ZITTA

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"Devi stare immobile, o ti faranno male i polsi. Nessuno ti ha mai legata prima?"
"No Signore."

Liam sogghigna accarezzandole i seni con le labbra, e i capezzoli turgidi svettano dritti al contatto.

"Sei bellissima. Non posso evitarlo, sei così invitante..." Le sussurra a fior di pelle e senza preavviso sente i suoi denti morderne uno, facendo pressione qualche secondo facendola sobbalzare.

"Ti ho fatto male?"
Chiede sarcastico lenendolo poi con a lingua calda. L'abilità con cui la muove, la eccita al punto che non pensa a rispondere.

"Ti ho fatto una domanda! Esigo una risposta." Sussurra con voce bassa pizzicandole l'altro con le dita.
"No signore!"
Passa a baciarle il collo facendola rabbrividire, le morde il lobo dell'orecchio, e lei continua a disobbedire, con tono di sufficienza e sfida.

"Le piace proprio, mordere, signore?"
"Zitta! Ti ho forse dato il permesso di parlare?"

Scende di nuovo sul seno succhiando lasciandoci dei lievi segni rossi, soffia sui capezzoli turgidi e sensibili mordendoli con più impeto strappandole questa volta un lamento.

"Sei anche bugiarda!" Sogghigna serrandole la mascella con la mano e strusciando l'erezione contro la sua intimità.

"Non lo sono. Sono solo un po' impaziente!"
"Fretta di sentire ancora il mio cazzo?"
"Sì signore. Mi ha promesso una notte indimenticabile... vorrei mantenesse la promessa!"
"Impertinente, bugiarda e...impaziente!"

Le slaccia il nodo ad un polso, la afferra per i fianchi e con una sola mossa decisa la capovolge pancia in giù, sferrandole uno schiaffo sulla natica già arrossata.

"Questo magnifico culo, finirà per farti male davvero se non impari a rispettarmi."

Vittoria allunga il braccio libero all'indietro afferrando l'erezione con decisione, massaggiando ritmicamente rubandogli un gemito di piacere.

"Signore... io la rispetto molto. O stia sicuro ... non le permetterei di sfiorare questo magnifico culo."

Liam sorride sfinito dalla sua poca obbedienza a tacere.

"Perfetto. Allora fammi vedere quanto mi rispetti. Vediamo se per almeno la prossima mezz'ora chiudi quella bocca e mi permetti di scoparti come ti meriti. Dopotutto sono un uomo di parola."

Il suono della sveglia la riporta anche questa mattina alla realtà, il ricordo di quella notte è sempre presente come le sembra presente il calore di quel corpo sul suo, si porta la mano fra le cosce accarezzandole fino ad incontrare il pizzo dei suoi slip umidi.

"Oh cavolo!" Dice togliendo la mano.
"Che mi sta succedendo?"
Si interroga riscoprendosi vergognosamente bagnata per un sogno. Si alza di scatto e corre in bagno, una doccia è quello che le serve.

Rimane a farsi colpire dal getto dell'acqua per ben cinque lunghi minuti prima di lavarsi, il tempo necessario per allontanare l'effetto di quel ricordo ancora pulsante tra le gambe, per evitare che la sua mano si soffermi a soddisfare un desiderio che per troppi mesi non l'ha mai sfiorata.

In cucina Monica ha già preparato il solito caffè rigenerante.
"Buongiorno! Dovremmo festeggiare più spesso come ieri sera."
"Mhm..." mugugna sorseggiando il caffè.
"Meglio evitare durante la settimana. Ho guadagnato un gran mal di testa."
"Se ti sfogassi con del buon sano sesso, smaltiresti più facilmente i cocktail. Guardami! Io sto da Dio."

"Buongiorno ragazze!"
Borbotta Marco apparendo in cucina come un fantasma.

"Marco? Ti sei fermato qui?"
"Ehm... sì, le ho proposto di andare da me, ma non aveva il cambio per questa mattina."
"Tranquillo. Ho dormito come un sasso, non ho sentito nulla!" Ironizza Vittoria.

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