ROBOCOP

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Vittoria trattiene il fiato, in piedi davanti alla porta, non vuole rischiare di far rumore camminando verso il letto, è talmente agitata che rischierebbe di urtare qualcosa.

"Cavolo!" Pensa. "Non può avermi vista."

Il battito del suo cuore le rimbomba nella testa con un rumore assordante, ha paura che lo possa sentire oltre la porta.
Rimane così per qualche minuto, sperando pensi di aver solo sentito dei rumori, e poi, lo sente parlare. È solo un bisbiglio e sospetta sia in compagnia.

"Se l'è portata qui..."
pensa amareggiata indirizzandosi verso il letto.

"Spero non facciano tanto rumore."

Cerca freneticamente gli auricolari nella borsa, l'ultima cosa che vuole sentire sono i loro gemiti, è talmente furiosa che le tremano le mani allora rovescia il contenuto sul letto, ma niente.

"Dove cavolo li ho messi?"
Bofonchia tra i denti rimettendo tutto nella borsa a caso, senza preoccuparsi dell'ordine. Guarda la porta, ancora nessun rumore, sente una stretta allo stomaco, ed apre il trolley per cercare in qualche tasca, ribalta tutto, ma ancora niente.

"Non posso nemmeno accendere la TV o capirà che sono qui."
Continua a pensare, finché non bussano alla sua porta.

Toc toc...

"Cazzo. Cazzo. Cazzo. Mi ha scoperta." Si blocca, non sa proprio cosa fare, poi sente una voce sconosciuta.

"Service de chambre"
(Servizio in camera)

Si tranquillizza, ma lei non ha ordinato nulla. Si avvicina alla porta e la apre piano, affacciandosi appena, visto la sua mise poco vestita.

"Bonsoir Mademoiselle, un Margarita comme commandé."
(Buonasera signorina, un Margarita come ordinato)

"Cazzo!"
Urla dentro di sé, mentre al cameriere fa un sorriso sconnesso, allunga un braccio senza farlo entrare e prende il bicchiere dal vassoio.

"Merci, désolé pour le temps et pour le mauvais Français!"
(Grazie, mi scuso per l'orario, e per il pessimo francese.)

"È il mio lavoro, nessun problema. Buonaserata." Risponde in italiano avendo riconosciuto il forte accento.

"Anche a lei!"

Il cameriere le sorride, non è abituato a ricevere scuse inappropriate dai clienti generalmente snob di questo Hotel. Torna al letto e lo appoggia al comodino avendo un DeJàvue, il suo altro Margarita non c'è, ricorda solo ora di averlo lasciato sul comodino del suo capo.

"Merda!" impreca, poi sente un fruscio, guarda la porta comunicante e vede a terra una busta color crema spuntare, e non ha la più pallida idea di cosa fare. Se la prendesse, si accorgerebbe della sua presenza, è nella sua stanza solo per metà. Poi pensa: "Ma che cavolo! Mi sta prendendo in giro? È in compagnia di una donna, non penserà che apra la porta per ringraziarlo solo per farsi beccare? Perverso che non è altro!"

Si avvicina alla porta e appoggia l'orecchio un po' controvoglia, disgustata all'idea di sentire certi rumori, ma niente, anzi, qualcosa sente, il rumore dello scroscio dell'acqua in lontananza, non è la doccia, solo il rubinetto. Non esita, si china a prendere la busta, ne estrae il contenuto e la rimette sotto la porta, soddisfatta al momento di averlo abbindolato.

"Ti ho visto! Mi sto lavando i denti, e... stavo proprio aspettando lo facessi!" Grida oltre la porta.

"Merda!"
Impreca ancora, e già lo immagina scalzo, a petto nudo, appoggiato allo stipite della porta, gambe incrociate che si spazzola i denti con quell'aria arrogante e dannatamente attraente, che guarda quella piccola busta sparire oltre la porta.
Naturalmente non risponde, va a sdraiarsi sul letto, senza più fare attenzione, ormai è stata scoperta in flagrante, la figuraccia l'ha fatta.
Apre il biglietto piegato in due e legge, scritto con la stessa elegante calligrafia:

THE STRANGERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora