Capitolo 5

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Rachele

Una volta arrivata a casa mi sono disfatta dei miei vestiti zuppi e sono corsa direttamente sotto la doccia, restando sotto il getto dell'acqua calda forse per buoni minuti, fino a quando non ho deciso di averne abbastanza e dopo essermi asciugata ho indossato una vecchia maglietta di papà per poi scendere al piano di sotto, preparandomi dei popcorn, prendendo posto sul divano, decidendo di guardare qualche film interessante ma visto che ormai è mezzanotte passata non ho trovato niente in televisione, nonostante ho girato tutti i canali televisivi.

<<Ma io dico, almeno un po' di fortuna ogni tanto, no?>> borbotto tra me e me decidendo in seguito di spegnere la televisione, intenta a dirigendomi nella mia amata stanza ma appena arrivo a metà scalinata mi blocco all'improvviso quando la casa resta completamente al buio.

<<No>> sussurro piano tra me e me restando immobile. Non avere paura, sussurra la mia vocina interiore quando il cuore inizia a scoppiare dentro il mio petto. Non succederà nulla, continua la mia coscienza a sussurrare, cercando forse di non farmi pensare a quella sera.

<<Andrà tutto bene>> sussurro nuovamente da sola, cercando forse di convincere me stessa di questo fatto mentre mentalmente impreco contro mia madre visto che gli ho detto tante, forse tantissime volte di chiamare qualcuno per dare un occhiata all'impianto elettrico visto che è più vecchio di me.

<<Non c'è l'uomo nero>> parlo nuovamente da sola mentre mi prendo di coraggio e corro verso la cucina, sbattendo qua e là visto che non c'è alcun filo di luce.

<<Forza, forza>> mormoro piano mentre cercando il cassetto delle posate, sperando di trovare quelle candele che la mamma usa sempre nei momenti del bisogno. Momenti come questi.

<<Si!>> urlo felice quando al tatto indovino sia l'accendino che le candele, accendendole il prima possibile e se prima sussultavo di gioia nel secondo a venire sussulto impaurita quando sento un forte boato che proviene da dentro casa.

<<Oddio!>> urlo impaurita quando risento un forte rumore e nonostante il cuore mi martella dentro il petto afferro una candela, dirigendomi verso la porta che porta alla lavanderia che c'è nel seminterrato visto che il rumore proviene da là dentro, così, senza pensarci due volte abbasso la maniglia, scendendo in seguito le scale.

<<C'è qualcuno?>> domando stupidamente mentre una risata isterica esce dalla mia bocca. Sicuramente che si fosse stato realmente qualcuno dentro casa non mi avrebbe dato neanche il tempo di muovermi che mi avrebbe puntato un coltello alla gola.

<<Mannaggia a te zio Dylan>> dico borbottando quando capisco di aver pensato in modo malsano. È colpa sua se la mia mente fa questi strani pensieri. Colpa sua e di tutti quei racconti paurosi che mi raccontava quando ero piccola all'insaputa della mamma, ma non all'insaputa di mio padre Caleb che lo picchiava ogni volta, ma puntualmente lo zio continuava con i suoi racconti.

Dovrà essere pronta a tutto.

Era questo che diceva ogni volta ma come sempre io non capivo il senso di quelle sue parole.

<<Nessun killer, e solo l'acqua>> dico sorridendo quando capisco che il tubo dell'acqua si è rotto, allagando il pavimento del seminterrato.

<<Ma certo, la disgrazia continua a perseguitarmi>> dico infastidita mentre decido di scendere, dirigendomi verso il tubo da dove fuoriesce un sacco di acqua, cercando di chiudere il rubinetto principale con una sola mano, senza rinunciare alla mia candela.

<<E dai, chiuditi>> parlo con il rubinetto che sembra non volersi proprio smuovere.

<<Merda>> impreco a voce alta quando quella stupida luce che faceva la candela si spegne, ed io mollo la presa sul rubinetto, correndo nuovamente al buio, inciampando nei scalini, cadendo, e nonostante sento un forte dolore alla gamba decido di alzarmi e correre finché non arrivo in cucina dove ancora c'è la luce della candele che prima ho acceso.

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