.
Stavo per riaddormentarmi quando una mano mi scosse la spalla.
"Svegliati!" mi sussurrò Germania.
"Oh sei qui. Ecco aspetta" gli risposi.
Mi alzai malamente e camminammo verso la fermata del bus.
"Dobbiamo fare 4 fermate e poi siamo quasi arrivati." mi spiegò lui.
"Con quel quasi intendevi che avremo da camminare?" chiesi speranzoso di no.
"Un pochetto. Però in treno potrai dormire. In autobus è meglio di no perché sono poche fermate." mi rassicuró.
"Lo spero bene.." commentai.
Ci sedemmo con le valigie tra le gambe e aspettammo quei 10 minuti che ci vollero in silenzio.

Germania pov
Scendemmo e feci cenno a Italia di seguirmi.
Camminavano non troppo veloci anche perché avevamo ancora 50 minuti circa.
"Quanto ci vuole?" chiese l'italiano a metà strada.
"Poco te lo assicuro" lo rassicurai.
Dopo poco scorgemmo la stazione e vedemmo anche Russia con America e Giappone.
Li raggiungemmo e Italia si sedette sulla banchina come tutti gli altri in attesa degli ultimi ritardatari.
Nel frattempo i prof stavano facendo l'appello.
Dovetti rispondere io per Italia perché si stava per riaddormentare.
Era proprio stanco.
Quando si furono fatte le 8 meno 10 il treno arrivò e ci affrettammo a prendere 5 posti vicini, cioè gli ultimi.
Erano 3 attaccati e 2 davanti.
Io mi sedetti accanto al finestrino di sinistra, Italia in mezzo e Giappone dall'altro lato.
"Io non ci sto seduto con il capitalista" si lamentó Russia.
"Russia non rompere i coglioni e siediti. Tanto sono solo 4 ore forse ce la farete a scoparvi nel viaggio" ribattei seccato.
Giappone rise e Italia con le poche energie che aveva si unì alla risata.
America arrossì ma si arrabbió e stessa cosa Russia.
"Ridillo" mi provocò Russia avvicinando il viso al mio.
"Ragazzi laggiù!" ci richiamó UN.
Russia mi guardò male e si sedette.
"Germania sei stato troppo forte" commentò Giap ancora ridendo.
Italia probabilmente doveva aver esaurito tutte le risorse perché appoggiò la testa sulla mia spalla come ieri e si addormentò subito.
Sorrisi lievemente e lo avvicinai un po' a me.
Giappone sfortunatamente notó la cosa.
Mi guardò e sorride da maniaca pervertita.
"Certe volte mi spaventi" dissi allontanandomi.
"HA! Ti stai allontanando con Italia!" esclamò lei.
"Cosa cazzo ti urli!" la sgridai.
Fortunatamente nessuno aveva sentito perché erano tutti occupati a fare altro.
Mi misi a guardare fuori dal finestrino ma probabilmente ero stanco anch'io perché mi addormentai.

Giappone pov
Guardai i miei due migliori amici e tirai fuori il tablet da sketch.
Era l'unico tipo di tablet che la scuola accettava.
Inziai a fare uno schizzo e devo dire che mi uscì anche molto bene.
(Non mi metto a farlo adesso sorry).
Poi infilai le cuffie e mi addormentai anch'io, essendomi svegliata alle 6 molto stanca.

Russia pov
Di stare seduto con America proprio non mi andava se poi ci si mettevano anche Germania con le sue battute.
Come se noi non avessimo notato il rapporto tra lui e Italia.
Però io almeno evitavo di fare certe battute.
Ma d'altronde, cosa me ne importava?
Mi girai dall'altro lato a osservare America.
Aveva le cuffie e stava al telefono.
Come al solito.
Aveva sempre i suoi occhiali da sole sugli occhi.
Cosa sarebbe successo se...
"Cosa- Ridammeli!" urlò America chiudendo gli occhi appena gli sfilai gli occhiali dal viso.
"Perché? Cosa hai da nascondere?" chiesi provocandolo.
Si mise una mano sugli occhi da nasconderli pur continuando a vedere e con uno scatto me li strappó dalle mani e se li rinfiló velocemente.
Mi guardò storto e tornó sul telefono.
Non avevo capito cosa avesse sotto gli occhiali però ero quasi sicuro di aver visto una scintilla.
Probabilmente sarà stata una mia impressione, pensai.
Ma se invece non lo fosse stata?

Niente da dire anche oggi se non che Germania inizia a comprendere graduatamente che ama Italia.
A domani
FG07

Finché Ci Sarò Io - GerIta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora