Capitolo 19

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Malyen si sentiva insieme al settimo cielo e nel panico più totale.

Stava girando intorno nel salotto dei suoi alloggi con mille pensieri per la testa.

Volevano diventasse re. Il consigliere era fuggito. C’era lì un altro principe che ora lo avrebbe voluto morto. Volevano diventasse re. Il consigliere era fuggito e sicuramente avrebbe voluto la sua testa.

Volevano diventasse re.

«No, non ce la posso fare.» disse mettendosi le mani nei capelli corti.

Ma certo che ce la puoi fare, sciocchino.

La voce del genio risuonava nella sua mente. Era calda, serena.

«No invece, non ce la posso minimamente fare! Io… io sono solo un poveraccio di città! Non sono un principe! Non posso essere un re!»

Sentiva il panico montare dentro di lui. «Non so governare un paese, so solo raccontare bugie, e neanche tanto bene!»

Se te la fossi cavata così male non avresti conquistato la principessa o il re.

«Ma quello è stato merito tuo, del tappeto, io non ho fatto nulla! Senza di voi io non sono Alì, ma solo Malyen!» urlò Malyen. Esitò un momento, accorgendosi che era in ginocchio sul pavimento. Aveva gli occhi velati di lacrime.

«Non sono nessuno senza di voi.» aggiunse a piano.

Qualcuno si inginocchiò davanti a lui. Era Nikolai nella sua forma umana.

«Non è vero, e tu lo sai. Tu hai salvato il re dalla statua. Tu hai deciso di portare fuori la principessa. E tu puoi pure liberarmi, pensa un po’!»

Giusto. Aveva anche un terzo desiderio da esprimere, che aveva promesso a lui.

«Non posso sopravvivere come re senza di te. Non sono nemmeno un principe passabile senza il tuo aiuto. Voglio liberarti, te l’ho promesso, ma senza di te non sono nessuno. Non posso…»

Nikolai scomparve di colpo. Per un paio di secondi Malyen si chiese se l’avesse offeso, il che era abbastanza probabile, poi si mise in piedi e corse in camera.

C’era una creatura che correva sul suo pavimento. Una creatura che reggeva con una zampa la lampada.

«Ehi! Mollala!» urlò Malyen correndo verso di lei.

La creatura si arrampicò sul muro come un ragno, verso un angolo buio del soffitto. Malyen la vide e sgranò gli occhi quando il buio la avvolse, facendola sparire.

Merda.

Corse fuori dalla camera, cercando la sala del trono.

Peccato che non ricordasse la strada. Si guardò intorno con l’ansia che cresceva.

Corse verso una direzione e un’altra. Riuscì a raggiungere la stanza della principessa, e dentro trovò Mor.

«Ti prego, aiutami! Dov’è la sala del trono?! Siamo nei guai!» urlò Malyen. Non aveva visto neanche una guardia mentre correva, e quello era il peggiore segnale possibile.

Mor si alzò e Malyen si spostò per farlo uscire. Si mise a galoppare fuori di lì e Malyen gli stette dietro.

Quando raggiunsero la sala del trono però era troppo tardi.

«Genio, il mio primo desiderio. Desidero diventare re di Os Alta!»

E la voce di Nikolai rispose.

«Come desideri, padrone.»

Si sporse oltre la porta a guardare. La luce blu della magia del genio avvolse Aleksander, in piedi davanti al trono, e quando si dissipò l’uomo indossava un mantello nero decorato d’oro e una corona sul capo che brillava di luce propria.

«Molto bene. Ora sono io il re, come avrebbe dovuto essere da parecchio tempo, non credete?»

Solo allora Malyen si accorse che la sala del trono era incredibilmente affollata. C’era il re, Alina, ma anche tutte le guardie. Poteva vedere anche Vasily e il suo gruppo in fondo alla stanza.

«Ma che stai facendo, Aleksander?! Sei completamente impazzito?! Ti ordino di smetterla!» urlò il re.

«Lo ordini? E con quale autorità, ex sovrano? No, non credo la smetterò. Ho dovuto sopportare te e tua figlia per anche troppo tempo. È ora che siate voi ad inchinarvi a me.»

«Non ci inchineremo mai a te!» urlò Alina.

La frusta marina sulle spalle di Aleksander sibilò.

«Come volete. Non volete inchinarvi davanti al re? Bene, lo farete davanti allo stregone, allora.»

Si girò appena verso la sua direzione. Doveva esserci il genio lì.

«Genio, il mio secondo desiderio. Desidero diventare lo stregone più potente di tutto il mondo.»

«No!» urlò il re.

«Come desideri, padrone.»

La nube blu lo avvolse di nuovo. Malyen ne approfittò per cercare la lampada, che vide appoggiata sul trono.

Si girò verso Mor. «Portami all’entrata più vicina al trono possibile.»

Mor eseguì, facendogli percorrere un corridoio parallelo e facendolo sbucare dietro al trono. Poteva vedere Nikolai da lì, che fluttuava davanti a tutti.

Sentì Aleksander sospirare deliziato. «Così va meglio. E ora possiamo cominciare.»

Malyen e la Lampada Magica || Shadow and BoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora