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Se si potesse uccidere con un solo sguardo, Jisung a quest'ora sarebbe sottoterra insieme a Minho.

Ma solo perché uno fa commenti nei momenti indesiderati e l'altro si presenta a casa mia senza preavviso.

<<chi è quest'altro bel giovanotto!>> esclama mia madre squadrando Minho. <<Misaki, lo lasci fuori alla porta? Dov'è finita l'educazione? Prego, entra!>>

<<no, ora deve andare via>> dico guardando Minho negli occhi. <<ha da fare>>

<<davvero? Che peccato>> mugugna dispiaciuta la donna al mio fianco.

<<veramente sono libero>> si gratta la nuca il maggiore guardando mia madre.

Non avrei mai pensato di definire Minho stupido, più di Jisung.

Mi porto una mano sugli occhi e sospiro, intanto mia madre invita Minho e Jisung ad andare nel salotto.

Seguo in silenzio i tre, poi vedo mia madre obbligare mio padre ad alzarsi dal divano e mettersi sulla poltrona.

Jisung va a sedersi nuovamente sul pouf e io, Minho e mia madre ci mettiamo sul divano.

Ovviamente lei ha insistito per avere Minho al suo fianco e ha buttato sua figlia dall'altra parte del divano.

Prima di sedersi Minho ha notato lo sguardo di mio padre su di lui, così ha fatto un mezzo inchino e si è presentato.

<<vedo che sei circondata da bei ragazzi, figlia mia>> sorride compiaciuta mia madre.

<<mamma!>> mugugno a denti stretti.

Minho si volta verso di me, Jisung e i miei genitori non possono vederlo in faccia, ma mi sta mimando un 'mamma?'.

Appena annuisco lo vedo sbiancare e diventare ancora più bianco quando posa lo sguardo su mio padre.

<<se questo ragazzo è il tuo vicino di casa>> borbotta mio padre indicando con il pollice Jisung al suo fianco. <<lui chi è?>>

Bella domanda, papà.

Istintivamente io e Minho ci guardiamo, nessuno dei due osa rispondere, anche perché non c'è una risposta.

<<è un tuo compagno di università?>> domanda sorridendo mia madre.

<<no signora, mi sono laureato l'anno scorso>> risponde Minho.

<<hai terminato gli studi?>> chiede ancora una volta, stupita, mia madre. <<lavori?>>

Minho annuisce.

<<lavoro nell'azienda immobiliare della mia famiglia>> risponde lui alternando lo sguardo su entrambi i miei genitori. <<mi occupo principalmente di prendere parte ai meeting dove ci sono clienti giapponesi per tradurre, essendo la lingua che padroneggio meglio dopo il coreano>>

<<parli il giapponese?>> gli occhi di mia madre ai illuminano.

<<certo, sono anche stato a Tokyo, Kyoto e a Nagasaki per lavoro per alcune settimane>> continua lui. <<mi piace ciò che faccio>>

Bravo Minho, fai lo splendido con i miei genitori.

<<beh, sembri un ragazzo con la testa sulle spalle. Non conosco molti giovani che lavorano sodo e con voglia di fare come te>> commenta mio padre.

Mi copro la parte inferiore del viso con una mano per cercare di nascondere il sorriso che minaccia di spuntare sul mio volto.

Sono felice che mio padre abbia abbassato almeno un po' il muro che aveva alzato prima, se ha detto questo di Minho vuol dire che lo pensa davvero.

Limbo || Lee MinhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora