SIGNORE

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"Aspettami qui, faccio in un minuto."
"Ecco il primo ordine."
Bofonchia guardandosi in giro rimirando il lusso della hall, ci lascia gli occhi sulla pavimentazione lucida di pregiato marmo, alza la testa al soffitto alto e decorato far qualcosa come duemila fiori in vetro soffiato.

"Bentornato..." Sente dire in lontananza dalla Receptionist. A quanto pare lo conoscono, pensa Vittoria, senza farsene un problema, intenta ad osservare tanto lusso mai visto. È cresciuta in un paesino di campagna vicino al lago di Garda e si è trasferita a Milano solo ai tempi dell'università dove c'è rimasta per inseguire le sue ambizioni lavorative. Vive in un piccolo appartamento che condivide con Monica da ormai sei anni, ed è ben lontano dal lusso di questa Hall.

Pochi minuti dopo Liam torna da lei, ma rimane ad osservarla persa nell'ammirazione.

"È qui che alloggi?"
"No!"
"Mi è  sembrato che ti conoscesse bene la receptionist. Porti qui tutte le tue scopate occasionali, o è  lei una di quelle?" Virgoletta con le dita in aria.

Liam posa una mano intorno alla sua vita e la accompagna verso l'ascensore.

"Non rispondi?"
"Ti cambierebbe qualcosa saperlo?"
"Faccio solo conversazione, per conoscerci un po'!"
"Ok, vuoi far un po' di conoscenza prima di donarti? Il posto più strano in cui hai fatto sesso?" mormora lui premendo il bottone dell'ascensore.

"Non puoi chiedermelo."
"Sì che posso. L'ho appena fatto. È solo una domanda innocente!"
"Mmh... niente di strano!"
"E ... quando l'ultimo orgasmo?"

Vittoria si sente avvampare dalla vergogna, si chiede chi sia costui per fare certe domande personali, ma opta per la verità.

"Domanda di riserva? Vengo da un periodo di lunga astinenza. Mi ricordo a malapena come si fa sesso."

L'ascensore si apre ed una volta saliti, Liam schiaccia il tasto numero 6, e si appoggia alla parete osservandola accigliato curioso a questo punto.

"Da quanto tempo per l'esattezza?"
"Beh..."
Vittoria alza lo sguardo al soffitto mentre pensa. "...Non lo faccio da tipo... quattordici mesi."
"Cosa?" Chiede sgomentato.

"Quattordici mesi, e stasera sei qui con me che nemmeno conosci?"
"Ti conosco. Ti chiami Liam!" Risponde con la sua stessa battuta facendolo sorridere.

"Non capisco perché ne parlo con te!"
"Sono parecchio interessato all'argomento."
"Ma va! E come mai?"

Liam si sporge sul suo collo sfiorandolo con la barba corta e ben curata, solleticandola.
"Non capisco come una ragazza bella come te non si faccia scopare almeno due volte al giorno."

Vittoria lo fissa, sentendosi formicolare fino alla punta dei piedi. Liam riporta lo sguardo sulle sue labbra, e l'aria tra di loro si carica di elettricità. L'ascensore si ferma e le porte si aprono, e lui sogghigna indicandole l'uscita.

"Sei fortunata! Avrei potuto prenderti proprio qui!"
Un brivido le percorre la schiena, nonostante non sia abituata a quel modo di esprimersi diretto, o forse è  proprio quello il motivo di tanta eccitazione. Questa sera vuole per una volta essere un'altra persona e cercherà di  improvvisarsi come meglio riesce.

"Spiegami... in cosa consisterebbe la mia fortuna se non è successo?" Chiede sfidandolo.

"Cazzo!"
Ringhia afferrandola da dietro premendo la sua ormai erezione contro le sue natiche.

"Non giocare con il fuoco. Non mi sarei preoccupato di bloccare l'ascensore e le porte avrebbero potuto aprirsi in qualsiasi momento e trovarti spettatori gelosi di non essere al mio posto."

Vittoria si rigira tra le sue braccia e lo spinge allontanandolo, camminando all'indietro.

"Non credo proprio. Siamo all'ultimo piano, riservato alla suite padronale... a meno che tu non la condividi con qualcun altro... non avremmo incontrato nessuno."
"Sei una sorpresa, Vittoria."

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