Grazie agli appostamenti i ragazzi raccolsero molte informazioni interessanti sulla banda paurosa. Scoprirono che erano riusciti ad aprire il vecchio cancello del casolare e a sostituire il lucchetto originario con uno nuovo di zecca. Notarono che non salivano mai nell'appartamento al piano superiore, la cui porta di ingresso era tenuta sempre ben chiusa. Scoprirono, infine, che quando la sera tornavano alle loro case, liberavano nel cortile un animale minaccioso: Puzzola, il cane di Beppe il pazzo.
Quella bestia era nota per la sua ferocia, ma soprattutto per il cattivo odore che emanava; puzzava così tanto che se ne poteva avvertire il tanfo prima ancora di sentirlo abbaiare. Si trattava di un pastore tedesco di cinque anni coperto da un sudicio pelo, nero come un sacchetto d'immondizia. I suoi occhi brillavano in quel lerciume come stelle nefaste. Era un animale molto forte e Beppe, nonostante la sua stazza, quasi non riusciva a tenerlo quando puntava un gatto.
Tutte le sere lo portava nel cortile del casolare, gli riempiva una ciotola con acqua e un'altra con del cibo e lo lasciava scorrazzare libero fino al mattino, quando lo riportava via.
Quel pomeriggio, verso le cinque, accadde qualcosa di importante. Di vedetta dietro al solito cespuglio c'era Tommy che attendeva, annoiato, che il suo turno terminasse per poter tornare a casa. Mentre giocherellava con una coccinella, notò degli strani movimenti: qualcuno stava uscendo dal casolare. Si sporse dal cespuglio e riconobbe Beppe, che teneva il guinzaglio di Puzzola, ed Eduardo. Si allontanavano insieme ad altri ragazzi. Tommy sentì il cuore battergli all'impazzata: era il momento che stavano aspettando.
Nel frattempo Ettore, Andrea e Fabio avevano terminato di preparare la loro arma segreta: una poltiglia appiccicosa e maleodorante di colore grigio alla quale avevano dato il nome di papesce. La producevano raccogliendo in un secchio, colmo d'acqua, fogli di giornale ridotti in piccoli pezzetti ai quali poi aggiungevano abbondante colla di pesce e, come ingrediente segreto, un calzino sporco di Steve. Infine, questa miscela veniva mescolata e lasciata macerare al sole per qualche giorno.
L'avevano inventata per sostituire le tradizionali uova utilizzate nel giorno di Carnevale. La tradizione, infatti, esigeva che nella mattinata di quel giorno festoso, gruppi di ragazzi si affrontassero in strada in furiose battaglie, tirandosele sulla testa. Solo nel pomeriggio e dopo abbondanti shampoo, le uova venivano rimpiazzate da coriandoli, stelle filanti e mascherine.
Avevano già collaudato il papesce, con discreto successo, l'anno precedente in una scaramuccia con i ragazzi del rione Sud; adesso erano intenzionati a utilizzarlo contro la banda paurosa.
Andrea, impegnato a riempire un sacchetto di plastica, esibì un perfido sorriso. – Glielo schiatteremo in faccia e non ci sporcheremo nemmeno le mani.
Ettore, disgustato, allontanò il naso dal sacchetto. – Bleah. Non lo abbiamo fatto stare al sole abbastanza, ma già puzza da far schifo.
– Coraggio. – disse Fabio mentre gli porgeva un altro sacchetto. – Abbiamo quasi finito.
Intanto Tommy correva come non aveva mai fatto in vita sua, mulinando furiosamente le lunghe gambe. Dopo aver superato Becco D'aquila si infilò in un fitto canneto e, districandosi a fatica tra le piante, raggiunse un grosso secchio metallico nascosto tra le foglie. Raccolse due rami robusti che erano in terra accanto a esso e si fermò per tirare un profondo respiro. Sollevò le braccia e, con tutta la sua forza, percosse il fondo del secchio.
Andrea stava chiudendo l'ennesimo sacchetto quando udì il segnale. Dopo un rapido sguardo d'intesa con i compagni, lasciò cadere tutto e corse nel giardino adiacente al palazzo dove tirò fuori un vecchio pentolone metallico da un cartone. Fabio ed Ettore, che lo avevano seguito, gli passarono dei bastoncini di legno e Andrea li utilizzò per colpire ritmicamente il fondo del pentolone.

STAI LEGGENDO
La banda degli americani in pigiama
AdventureIn un sereno pomeriggio di inizio estate, Andrea e i suoi amici stanno giocando quando il pallone finisce casualmente nel cortile di un vecchio casolare abbandonato. La loro partita terminerà qui, ma inizierà un'avvincente avventura che li porterà a...