NUOVO LAVORO

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È trascorsa un'altra settimana, Vittoria ha detto addio al suo vecchio lavoro e non vede l'ora di intraprendere finalmente quello al quale ha tanto aspirato. Inizialmente era felice che anche Andrea lavorasse per la Sco.Tech Cyber, un viso familiare a farle da spalla, ma questo prima. Lei è molto legata a lui, ma proprio non riesce a superare lo scoglio dell'essergli amico, soprattutto dopo il casuale incontro con Liam, a Gardone Riviera, ha capito cosa gli manca. Manca l'adrenalina e il folle desiderio di stare con lui, manca il volerlo sentire sulla sua pelle, quel contatto intimo e complice, e questo ha fatto sì che il rapporto tra loro si fossilizzasse, nessuna svolta, qualche bacio, qualche carezza, ma molta meno spontaneità nel farlo.

...

Paf!

Il rumore di uno schiaffo riempie il silenzio della stanza, la carne freme sotto la seguente carezza a fior di pelle.

"Magnifico! Questo rossore ti dona..." si china sulla schiena nuda a sussurrare: "è molto eccitante, ed eccita anche te, a quanto pare...
Rispondi!"
Ordina non avendone una immediata!

"Sissignore!"
"Brava ragazza! Dopotutto è necessario affinché tu tenga a freno quella morbida ma irrispettosa lingua!"

Paf!
Un altro schiaffo a mano aperta, la fa sobbalzare.

"Sarai ancora indisponente?" Chiede sfiorando la natica sensibile con il dorso di due dita, facendola rabbrividire.

"Sì signore! Se in quel momento mi andrà di farlo!" Risponde lei non curante di innervosirlo. Lui mostra un ghigno, e introducendo due dita nella sua intimità con un movimento deciso, brusco ma eccitante, la avvisa:
"La tua indisponenza mi farà impazzire! La notte è lunga... sarà un piacere punirti." Affonda le dita roteandole ad opera d'arte, facendola gemere dal piacere.

"... non venire! Non ti è ancora permesso!"
"Un'ardua impresa, signore!"
Risponde ansimante con aria appagata dimenando i fianchi contro le sue dita, rialzando dal cuscino, posto sotto il suo ventre, quel fondoschiena divinamente arrossato alla sua vista. La conseguenza è ovvia, estrae inaspettatamente le dita e schiocca un altro invitante ed inevitabile schiaffo.
Paf!

"Non devi contraddirmi. Vuoi vedermi arrabbiato?"
"No, signore!" Risponde soddisfacendolo quel tanto affinché lenisca il suo dolore con tenere carezze.

"Ma... potrei continuare se volesse dire sentirla presto dentro di me... lo so che non vede l'ora... e abbiamo solo questa notte. Rinuncerebbe, solo per ... punirmi...signore?"
"Cazzo!"
Ringhia afferrandole i capelli a coda strattonando all'indietro la testa allungandole il collo, si spalma sul suo corpo, la turgida erezione punta dritto contro le sode, arrossate natiche, e il suo caldo fiato sul suo collo.

"Hai ragione piccola indisponente. Dovrò punirti scopandoti così forte che mi sentirai dentro di te per almeno tre giorni. Ti ricorderai di me ogni volta che ti siederai sulla sedia in ufficio, sarai talmente distratta a pensarmi, che non riuscirai a lavorare come si deve, e se fossi il tuo capo..." sogghigna. " ... ti punirei. Di nuovo! Piegandoti direttamente sulla scrivania!"
"Signore... potrò venire?"
Chiede sfidandolo sorridendo.

"Se avessi saputo della tua riluttanza a rispettarmi, col cazzo avrei proposto questo incontro!"
"Deluso signore?"
"Incazzato! Ma dannatamente eccitato! Ispiri tante di quelle punizioni che solo in parte avrai l'onore di subire. Solo di questo sono deluso. Dovremmo rimediare."
"Impossibile. Non ci rivedremo mai più... signore."

Il suono della sveglia la riporta alla realtà, e dopo aver imprecato contro il mancato tempismo, si alza dal letto euforica di recarsi al nuovo impiego. Entra in doccia, godendo al contatto dell'acqua fresca con la sua pelle accaldata. Quasi ogni notte sogna frammenti di quella sera, si risveglia eccitata e vergognosamente umida. Mai nessun uomo era stato in grado di farlo, a malapena riusciva a soddisfarla. Nonostante tutto, non lo ha richiamato.

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