𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟺𝟼

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Lo aveva accompagnato sino al letto, dopo essersi fiondato sulle labbra dell'Omega

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Lo aveva accompagnato sino al letto, dopo essersi fiondato sulle labbra dell'Omega.

Labbra contro labbra in un qualcosa talmente carico di sentimento ed emozione che fece strabuzzare gli occhi a Katsuki, non permettendogli di capire cosa fare e come muoversi.

Le mani rimasero quasi sospese in aria, mentre tentò di seguire il passo di quelle labbra fameliche, così bramose di strappare ogni singolo respiro che usciva fuori.
Izuku mordeva, leccava, succhiava con prepotenza, caricando di emozioni il petto del principe, che nonostante la totale confusione, riuscì a tirare un timido sorriso sotto a quei baci così prepotenti.

Il verdino avvolse le dita attorno ai suoi polsi, e lo lasciò fare con naturalezza, lasciando che le portasse dietro al collo dandogli la possibilità di cominciare a muovere i primi timidi passi in un mondo tutto nuovo.
Ubbidientemente si strinse a lui, affondando le dita tra quei riccioli disordinati, mentre il suo corpo venne fanno piegare sotto a quello dell'Alpha fino ad arrivare a terra, sopra quella paglia.

E non si staccarono più, non ci riuscirono mai. Continuavano a rincorrersi, a graffiarsi tra loro, a farsi del male e del bene, come avevano sempre fatto nel momento in cui si erano ritrovati.

Quando Izuku si sfilò i veli che gli coprivano il torso, per poco Katsuki non ebbe un mancamento.
In quelle nuotate stravaganti fatte nelle oasi gli era capitato di vedere il suo corpo... ma in quel momento poteva assaporarlo per ciò che era.

Osservò i segni e le cicatrici di vecchie lotte, ustioni che oramai si erano aggrappate alla cute, rendendolo sempre più unico, e quasi aveva paura a toccarle per il terrore di poter rischiare di fare tornare a galla quei dolori.
Ogni efelide era una parte di lui, che disegnava una mappa di vita su di una tela perfetta.

Il verdino, con riluttanza e con tanto autocontrollo, riuscì a staccarsi da quelle labbra, mentre sbuffi rapidi lasciavano le proprie ed il cuore impennava ad ogni minimo tocco.

Quei due rubini esploravano il suo petto, osservando curiosi e bramosi il suo corpo, scendendo e risalendo in continuazione, come a studiarlo in ogni minimo particolare.

E cosa doveva fare, fermarlo? No. Era inesperto, e stava facendo uscire un lato di sé che non gli era mai stato concesso di vedere, un lato timido ed ingenuo, come un bambino di fronte ad una leccornia rara.

Come di fronte... al cioccolato.

L'Alpha, che nel frattempo tentava di mantenere il battito cardiaco controllato, cosa alquanto impossibile, avvolse con delicatezza le dita intorno al polso dell'Omega, e poggiò il palmo della sua mano sul proprio corpo, tenendola all'altezza del petto.

"Non avere timore...". Mormorò Izuku, ringhiando piano nel percepire la pressione di quella carezza accennata.

E così per Katsuki iniziò quella che fu una vera e propria esplorazione, sfiorò ogni centimetro, osservando la reazione del corpo.
Notò come i pettorali si contraessero quando la sua mano iniziò a muoversi, che poi divennero due, eseguendo movimento perfettamente specchiati.

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