Capitolo 9

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Aleksander rientrò nel castello e nel suo laboratorio senza farsi vedere. Non ci teneva a far vedere a nessuno lo stato della sua faccia, coperta di artigliate di quella stramaledetta fenice.

Inoltre se avesse incontrato qualcuno lo avrebbe ucciso sul posto dalla rabbia e dalla frustrazione.

L'aveva vista. L'aveva toccata. Aveva avuto in mano la maledetta lampada.

E la fenice l'aveva presa e portata via. Si sentiva ribollire di rabbia.

Perché non aveva portato Rusalye con sé, diamine? Avrebbe potuto affrontare la fenice. Avrebbe ancora avuto la lampada.

Senza di quella non poteva prendere il trono come voleva.

Buttò su una sedia il cappotto che aveva indossato per il travestimento da vecchio e un fazzoletto ormai coperto di sangue. Maledetta fenice, se l'avesse ritrovata l'avrebbe spennata.

Non aveva incantesimi che potessero nascondere o guarire delle ferite così evidenti.

Fissò Rusalye, acciambellata sul tavolo. Le afferrò una zampa e misurò i suoi artigli a confronto con dei graffi che aveva su un braccio.

«Sarai la mia scusa per queste ferite. Sappilo.» disse fissando la frusta marina, che aprì a stento un occhio per far vedere che lo aveva sentito.

Ora che quel problema era risolto, doveva risolvere l'altro. Probabilmente la lampada era andata perduta, quindi come poteva diventare re ora, se non poteva usare il genio della lampada?

Si sedette sulla sedia con uno sbuffo e allungò una mano verso Rusalye per farle i grattini; non era certo la frusta marina sentisse qualcosa visto che le grattava le squame, ma non l'aveva mai vista sottrarsi al suo tocco, quindi non doveva dispiacerle.

Si mise a riflettere. Lui era solo il consigliere reale. Aveva più potere della principessa ma meno del re. Non poteva comunque prendersi il trono: se anche il re fosse morto, sarebbe stata la principessa a regnare. Suo marito, anzi.

Quindi doveva farsi lasciare il trono...

Oppure doveva diventare lui il marito.

«Non sono un principe come dice la legge... Ma dubito che qualcuno al di fuori di me conosca realmente ciò che dice la legge. Potrei modificarla a mio piacere.» mormorò.

"In caso la principessa non scelga un principe entro il giorno del suo diciottesimo compleanno, essa dovrà sposare il consigliere del re.". Suonava perfetto.

Osservò il bastone a forma di serpente che aveva appoggiato contro la scrivania. Da qualche parte aveva un incantesimo con cui ipnotizzare: poteva incanalarlo attraverso il bastone così che fosse meno evidente... e meglio far credere che fosse il bastone ad essere magico piuttosto che lui stesso.

Si alzò e guardò i fogli sparsi sulla scrivania, poi tirò su Rusalye e cercò sotto di lei, trovando subito ciò che cercava.

«Grazie di tenermi al caldo gli appunti.» mormorò prima di rimetterla giù e tirar via una boccetta che conteneva un liquido rosato. La frusta sibilò contrariata, ma Aleksander non la stette a sentire.

Il piano A era andato in fumo. Ora doveva preparare il B.

Malyen e la Lampada Magica || Shadow and BoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora