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Italia pov
Quel giorno mi svegliai e sentii subito le risate di mia sorella Francia.
Scesi le scale e vidi EU seduto sul divano di casa nostra, con Francia dietro che rideva, mio padre scuro in volto e Spagna in silenzio.
In tutto ciò io ero in boxer, cosa molto imbarazzante.
"Ehm, buongiorno a tutti?" dissi io.
"Buongiorno a lei, signorino Italia, dovremmo discutere di una cosa, e sarebbe meglio se si andasse a vestire." disse EU.
Io, pur non capendo di cosa avremo dovuto discutere, mi andai a vestire.
Nel frattempo rimuginavo sul perché EU fosse a casa nostra.
Mi infilai una felpa e dei pantaloncini e corsi di sotto.
" Allora Italia, volevo comunicarle che per una decisione presa da UN suo padre non sarà più autorizzato a vivere nella vostra stessa casa, e sarà mandato a residere dove tutti i vecchi countryhumans finiscono alla loro morte." spiegò lui.
Rimasi sconvolto.
Non potevano, non potevano farmi questo.
" P-perché?" chiesi col fiato mozzo.
" Questo non ti riguarda " disse secco EU.
"Italia, non ti preoccupare, ricorda che sarò sempre con te" mi rassicuró mio padre, con gli occhi lucidi.
"No, no, aspetta!" urlai, ma loro due erano già scomparsi.
Rimasi lì, a guardare il vuoto, e Spagna mi si avvicinò, preoccupato.
"Hey, tranquillo, andrà tutto bene" disse, abbracciandomi.
Lo scansai e corsi in camera mia.

Germania pov
Ero quasi pronto per uscire quando EU apparì in casa nostra.
"Germania, la prego di sedersi e chiamare suo padre." mi ordinò.
"C-certo..." risposi titubante.
Mi sedetti con mio padre accanto, e EU iniziò a parlare.
"Siamo spiacenti di doverle comunicare che suo padre non può più vivere con lei." mi disse.
"Ah ok." risposi indifferente.
Non mi faceva né caldo né freddo.
"Vedo che l'ha presa meglio di quanto ha fatto Italia.." commentò lui.
"Come?" chiesi.
"Niente niente." disse vago.
Mio padre mi salutò, tutti e due per niente commossi, e scomparì con EU.

Giappone pov
Stavo guardando qualche anime prima di dover andare a scuola quando mio padre entrò in camera, cosa che non faceva quasi mai, mi diede un bacio sulla fronte e scomparì.
Rimasi confusa, così scesi le scale e lessi un biglietto che mi aveva lasciato sul tavolo dove diceva che sarebbe andato a vivere da un'altra parte, e che mi aveva sempre voluto bene.
"No..." dissi io, con gli occhi lucidi.
"Perché?!" mi chiesi.
Uscii di casa correndo presi la bici e pedalai a scuola più velocemente che potevo.

Italia pov
Chiusi la camera a chiave e mi misi in ginocchio davanti al letto, con le lacrime agli occhi.
Sapevo di non essere solo, ma lui era stato il mio unico appiglio da quando la guerra era finita.
Gli volevo un mondo di bene, come lui ne voleva a me.
Presi un quaderno innocente e lo scaraventai addosso alla parete di camera mia, ansimante.
Al quel punto Spagna bussò alla porta.
"Hermanito, tutto apposto?"
"Vai via!" gli urlai.
"Farai tardi a scuola..." cercò di dire, ma sentimmo la risata di Francia, mentre diceva che le facevo pena.
Spagna si arrabbió e le urlò contro, ma lei se ne fregó e uscì di casa ridendo.
Mi alzai dal letto con gli occhi rossi e uscii dalla mia camera.
" Andiamo?" chiese Spagna un po' preoccupato.
"Si." risposi secco.
Uscimmo e arrivammo a scuola appena in tempo.
Spagna si allontanò e notai il mio gruppetto di amici.
"Yo ita!" mi salutó America appena mi vide.
Vidi Giappone scura in volto e Germania nervoso.
"Anche a voi..?" chiesi.
"Si" risposero.
"Cosa?" chiese Russia.
Suo padre finita la guerra era subito andato a finire in quel posto, non era rimasto con lui.
"I nostri genitori sono stai convocati e ora non vivono più con noi" spiegò Germania.
"Ah." commentò America.
"Sono sicura che mi riprenderò" disse Giappone rallegrandosi.
"A me non me ne può fregare di meno" disse Germania secco.
"E tu?" chiese Russia guardandomi.
Tutti si girarono a guardarmi.
"Si credo, credo che mi riprenderò anch'io, forse..." dissi piano
"Ita tutto ok?" chiese America.
"Sisi, tranquillo" dissi sorridendo.
Ricominciarono tutti a parlare tranne Germania, che mi fissava concentrato.

Germania pov
Si vedeva lontano un miglio che stava mentendo.
Ovvio che gli dispiaceva.

Italia pov
Mente loro parlavano di stupidaggini varie io pensavo.
Come avrei fatto? Di solito c'era mio padre a evitare che Francia mi bullizzasse. Ma ora?
Suonò la campanella ed entrammo in classe.

*Salto temporale : allenamenti*

Fummo il primo gruppo che chiamarono per gli allenamenti di palla prigioniera.
Ci mettemmo in posizione e andai a prendere il pallone.
Avremmo giocato contro la squadra di Francia, formata da lei, UK, Austria, Belgio e Svizzera.
Iniziò la partita e la palla era loro.
Francia fece il primo tirò e su chi mirò? Su di me ovviamente, più precisamente sul mio organo riproduttivo.
Ma per fortuna schivai il pallone e cadde a terra.
Palla nostra.
Giap lanciò la palla mirando a Svizzera ma lei si scansó appena in tempo.
La partita continuò così fino a che Francia mirò su Germania e lo colpì sullo stomaco, apposta.
Lui si mise una mano sulla pancia, sputando sangue.
Impallidimmo tutti, compresa lei. Russia e gli altri della nostra squadra andarono incontro a Ger, ma io rimasi in mezzo al campo, con i pugni stretti.
Francia si scusó, dicendo che non lo aveva fatto apposta, cosa falsissima. Riprese la partita e giocammo con un giocatore in meno. Ma ciò non mi impedì di avere la mia vendetta.
Palla nostra.
Palla mia, per precisione.
Mirai al suo viso, al viso di Francia.
Scagliai il pallone contro di lei con tutte le forze che avevo, colpendola in pieno.
Lei cadde all'indietro, incazzata nera.
La sua squadra la accorse, i miei compagni mi guardarono ridere, ridere, e ridere ancora, fino a perdere il fiato.
Germania mi guardava stupito, mentre si teneva una mano sullo stomaco dolorante.
Ripartì la partita, ma ogni volta io e Francia eravamo sempre più agguerriti l'uno contro l'altra.
La partita finì con la nostra vincita, ma Germania aveva lo stomaco dolorante, io un'occhio nero e il naso sanguinante.
Francia invece aveva il labbro spaccato e UK il naso sanguinante anche.
Ritornammo in classe trinonfanti, sopratutto io con il mio fantastico livido in faccia e il colletto della felpa macchiato di rosso.

Germania pov
Lo stomaco faceva male.
Tanto. Ma probabilmente non era nulla in confronto a quello che si era fatto Italia, così restetti e strinsi denti fino alla fine delle lezioni.
Ci salutammo e io e l'italiano tornammo a casa insieme, lui felice per aver sconfitto la sorella, e io sorridente ma dolorante allo stesso tempo.
Ci salutammo al bivio che separava le nostre case e camminai piano verso casa.
Appena entrato corsi in bagno e mi guardai allo specchio :
Vi ricordate il livido che mi era venuto quando quel cretino mi aveva dato un calcio? Ecco, era quasi guarito, ma adesso era tornato, più scuro di prima.
"Scheiße" (merda) imprecai, sputando sangue nel lavandino.
Presi una pezza di stoffa, la bagnai e la permetti sulla bocca, mentre mi massaggiavo lo stomaco.
Mi sedetti a tavola e iniziai a mangiare.

Italia pov
Stavo per aprire la porta di casa quando si aprì da sola e venni spinto dentro da due mani femminili.

Vi piace la suspense?
Hehe spero di si >:)
No davvero, finisce così il capitolo alla prossima

FG07

Finché Ci Sarò Io - GerIta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora