𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟷𝟾

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Le stelle

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Le stelle... Infiniti minuscoli puntini che illuminavano la notte oscura.
Tengono compagnia, riescono ad occupare il vuoto che si crea intorno alle persone sole.

E Katsuki, in quel momento, si sentiva terribilmente solo, in mezzo a quel nulla, in compagnia di solamente quelle piccole sfere luminose.

L'Alpha aveva avuto proprio ragione, in quella notte lui stava gelando.
Le fiamme del falò oramai avevano come rimasugli semplici tizzoni fumanti di legna raccolta in quello spiazzo di vita tra le dune. Ma lui osservava il cielo, non una nuvola sporcava quella vastità oscura, solamente quelle piccole stelle rendevano il tutto più bello.

Si era sempre rifiutato di studiare le costellazioni, sua madre gli aveva sempre detto che erano importanti, perché grazie ad esse ed al movimento del sole poteva capire che tempo del giorno fosse e la stagione.
Per non parlare dell'ambientarsi nel totale nulla...

Come aveva potuto notare, il deserto non aveva punti di riferimento, non c'erano strade che indicassero la via, no, assolutamente!
Ma le stelle, il sole... Sì, loro davano la giusta via.

Poi, a volte gli erano state raccontate delle bellissime leggende inerenti alle stelle, storie, racconti, qualcosa che andava oltre la realtà. Ma lui ci credeva sul serio, perché se le stelle esistevano, probabilmente anche le storie su di esse erano reali.

E chissà dove si trovava, in quel momento, nord, sud, est o ovest... Sapeva solo che era lontano da casa sua, legato ad un albero con l'aria fredda a fargli salire la pelle d'oca, ma non poteva farci nulla...

L'Alpha si era andato a riposare al di sotto degli spessi teli della tenda, l'Omega si era nascosta e coperta tra le rigogliose foglie delle palme più basse, coprendosi con coperte più calde per poter stare bene.
Era invidioso... Ma mai avrebbe ammesso di avere freddo.

"Fanculo...". Ringhiò, poggiando il capo alla corteccia e ricominciando a guardare in alto, immaginando tutto ciò che stesse avvenendo nel resto del mondo.

E se fosse stata una cavolata quella che avevano detto?
Un'improvvisata...

Magari nessuna guardia era in giro per quella desolazione in cerca del principe. La sua utilità era totalmente nulla.

Pensava a sua madre, lei era sempre stata lì, pronta ad appoggiarlo... Stava piangendo? Oppure aveva finalmente capito quale sollievo aveva portato la sua perdita...

"Pss...".

Nel buio delle piante, un rumore attirò l'attenzione dell'Omega, che ringhiò immediatamente senza pensarci troppo, rilasciando ad ondate l'odore piccante e prepotente.

I suoi occhi scrollavano nell'oscurità, in cerca di qualcosa, qualsiasi movimento, una foglia, un suono, qualsiasi, ma arrivò perfino a pensare di iniziare ad avere le illusioni.

Forse era così, erano le voci del deserto, parlavano della follia che portava, erano pochi i viaggiatori che riuscivano ad arrivare a destinazione con ancora del sale in testa.

AmalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora