47-concerto

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Germania pov
Mi resi conto che il tempo pasaava troppo in fretta.
Se ci pensavo, non era ieri che avevo accompagnato Italia dal padre?
No.
Domani ci sarebbe stato il concerto.
Esattamente domani ci sarebbe stato il concerto.
E i miei sentimenti per Italia non erano cambiati per niente, se non che forse erano aumentati.
Insomma, mi stavo tenendo tutto dentro.
Non sapevo come dirglielo.
E se non avesse ricambiato avrei rovinato tutto.
Ma neanche per idea che mi confessavo.
Troppo rischioso.
Ma non potevo neanche andare avanti così.
Erano 2 settimane che mangiavo poco o niente e facevo fatica a dormire.
E poi ero diventato monotematico.
Provate a immaginare a chi pensavo 24 h su 24?
Italia ovviamente.
Anche se evitavo certe fantasie eh.
Comunque, erano già due giorni che lui mi bombardava di messaggi perché voleva sempre essere sicuro che io potessi venire al concerto.
E io ogni volta gli rispondevo di si.
Non che mi dispiacesse, anzi, così avevo sempre una scusa per parlare con lui.
Ritornando al presente, se il concerto cominciava alle 9, e ci avremmo messo un'oretta per arrivare, beh, saremmo dovuti uscire alle 8/7 e 30.
Non ero eccitato quanto lui, però mi faceva sempre piacere renderlo felice.

*Salto temporale : le 6 di pomeriggio del giorno dopo*

Italia pov
Ero carico a mille.
Non vedevo l'ora che arrivassero le 7 e 30 per prendere il bus, andare e...
Ok, dovevo darmi una calmata.
Tanto, era solo un concerto no?
Appunto.
Non era solo quella la ragione della mia eccitatazione, ma anche la compagnia.
Cercai di togliermi dalla mente quel pensiero e mi sdraiai sul letto a cazzeggiare col telefono.
Era una cosa che mi calmava in realtà.
Ormai era passata un'ora buona e mi decisi a uscire.
Francia stava a casa e aveva invitato Uk mentre Spagna era in giro con degli amici.
Così uscii di corsa e trovai Germania già seduto alla stazione.
"Sono per caso in ritardo?" chiesi sorridendo.
"Davvero me lo stai chiedendo?" chiese lui divertito.
"No per finta" risposi sarcastico ma felice.
"Allora pronto?" mi chiese squadrandomi.
"Più che pronto!" esclamai sedendomi accanto a lui.
"Allora se sei davvero pronto cantami qualcosa" disse lui stuzzicandomi.
"Mmh, oh si."
Tirai un bel respiro e cominciai pur sapendo che ero negato.
"Baby I've been, I've been losing sleep, dreaming about the things that we could-" partii per poi fermarmi a metà scoppiando a ridere.
Anche il tedesco si unì alla risata.
"Molto delicato tu eh?" chiese lui con le lacrime agli occhi.
"Ovvio amo" mi vantai.
Passammo quella mezz'ora a cazzeggiare provando a cantare spezzoni di canzoni (ovviamente con risultati penosi) ma ci divertimmo.
Poi arrivò l'autobus.
Sentii l'eccitazione salire alle stelle.
"Ao calmati" mi disse Germania.
"Si ma io sono calmo" mentii.
"E si vede" mi schernì quello.
Ci sedemmo stavolta agli ultimi posti (i più belli) e presi fuori l'MP3 con un paio di cuffiette.
Mi girai verso Germania e mi stampai un sorriso in faccia che andava da un orecchio all'alto.

Germania pov
Fu così che mi ritrovai ad ascoltare tutte le canzoni degli OneRepublic condividendo le cuffiette con Italia.
Wow.
Però era rilassante.
E infatti Italia mi si addormentò addosso.
Sorrisi e gli accarezzai i capelli come sempre.
Lui sorrise nel sonno e mi venne spontaneo ricordare quella volta in gita dove ce ne eravamo scappati in spiaggia.
Poi mi vennero in mente tutte le cazzate che avevamo fatto durante quell'anno pazzesco.
Troppe, a dirla tutta.
Però la sensazione di stare con Italia ripagava tutti gli sforzi.
Così appoggiai la testa al finestrino e aspettai anche vhe il viaggio partisse.
Però... Però anche se stavo con Italia non mi sentivo definitivamente a mio agio.
Perché?
Perché non mi ero ancora confessato.
Io lo amavo ma allo stesso tempo soffrivo in silenzio.
Avrei dovuto trovare un modo per confessarmi, stasera.
Magari non al concerto, magari dopo che fosse finito l'avrei invitato a casa mia.
Ma si dai, rischiamo un'amicizia così a cazzo.
Ero combattuto.
Non sapevo se avrei dovuto dirglielo oppure no.
Ma non potevo andare avanti così.
Mi decisi : l'avrei fatto dopo il concerto, a casa mia.
Sempre che lui accettasse di venire.
Così potei rilassarmi e aspettare che arrivassimo.

Italia pov
Stavo dormendo che una mano delicata mi svegliò.
La strinsi.
Poi aprii gli occhi e vidi Germania che sorrideva.
"Muoviti, o non ci vuoi più andare al concerto?" mi chiese.
"Me lo chiedi pure?" ribattei alzandomi.
Una volta scesi dall'autobus ci ritrovammo davanti a questo mega palco dove già erano posizionati gli strumenti.
Sorrisi come non avevo mai fatto prima.
Abbracciai Germania.
"Non sai quanto significhi per me la tua presenza adesso" dissi guardandolo negli occhi.
Lui mi sorrise.
"Potrei dire lo stesso" rispose.
Ci avviammo verso i nostri posti, o meglio, dove avremo deciso di metterci.
Perché beh, non so se definirla una buona notizia o cattiva però non c'erano sedie.
Insomma, dovevi stare in piedi.
Non che a me dispiacesse.
Trascinai Germania verso i lati del palco.
I miei posti preferiti sono quelli vicini al palco ma vero i lati perché al centro c'era sempre troppa gente.
Ci appoggiammo a una rete che stava lì e aspettammo quei 10 minuti che mancavano per l'inizio.
Così parlai un po' con Germania del più e del meno come se stessimo aspettando che la pasta si cuocesse invece che un concerto cominciasse.
E poi si spensero tutte le luci.
Sulle prime pensai che ci fosse stato un guasto ma invece erano degli effetti speciali con i lampioni e i fari.
Mi strinsi di più a Germania e quello mi strinse una mano su un fianco.
Sorrisi a quel tatto.
E poi la prima canzone partì.
Era bellissimo.
Ero al concerto della mia band preferita con la mia persona preferita.
Era tutto perfetto.
"I ain't worried bout it right now!"
Sentii qualche frase volare dalle canzoni.
La prima era I ain't worried e la seconda Counting Stars.
Tutte e due bellissime.
La terza invece fu Run, anche questa un capolavoro.
E poi il concerto andò avanti.
Ogni volta che cambiava canzone ero sempre più felice.

Germania pov
Ormai mancava poco alla fine del concerto.
Questa sarebbe stata l'ultima canzone.
E poi avrei potuto chiedere a Italia se sarebbe venuto a casa mia.
E poi... Poi avrei dovuto fare la mia mossa.
Cercai di non pensarci troppo.
E tutto d'un tratto le luci si spensero e uno scroscio di applausi si levò dal pubblico.
Anche Italia applaudiva.
Così gli sorrisi nel buio, anche se avevo come la sensazione che avesse percepito il mio sguardo.
Una volta finito anche l'applauso presi per un braccio l'italiano e mi spostai dalla folla tornando alla fermata del bus.
"Italia, io mi chiedevo se ti andava di venire a casa mia per vedere un film se vuoi" dissi guardando il terreno.
"Certo!" rispose lui entusiasta.
Sorrisi incredulo.
Poi aspettammo l'autobus.

*Salto temporale : a casa di Germania*

Germania pov
Una volta arrivati lui sia andò a lavare le mani e io sistemai un secondo camera mia.
Riposi i libri nei cassetti e rifeci il letto.
Non so neanche io perché.
Fatto sta che ci sdraiammo sul divano con Netflix e una coperta (una coperta no più che altro un lenzuolo perché era estate).
"Che film?" chiese lui stringendosi a me.
Sentii l'eccitazione salire.
"Emh, non lo do decidi tu" dissi io.
Non mi interessava del film, dovevo pianificare come mi sarei confessato.
"Che ne dici di Mamma ho perso l'aereo?" chiese.
"Va bene" risposi con il cervello altrove.
E fece partire il film.
Per i primi minuti portai attenzione poi la mia attenzione si rivolse a qualcos'altro.
Come gli avrei esposto i miei sentimenti?
Dopo vari minuti di riflessione capii.
Ero sempre più agitato e quindi mi ero impostato un timer.
Entro la prima ora di film avrei dovuto dirglielo.
Mi stavo obbligando da solo.
Stavamo solo alla prima mezz'ora quindi avevo altri 30 minuti prime di doverlo fare.
In quei 30 minuti mi sforzai di immaginare tutti i possibili finali per la mia confessione.
1 : Non avrebbe ricambiato e mi avrebbe friendzonato e la situazione si sarebbe fatta imbarazzante.
2 : avrebbe ricambiato e.. E?
Ci saremmo fidanzati no?
Ancora non ci credevo.
Controllai quanto mancava.
Eravamo al minuto 45.
Avevo 15 minuti.
15 stramaledetti minuti.
Sentii l'ansia farsi avanti.
Così presi dei bei respiri.
A un certo punto Italia si accorse del mio malessere.
"Tutto apposto Ger? Sembri preoccupato.." disse lui.
"Si è tutto apposto tranquillo" risposi con il mio tono di voce più normale che riuscivo ad avere in quel momento.
Lui sorrise e si rimise a guardare il film.
Ora avevo 10 minuti.
Sperai con tutta la mia anima che avrebbe ricambiato.
Così mi misi a guardare il film come se niente fosse.
5 minuti...
3 minuti...
2 minuti...
1 minuto e mezzo...
1 minuto...
40 secondi...
20 secondi...
10 secondi...
5...
4...
3...
2...
1...




Finché Ci Sarò Io - GerIta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora