Capitolo 13

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Se durante la processione Malyen era riuscito, come aveva detto il genio, "ad atteggiarsi a principe", quando entrò nella sala del trono sentì le ginocchia cedere. Fortunatamente prima era in piedi sul tappeto volante e dopo dovette inchinarsi.

«Buongiorno, maestà.» disse cercando di combattere l'ansia che lo stava travolgendo. «Mi chiamo Alì Ivanovski.»

«Credo lo abbia sentito tutta la città.» borbottò una voce. Malyen alzò la testa, riconoscendo quella voce in particolare, e vide in piedi accanto al trono un uomo vestito di nero, con un bastone dorato a forma di serpente. Se la voce non fosse bastata ad identificarlo, sarebbe stato sufficiente il suo volto attraversato da segni rossi paralleli che parevano proprio graffiate.

Era l'uomo che lo aveva portato alla Caverna delle Meraviglie.

«Aleksander, non essere acido! OS Alta le dà il suo benvenuto, principe Alì! Ma mi dica, quello è proprio un tappeto volante?» chiese il re guardando affascinato il suo tappeto.

«Sì, maestà.» rispose Malyen rialzandosi.

«Meraviglioso, semplicemente meraviglioso!» esclamò alzandosi dal trono e correndo verso di lui per toccarlo.

«Siete venuto qui senza invito, principe. Avete portato forse dei doni?» chiese facendosi avanti l'uomo chiamato Aleksander. Lo stava scrutando con un'irritazione appena contenuta.

«Uh, sì, ne ho portati per scusarmi di non essermi fatto annunciare.» confermò Malyen spostando il proprio peso da una gamba all'altra. «Pensavo di portare oro e animali esotici, ma poi ho pensato che dei libri rari vi sarebbero potuti interessare maggiormente. Libri di geografia, mitologia orientali, magia e quant'altro.»

«Voi credete nella magia, principe Alì?» chiese Aleksander guardandolo intensamente.

Malyen lo fissò un momento, poi rispose: «Sono entrato su un tappeto volante.»

In un battito d'ali, sulla sua spalla atterrò un uccello. Era Vasilka, più grande e meno sporca di quella mattina: il rosso delle sue piume era quasi abbagliante. Malyen la guardò e aggiunse: «E ho una fenice.»

«Ma davvero? Credevo le fenici fossero rare, e invece pensate, è già la seconda che vedo.»

Malyen sollevò le sopracciglia. «Ma davvero? Ne avete una anche voi?»

«Principe!» esclamò il re facendo voltare entrambi e fermando la risposta del consigliere. «Posso volare sul suo tappeto?»

«Ma certo, maestà.»

Il re saltò sul tappeto, che partì a razzo e iniziò a volare per la sala del trono. Malyen lo osservò senza commentare.

Finché non sentì una voce.

«Voi chi siete?»

Malyen si girò verso una porta sulla destra della stanza e rimase di sasso. Non aveva visto per intero la principessa Alina al loro primo incontro, e si rese conto in quel momento che era semplicemente incantevole. Il vestito che indossava la copriva per intero ed era del colore dei lapislazzuli, con ricami d'oro che probabilmente erano di oro vero. Si ritrovò a fissarlo per troppi secondi di fila.

Alla fine fece un rispettoso inchino, sforzandosi di distogliere lo sguardo. «Voi dovete essere la principessa Alina.»

«Lo sono, e voi?»

Si raddrizzò. «Sono il principe Alì Ivanovski.»

«Alì. Un nome insolito da queste parti.» osservò lei. «Da dove venite?»

«Ababwa.»

«Mai sentito.» intervenne Aleksander.

«È un regno lontano.» disse Malyen, spostando di nuovo il peso da un piede all'altro.

«E immagino siate qui per chiedere la mia mano.» parlò di nuovo la principessa.

La giovane sembrava contrariata. Malyen fece un cenno di assenso, facendo il possibile per guardarla in faccia. «Se voi vorrete.»

E allora la principessa sorrise.

«Alina! Guardami! Sono su un tappeto volante!» urlò il re da qualche parte sopra di loro, catturando di nuovo la loro attenzione.

Malyen si ritrovò a pensare che quell'uomo fosse un po' infantile. Fece il possibile per non far trasparire il dubbio dal suo volto, ma quando guardò Aleksander vide che lui non stava nascondendo affatto la sua espressione contrariata.

Poi la sua attenzione fu catturata da un movimento dalla stessa porta da cui era entrata la principessa e rimase nuovamente di sasso.

Era un cervo bianco con l'impalcatura di corna più grande che avesse mai visto. Era alta e ampia, e realizzò che le porte che aveva visto entrando erano così grandi per permettere a lui di muoversi liberamente.

«Principe Alì, vi presento Mor. È il mio cervo. È con me da quando sono bambina.» disse la principessa accarezzando la creatura. Andò dietro quest'ultima e tornò con del fieno tra le mani, poi lo guardò. «Vorreste darle da mangiare?»

Malyen prese il fieno tra le mani e guardò il cervo, poi chiese: «Non morde, vero?»

«Non è aggressivo, se è questo che intendete dire.»

Malyen annuì è si avvicinò, superando un sospettoso Aleksander. Mise le mani sotto la sua bocca e fu sollevato quando il cervo mangiò dalle sue mani senza tentare di azzannargli un dito.

«Posso accarezzarlo?» chiese guardando la principessa.

«Potete.»

E Malyen accarezzò quello splendido cervo bianco, ammaliato. Sentì le dita vibrare lievemente al contatto, un effetto che gli dava sempre anche toccare Vasilka. Quel cervo era magico.

Voleva chiederle qualcosa su quell'animale, ma sentiva lo sguardo del consigliere Aleksander su di sé, così tacque. Staccò la mano dal cervo e sorrise alla principessa. «È magnifico.»

Alina sorrideva a sua volta, poi si girò sentendo un urlo. Anche Malyen si voltò e vide il re seduto sulla testa di una statua, il tappeto incastrato sotto di sé che si dimenava.

«Mio signore, ma che state facendo?!» urlò Aleksander.

«Sono incastrato! Se tiro fuori il tappeto cado!»

In un'altra occasione Malyen avrebbe riso, ma si trattenne.

«Padre!» urlò Alina andando sotto la statua.

Malyen la raggiunse, così come Aleksander. Si tolse il mantello e lo tese al consigliere: «Potete tenermelo un momento?»

«Vi sembro un appendiabiti, principe?» sibilò il consigliere.

Malyen allora lo mollò a terra, poi mise le mani sulla statua e sul muro della nicchia in cui era e iniziò ad arrampicarsi.

Guarda che la mia magia non è un'assicurazione sulla vita, a meno che tu non lo richieda espressamente, ovvio.

Quasi perse la presa quando sentì la voce del genio nella sua testa.

Mi arrampico da sempre, non temere.

Arrivò in cima senza difficoltà. Si impuntò contro il muro e tese una mano al re. «Datemi la mano e mettete il piede sulla spalla della statua.»

Il re eseguì, liberando così il tappeto, che li aiutò a tornare a terra.

«Oh, la ringrazio principe. Resterete a cena, vero?» chiese il re affannato.

«Ma certo, volentieri.» rispose Malyen con un sorriso.

«Accompagnate il principe Alì e il suo seguito negli alloggi degli ospiti.» ordinò il re sorridendogli ancora. «E portate tutti quei libri nella mia biblioteca! Aumenteranno senza dubbio la nostra raccolta!»

Malyen se ne andò dalla sala del trono, realizzando che non aveva probabilmente conquistato la principessa ma sicuramente aveva conquistato il re.

Malyen e la Lampada Magica || Shadow and BoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora