IL BALLO

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Un pomeriggio all'insegna della leggerezza e del relax, Liam sembra essersi integrato senza problemi agli amici di Vittoria dimostrando di essere completamente l'opposto di una persona arrogante e dispotica che traspare non conoscendolo, partecipa con disinvoltura ai discorsi, anche futili tipici di ragazzi con voglia di divertirsi. È stato per loro una sorpresa vederlo molto affiatato con Vittoria, alternando momenti di ilarità, a momenti di tenerezza e perché no, momenti di battibecchi. Nessuno dei due vuole rinunciare a proprie convinzioni e idee, perciò come è giusto che sia, nessuno dei due vuole per forza di cose assecondare senza far valere la propria idea solo per creare quella sfera di rapporto idilliaco che a lungo andare potrebbe rivelarsi finto. Entrambi hanno un carattere forte e probabilmente è proprio questo che li attrae l'uno all'altro.

Isabel più volte li ha chiamati, è molto brava a ruffianarsi il padre quando vuole ottenere qualcosa, ed è quello il suo intento, ottenere il permesso ancora non espressamente dato, ad uscire con Brando e soprattutto andare alla sua festa, lui da parte sua è consapevole che non può negarglielo, ma per principio la tiene sulle spine e questo la fa arrabbiare, e riagganciando la telefonata con lui, chiama Vittoria implorandolo di fargli cambiare idea.

"Si sta coalizzando troppo con te, e questo non è leale!"
"Cucciolo, ti senti tremare la terra sotto i piedi?"
"Non chiamarmi cucciolo! E sì, voi due insieme siete pericolose!"

"Liam, non sai cosa ti sei tirato addosso rinunciando alla tua libertà!"
Ridacchia Marco vedendolo in difficoltà.

"Ehi, qualcosa da ridire sulla vita di coppia? Guarda che ci metto un secondo a farti tornare single."
Sbotta Monica dandogli un pizzicotto.

"Figurati amore. Io adoro la vita di coppia, solo che lui parte in svantaggio: uno contro due dal nulla!"
"Tre vuoi dire. E mia madre dove la metti? ..." Ironizza caricando sulle spalle Vittoria. "... ma se credono di avere la meglio, si sbagliano di grosso ...."
"Fammi scendere!"
Grida picchiando pugni sulla schiena.

"...Cominciando da questo!"
Le sferra una sculacciata, e le mordicchia il fianco vedendo la pelle liscia e invitante essendosi sollevato il pullover.

"Liam, fammi scendere o lunedì sera accompagniamo a casa Brando."
"Più due alla lista!"
"Io salirò davanti con Rob e loro rimarranno soli soletti sul sedile posteriore."
"Più quattro!"
"Mettimi giù o stasera vengo a cena con i jeans!"

Liam la posa a terra, consapevole che sarebbe in grado di farlo. Lei lo guarda sogghignando gongolando la testa davanti a lui soddisfatta. Lui serra gli occhi.
"Più...otto! Giusto perché è il tuo compleanno!"

Lei smette di ridere mordendosi le labbra dubbiosa se esserne contenta o meno, e lui invece, sorride e le strizza l'occhio.
"Te l'ho detto che io ho la meglio!"

I ragazzi curiosi si chiedono fra loro a cosa si riferisse con quel conteggio.

"Scusate ma ... più otto, di cosa?"
Loro si guardano e scoppiano a ridere.
"Oh niente... otto software da elaborare che mi aggiungerà alla lista settimanale. Pensa di farmi paura, ma a me piace...lavorare!"
Naturalmente loro non capiscono il doppio senso e prendono per vero la versione.

"Se vuoi signorina indisponente, da otto passo a dieci."
Sogghigna con un velo di spocchia.

"Non esagerare signor Scott... se poi mi stanco potrei prendermi giorni di ferie e potresti avere qualche problemino visto che mi hai garantito che solo io "posso"..." virgoletta con le dita in aria. "...metter mano su certi lavori."

"Visto cosa intendevo dire quando vi ho detto che a Parigi non gliele mandava a dire?"
Sbotta Andrea.

"Liam Liam, sei proprio cotto se le permetti di parlarti così, fosse qualcun altro lo faresti fuori dallo staff in un baleno."
"Tu fatti i cazzi tuoi!"
Bofonchia con un tono tranquillo quasi scherzoso, tipico fra amici, perché infondo lo è.

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