Capitolo 12

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Mancavano appena due giorni al compleanno della principessa. Aleksander uscì dal laboratorio dopo una nottata in bianco, occupata a provare e riprovare l'incantesimo per il controllo mentale. Aveva preso una guardia per aiutarlo, tenendo sotto mano l'incantesimo per cancellare la memoria appena gli fosse riuscito.

Attraversò i corridoi controllati dalle guardie, tutte che evitarono accuratamente di osservare la sua faccia graffiata, e raggiunse la sala del trono.

Il re, nel suo mantello rosso e bianco decisamente troppo grande per un uomo tanto minuto, era seduto sul trono a fissare il vuoto.

«Mio signore, ho trovato la soluzione al vostro problema.» annunciò facendo il suo ingresso con il mantello nero che svolazzava dietro di lui.

«Hai trovato una soluzione al problema dei pretendenti?» chiese il re dopo un sobbalzo non molto celato. Aggrottò poi le sopracciglia e aggiunse: «Ma che ti è successo alla faccia?»

«Rusalye ha dei bei artiglietti, non trova anche lei? Per quanto riguarda i problema dei pretendenti, ebbene sì, ho una soluzione. Ho riletto la legge, quella originale messa per iscritto secoli fa. Come già sappiamo, viene detto che la principessa deve sposarsi entro i diciott'anni con un principe. Tuttavia, se entro tale giorno non avrà scelto il suo sposo, allora sarà il re a scegliere per lei. E qui viene il bello: non deve per forza essere un principe. Può essere chiunque voi vogliate.»

Il re lo guardò prendendo dalle sue labbra. Non aveva idea che se lo stava inventando, il che lo faceva innervosire: che razza di re era uno che non conosceva nemmeno le proprie leggi?

«Non me ne ha mai parlato nessuno di questo.» osservò il re.

«Che io sappia, non si è mai arrivati a tanto. La principessa ha sempre scelto entro i diciott'anni il suo principe… Difficile stabilire il motivo. Questa deve essere la prima volta che succede. Se entro dopodomani la principessa non sceglie il suo pretendente, lei dovrà scegliere qualcuno di adatto al compito, e io ritengo che la principessa dovrà sposare qualcuno che abbia davvero interesse nel regno… come il sottoscritto.»

Mise davanti a sé il suo bastone, appoggiandoci sopra entrambe le mani. Concentrò il suo potere in esso e disse: «Io sono perfetto come erede al trono, mio signore. Io merito di sposare la principessa Alina.»

Gli occhi del re, come quelli della guardia quella stessa notte, brillarono di rosso in accordo con gli occhi di rubino del suo bastone a forma di serpente. «Tu… meriti… di sposare… Alina…»

«Valgo molto più dei principi che sono venuti qui. A me interessa il regno. Nessuno sarà meglio di me. Io sono perfetto.» aggiunse. Se ne sarebbe convinto, così.

«A te interessa il regno. Sei perfetto.» ripeté il re.

Poi un suono di trombe distrasse entrambi, facendoli girare verso la porta d'ingresso. Aleksander si girò a guardare il re prima di scendere i gradini per il trono e andare alla finestra più vicina. Il re lo raggiunse poco dopo.

La via principale era visibile oltre le mura del castello e mostrava un piccolo corteo. Vedeva almeno tre o quattro uomini che suonavano le trombe e urlavano, anche se con le trombe sembrava quasi cantassero.

«Fate largo, gente! Fate largo al principe Alì!»

Una voce, più allegra, esclamò: «Ascoltate tutti! Suonate le campane, rullate i tamburi, è proprio lui, il principe Alì Ivanovski! Intelligente, seducente! È lui, è qui, in carne ed ossa!»

«Sembra stia arrivando un altro pretendente! Non si è fatto annunciare, ma che bello! Magari è la volta buona!» esclamò il re su di giri. «Così non dovremo ricorrere a rimedi estremi!»

«Fantastico.» disse senza entusiasmo Aleksander.

Il suo piano poteva andare in fumo, ma aveva sentito le parole di presentazione. Dubitava sarebbe andata diversamente di tutte le altre volte.

Non restava che sperare di non starsi sbagliando.

Malyen e la Lampada Magica || Shadow and BoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora