𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟹𝟹

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Caldi respiri si scontravano, unendosi ed accompagnandosi in una lenta danza, fatta di aromi, di molecole, di richiami

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Caldi respiri si scontravano, unendosi ed accompagnandosi in una lenta danza, fatta di aromi, di molecole, di richiami. 
Le labbra si sfioravano, timide, arrugginite, gli archi di Cupido si accarezzavano, e ad ogni tocco appena accennato il respiro dell'Omega veniva trattenuto, quasi a fare male. 

Era terrorizzato, Katsuki aveva paura. Sentiva il calore avvolgente di Izuku sulla pelle, sentiva quell'aroma così caldo che sarebbe stato capace di farlo annaspare in cerca di un sorso di acqua, ma al tempo stesso avrebbe bevuto ogni singola goccia di lui fino a saziarsi totalmente.

"È tutto sbagliato...". Le palpebre di Izuku si chiusero, mentre la lingua uscì dalle sue labbra, delineando la bocca del principe, donandogli infiniti brividi che gli fecero drizzare tutti i peli in corpo, contraendo ogni muscolo.
Una leggera scia di saliva venne rilasciata su quei morbidi cuscinetti, e quando i suoi smeraldi sbucarono da sotto le tendine di ciglia, come la luna in una distesa di cielo ombrosa, trovarono due calde iridi rosse come le fiamme dell'inferno e una pupilla talmente dilatata da rendere il color cremisi un sottilissimo anello contornante il profondo nero.

Le dita dell'Omega, legate dalle catene ai polsi, si andarono ad aggrappare alla tunica verde dell'Alpha, che prese un profondo respiro, raccogliendo quel dolce aroma di zucchero... 
Uno sguardo, un respiro, una presa... 

Bastò un tremolio da parte di Katsuki, che sollevò appena il mento per avvicinarsi, così da far finalmente chiudere quello spazio vuoto.

Si incontrarono, labbra contro labbra, fatte di innocenza di due persone alle quali non apparteneva affatto. 
Eppure lì, in quel momento, con le braccia del verdino a stringere i fianchi dell'Omega, affondando le dita in quella carne che voleva a tutti i costi, quel gesto fu un esprimere di totale purezza.

Schiocchi umidi venivano rilasciati, in un totale imbarazzo di azioni portate da un Katsuki che non aveva la minima idea di dove poter mettere le mani e di come muoversi.
Mai una persona aveva incontrato le proprie labbra con le sue, i pochi baci ricevuti sulla fronte e sulle guance erano quelli di sua madre, e talvolta da suo padre... Ma mai altri avevano assaporato la sua bocca. 
Ed Izuku in quel momento, se la stava proprio godendo. 

Una mano forte andò dietro il suo collo, stringendo quelle ciocche bionde ribelli tra le dita e tenendolo ben saldo vicino a sé, non permettendogli di fuggire da quella presa, godendosi come ossigeno puro il respiro spezzato dell'altro.
Come poteva farne a meno, era impossibile. 

E con una stretta quasi dolorosa alla mandibola dell'Omega, lo obbligò ad aprire la bocca, permettendosi di separarsi per leggeri attimi da quelle fiamme ardenti che stavano bruciando ad ogni tocco.
Si godette quegli occhi fatti di fuoco liquido. Dentro quegli occhi c'era lava divampante, luminosa, talmente dolorosa da toccare ma bella da vedere... dannosa per ogni cosa incrociasse la sua strada, temibile... furiosa.

Non si trattenne, lo aveva fatto per troppo tempo, e per troppo tempo si era sentito legato a delle radici che avevano iniettato in lui un veleno repellente per qualsiasi tipologia di sentimento.
Ma le sentiva quelle morse che iniziavano ad allentarsi lasciando che il suo cuore potesse battere libero,  e quell'aroma si univa pacificamente a quello dolce e prepotente di Katsuki.

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