Aprii la porta con la chiave e un suono stridulo fece eco nella casa. Presi un grosso respiro prima di sorpassarla. Valentín era dietro di me, impaziente nel sapere cosa stessi cercando di mostrargli. Non pensavo di arrivare mai a questo punto: di far vedere il mio passato in modo così diretto. Ma con lui potevo, ero al sicuro.
Ci ripensai più o meno una decina di volte, sicura che ci fosse qualcosa che ci collegava, anche se non sapevamo cosa. Spalancai la porta e davanti a noi si palesò quello che rimaneva dell'altra ala della casa. Rimandai indietro i flashback e mi feci da parte per lasciar passare Valentín. Era confuso, forse impaurito. Non era esattamente una bella visione e potevo capirlo se non fosse voluto entrare.
<<E' rimasta solo la cenere>> disse a bassa voce, avendo paura di ferirmi. Gli sorrisi per alleggerire la tensione che era sorta, lui sembrò captare le mie intenzioni perché ricambiò.
<<E qualche trave di legno. Ti ho portato qui non per guardare le macerie ma per aiutarmi a cercare una cosa che spero non sia bruciata con la casa. Lo faresti?>> Passò qualche minuto di silenzio prima che mi diede una risposta precisa. Fui contenta che avesse detto di si, ma spaventata per ciò che avremmo potuto trovare. Da quel giorno, non entrai più in questa ala della villa. Ero impaurita ed emotivamente instabile, come lo ero tutt'ora. Però c'era una differenza: Non avevo Valentín. Mi prese la mano e la strinse forte. Rimasi stupita dal suo gesto ma non lo rifiutai. Averlo con me era un'ancora di salvezza. Ero sicura di potermi fare tutta la casa a piedi, in solo qualche ora, se ci fosse stato lui a tenermi la mano. Gli chiesi di cercare un violino. Negli anni, nella mente balenarono più di un pensiero nel comprarne uno nuovo, ma nessuno era come quello. Mi era stato regalato da Jake e per quanto mi desse fastidio averlo perso, ero anche più liberata. Ma adesso ne avevo bisogno, avevo bisogno di suonarlo e riaverlo al mio fianco. Mi avrebbe aiutato a superare le giornate difficili con la sua melodia dolce e calmante. Avrei potuto dedicare la mia canzone preferita a Valentín, gli sarebbe piaciuta. Spostammo qualche trave e ci sporcammo tutti i vestiti per poter attraversare il corridoio. Lui rideva e scherzava e magicamente questa casa bruciata era diventata colorata. I pianti e le urla racchiusi in questa parte, scomparvero e fecero risuonare solo la nostra felicità. Mi soffermai per prendere fiato, la sbornia circolava ancora nelle vene ma stava passando.
<<Di chi è quella camera?>> Domandò indicando una stanza alla sua destra. Girai lo sguardo e sbiancai quando trovai la camera intatta di Monique. Mi avvicinai e passai sopra le macerie per farmi spazio.
<<Fai attenzione, niente è stabile in questa parte. Fai andare prima me>> venne avanti. Lo fermai con la mano e lui mi guardò sospettoso.
<<Ti devo fare strada, non conosci il posto>> dissi riprendendo a camminare. Non rispose nient'altro e mi seguì solamente. Sfiorai la porta della camera e questa cadde a terra alzando un polverone e facendomi balzare all'indietro per lo spavento improvviso. Sbattei contro il petto di Valentín che mi cinse la vita con le braccia, spostandomi di lato. Tossì per le ceneri che inspirai e lo ringraziai e, quando feci calmare i battiti del cuore, avanzai di nuovo. Il letto era completamente bruciato e con lui anche l'armadio in legno era un mucchio di polvere a terra. Le tende erano ancora appese con le punte mangiate dal fuoco ma una cosa inspiegabile, era il suo profumo annidato nell'aria. Il viso di mamma mi fece tremare, lo vidi salire a galla nei pensieri e feci un passo indietro sentendo il bisogno impellente di uscire.
<<Di chi è questa camera?>> Chiese guardandosi intorno. L'osservai aggirarsi per la stanza in cerca di qualcosa che si fosse salvato, ma non c'era niente di intatto. L'unica cosa che vidi fu un pezzo di carta vicino alla finestra del balcone. Lo presi. Non era semplice carta: era una foto. La nausea salì quando i miei occhi rilevarono il sorriso di mamma con me e Davide in braccio. Papà l'abbracciava e sorrideva come se ci avesse amato da sempre, ma io non potei far altro che disgustarmi e buttarla sul pavimento. Anche se la carta era ingiallita e piena di polvere, riconoscevo una foto sopravvissuta ad un incendio e quella non lo era. Nessuno era più entrato qui, neanche io. Quindi come ci era finita?
<<Che buon profumo, mi ricorda quello che indossava mia madre>> mi girai.
<<Cosa? Scusa, non ti avevo sentito.>>
<<Stai bene? Sei pallida>> mi accarezzò i capelli e annuii. La sua attenzione venne catturata dalla foto che avevo lanciato precedentemente.
<<Sei tu e...>>
<<Mio fratello>> puntò gli occhi nei miei.
<<Non ricordi? Quel giorno, quando venni a casa mia vidi quella foto all'entrata della mia famiglia...>> mi bloccai all'istante ricordando che Valentín era comunque uno sconosciuto. Lui non sapeva ancora tutto del mio passato, o almeno non lo aveva capito.
<<Si, adesso ricordo. Siete in tanti, davvero. Ma dove abitano le tue sorelle e i tuoi fratelli?>> deglutii.
<<Sono morti>> sibilai strappando l'immagine di me e Davide dalle sue mani. Lo superai e la posai sul letto. Ho fatto un grande passo, dovevo?
<<Tutti?>>
<<Hm hm, si.>>
<<Scusa, non avrei mai potuto immaginarlo>> scossi la testa e gli sorrisi. Fui io stavolta che strinsi la sua mano e mi avvicinai.
<<No, non scusarti, assolutamente. Usciamo? Il mio violino ci aspetta>> mi assecondò e continuammo la nostra ricerca nella ala bruciata della casa. Tra qualche risata e caduta, trovammo un'altra stanza accessibile: era quella di Lucas e Philip.
<<Ehi, ci sono degli spartiti qui>> mi richiamò mentre io scavavo nell'armadio.
<<Sono di Lucas, suonava il pianoforte.>>
<<Davvero? E Philip cosa suonava?>>
<<Lui niente, era bravo a ballare, però>> non trovai granché e sbuffai sentendo la stanchezza della sbornia salire. Mi sedetti a terra e mi demoralizzai anche. Del mio violino non c'era traccia.
<<Lo troveremo, vedrai.>>
<<E se così non fosse?>> Mi abbracciò.
<<Ne prenderemo uno nuovo. So che non rimpiazzerà mai quello della tua famiglia, ma qualche volta va bene ricominciare da capo>> mangiai l'interno della guancia in colpa. Avrei dovuto dirlo a Valentín che non era della mia famiglia?
<<Ecco...>> provai a parlare ma lui mi fermò. Chiusi gli occhi e imprecai mentalmente.
<<Mica c'era una dedica sopra? Tipo: per la mia dolce sorellina o da mamma e papà per il tuo decimo compleanno>> sorrise.
<<In realtà me lo regalò Jake, il violino.>>
<<Il tuo migliore amico...Jake?>> il sorriso scomparve.
<<Ex migliore amico.>>
<<Quello dagli occhi blu cerulei? Il tuo colore preferito, blu?>>
<<No, lui non ha gli occhi...>> mi strattonò e si alzò battendo le mani. Mi paralizzai sentendo un applauso e non seppi come ribattere.
<<Fantastico. Veramente fantastico!>> Rise e fece un giro a 360 gradi grattandosi il collo.
<< Valentín...>> mi fermò ancora.
<<Non dire altro. Io me ne vado>> girò le spalle e si allontanò da me. Cazzo. Lo rincorsi scansando il legno bruciato e gli afferrai il braccio, provando a fermarlo.
<<Andiamo, non ti starai mica arrabbiando per questo>> mi fulminò ed io mi rimangiai ogni cosa. Le vene quasi esplose ed il viso rosso raccontavano una storia diversa dalla mia frase.
<<Non mi piace questo tranello, Seira. Prima la discoteca con quel Samuel di merda e adesso il violino di Jake? Mi vuoi morto>>trattenni una risata isterica e dentro di me una parte volle saltare dalla felicità.
<<Sei geloso, per caso?>>
<<Come posso non esserlo della persone a cui tengo?>> Mi bloccai all'istante, sconvolta dalla sua rivelazione che tanto segreta non era. Ma non puoi dire queste cose, non così, almeno.
<<Quindi non parlarmi più di nessuno, né di Samuel e tantomeno di Jake! Lui non lo sopporto proprio, chissà cosa avete fatto insieme>> mise il broncio.
<<A chi ti stai riferendo?>>
<<A Jake, mi pare ovvio.>> Oh no, tu non sai ancora quello che è successo con Samuel.
<<Noi eravamo amici e basta>> mi fulminò ancora.
<<Non sono stupido, so riconoscere quando un ragazzo è innamorato e lui lo è.>>
<<Ma se lo hai visto a malapena una volta!>>
<<Si ma gli occhi non mentono e i suoi sono di qualcuno che è pazzo d'amore. Anche se sembra nascondere qualcosa dietro quella luce chiara e blu>> strattonò nuovamente la mia presa e se ne andò senza di me.
<<Io... Valentín!>>
Jake innamorato di me? Non ho mai preso in considerazione questa cosa, ma forse dovrei.
![](https://img.wattpad.com/cover/322023699-288-k805335.jpg)
STAI LEGGENDO
W I R E D
Mystery / ThrillerCompleta. Seira Gold era una scrittrice che divenne famosa raccontando la sua vita nei libri che scriveva. Aveva un passato che la seguiva, che non la faceva dormire la notte. Attualmente ventisei anni, cinque anni fa un 'incendio avvolse il desti...