九 Kyū 9

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Ero poggiata al suo letto, mentre continuavo a stringergli la mano per paura che la lasciasse andare un momento all'altro

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Ero poggiata al suo letto, mentre continuavo a stringergli la mano per paura che la lasciasse andare un momento all'altro.

Si rimetterà in men che non si dica

Le parole di Shinobu mi ronzavano in testa, nonostante mi avesse ripetuto più volte di aver superato ferite peggiori, per me era la prima volta che lo vedevo in quelle condizioni, ma sopratutto che lo vedevo con occhi diversi, e con la paura di perderlo.

Il sole stava quasi per sorgere, e non volendo chiudergli le finestre, mi nascosi dentro l'armadio, indossando una coperta per evitare qualunque tipo di raggio solare, e mi addormentai riprendendo le forze che avevo utilizzato durante la battaglia.

Mi risvegliai ascoltando qualcuno ridere, e dopo aver constatato che il sole era tramontato mi scrollai di dosso la coperta, e aprii leggermente lanta dell'armadio per capire chi fosse venuto a far visita.

Un ragazzo bassino dai capelli color corvino, con la parte della bocca coperta da una benda, e poi appena vidi il suo serpente intorno al collo lo riconobbi, Obanai Iguro, lo stesso ragazzo con cui parlava Sanemi qualche tempo fa, mi resi solo dopo che non era stato lui a ridere, ma Sanemi, si era svegliato.

Forse fui avventata, forse non ci avevo pensato troppo, ma il mio corpo agì da solo, le mie braccia spalancarono le ante dell'armadio, e le mie gambe corsero verso di lui, finché non mi aggrappai al suo collo.

E quella risata che prima era dedicata al suo amico, ora era dedicata a me, accompagnata dalle sue braccia intorno alla mi vita, mentre io inspiravo il suo profumo e mi godevo del suo abbraccio.

"Vi lascio soli"

Mi sedetti accanto a lui sul letto, mentre lui prese la mia mano e intrecciò le nostre dita, e non avrei mai immaginato che dietro un ragazzo così irascibile e perennemente arrabbiato si celasse un carattere gentile e premuroso, ma soprattutto dolce.

"Che facevi nell'armadio"

Giusto, chissà cosa deve aver pensato di me quando mi ha vista uscire dal guardaroba di legno.

"Non volevo lasciarti solo, ma non volevo neanche chiudere le finestre per non far entrare la luce così.."

"Così ti sei rintanata nell'armadio"

Sorrise e poi mi afferrò il volto, per spingermi vicino a lui e unire finalmente le nostre labbra in un piccolo e flebile bacio, che accettai di finire subito, nonostante desiderassi molto di più di un leggero contatto.

"Tra poco potrò uscire"

"Ti fanno già uscire?"

Lui annuì e io rimasi ancora sorpresa dalla sua veloce guarigione dalla forza della sua vitalità, nonostante shinobu mi avesse avvertita, non pensavo che lo avrebbero rilasciato oggi stesso.

"Grazie"

"Per cosa?"

"Se non fossi intervenuta tu, non so cosa sarebbe accaduto"

Sanemi's LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora