Capitolo 10

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Era ancora buio fuori dalla caverna. Buio e freddo. Malyen per poco non ebbe un mancamento a quel repentino sbalzo termico e si avvolse nel cappotto nonostante non facesse quasi differenza.

«Caspita, questo di certo non è il deserto che pensavo di trovare fuori!» esclamò il genio accanto a lui. «Un po’ freschino per i miei gusti.»

Schiccò le dita e davanti a loro apparve una tenda blu. Volò all’interno e Malyen lo seguì, con il tappeto e Vasilka alle calcagna.

La tenda era più grande di quel che pareva all’esterno, con un paio di sedie e un tavolo, e un trespolo che doveva essere per Vasilka. Non solo, quella tenda era anche calda. Non calda quanto la grotta, ma calda come dentro una casa con il camino acceso. Calda al punto giusto.

Malyen cadde su una delle due sedie e si tolse di nuovo il cappotto. La camicia al di sotto era di un bianco sporco e gli venne voglia di togliersi anche quella.

«Moooooolto meglio.» commentò soddisfatto il genio sedendosi a sua volta dall’altro lato di un tavolo. «Ora dimmi, quali sono i tuoi desideri?»

Malyen lo fissò con sguardo vacuo. Non lo sapeva di preciso, cosa voleva. «Non lo so?»

«Spizzica qualcosa del banchetto intanto. Anche tu, fenice. Meglio ragionare a stomaco pieno.» suggerì il genio. Sul tavolo in mezzo a loro apparve un’assurda quantità di cibo, dall’aria semplicemente deliziosa.

«Non è che è avvelenato e vuoi uccidermi, vero?» chiese Malyen.

«Se anche volessi non potrei, è la legge dei geni. Il padrone non si può uccidere a meno che non lo desideri lui stesso. E comunque, sembri simpatico, quindi perché dovrei ucciderti? Ora mangia.»

E Malyen si fiondò sul cibo, mangiando finché non fu pieno. Non ricordava nemmeno come fosse sentirsi “pieni” e fu splendido scoprirlo.

Anche Vasilka mangiò un sacco, e quando finì andò ad appollaiarsi sul trespolo, su cui chiuse poi gli occhi.

«Da quanto non toccavi cibo, Mal?» chiese curioso il genio.

«Troppo. Sai, io non posso permettermi banchetti. Non ho neanche una casa. Non ho niente tranne questi vestiti e Vasilka, in pratica.»

«Ti potrei dare tutto ciò che vuoi.» disse allargando le braccia il genio.

«Lo so, ma forse è per questo che non so di preciso cosa chiederti.» rispose Mal pensieroso. Guardò poi il genio e chiese: «Tu cosa desidereresti?»

Il genio per poco non fece cadere il calice che aveva in mano. Studiò un momento il ragazzo e disse: « Sai che nessuno me lo aveva mai chiesto prima d'ora? Anche se la risposta non è difficile. Vorrei la libertà.»

Malyen lo osservò stupito. «Sei prigioniero?»

«Secondo te mi diverto a dover esaudire i desideri delle persone che mi evocano? Sono costretto. Contratto da genio. Ho spettacolari poteri cosmici, ma posso usarli solo a comando, e dopo tre desideri torno nella lampada. E si ricomincia daccapo.» disse mostrando due bracciali dorati ai polsi. «Mi manca poter fare quel che mi pare.»

«Prima potevi?» chiese Malyen.

«Prima, e per prima intendo qualche millennio fa, io ero umano. Ho espresso il desiderio di essere l'essere più potente dell'universo, senza calcolare che gli esseri più potenti sono proprio i geni ed essere genio ha più contro che pro, ed eccomi qui. Per essere liberato dovrebbe essere il padrone ad esprimere il desiderio che io sia libero, ma in tutto questo tempo nessuno lo ha fatto. Alcuni hanno giurato, ma nessuno ha mantenuto la promessa. Il potere dei geni dà alla testa, lo so molto bene.»

Sorrideva mentre parlava, ma Malyen sentiva anche la tristezza a dire tutto quello. Quante volte era successo, e quante volte era tornato prigioniero della lampada?

«Come ti chiamavi da vivo?» chiese Malyen.

«Nikolai.» rispose il genio aggrottando le sopracciglia. «Wow, era da un po’ che non dicevo questa parola.»

«Esaudirò io il desiderio di liberarti, allora, Nikolai. Come terzo desiderio, probabilmente… credo sia un peccato sprecare gli altri due.» disse Malyen grattandosi la nuca.

«"Altri due"? Ci ho portati fuori di qui, quello già era uno, sai?» osservò divertito il genio.

«Ma io mica te l'ho chiesto. Hai deciso tu.» rispose Malyen confuso.

Il genio si accigliò, poi scoppiò a ridere.

«Verissimo! Volevo vedere se i gas avevano già fatto effetto. Beh, qualche giorno in più della mia prigionia non cambierà le cose, quindi non c’è problema.» disse allegro il genio. «Allora, hai qualche idea su cosa esprimere?»

Malyen fissò il soffitto della tenda. Poteva chiedere una casa, una vita agiata, la fine delle sue sofferenze. Ma forse poteva anche chiedere qualcosa di più azzardato. «Ci sarebbe una ragazza…»

«Niente innamoramenti, caro Mal.»

«Lo so, lo so. L’ho incontrata al mercato, si è fidata di me, ed è… è bellissima. Ma è la principessa del regno, e solo un principe può anche solo pensare di approcciarsi a lei.»

«Tu lo hai fatto.» osservò il genio.

«Beh, solo perché è uscita lei da palazzo. Normalmente non l’avrei nemmeno mai vista in faccia.»

Osservò il soffitto, poi si girò verso il genio. «Potresti trasformarmi in un principe?»

«Certo che potrei! » esclamò il genio mettendosi in piedi. «Vogliamo occuparcene subito?»

«Forse è meglio farlo domani quando è giorno.» considerò Malyen. Guardò la tenda e chiese: «È un problema per te tenerla così com’è mentre… mentre dormo?»

«Non lo è, per nulla.» esclamò il genio schioccando le dita. Un letto apparve dietro Malyen. «Potrei dormire un po’ anche io, o fare un giro fuori. Nessuno irromperà, quindi non temere.»

Il ragazzo si alzò e si buttò sul letto. Gli sembrò di sprofondare, disabituato com’era a dormire su un letto morbido.

Ma era un letto. Un letto vero. Se fosse stato un principe, non avrebbe certo potuto dormire su un pavimento.

Chiuse gli occhi e si addormentò.

Malyen e la Lampada Magica || Shadow and BoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora