Rachele
Il nome di quel ragazzo risuona nella mia mente da questa mattina, da quando ho ricordato con esattezza cosa è successo quella sera. Fino ad ora la mia mente mi faceva vedere solo la faida avvenuta quella sera, proseguita da uno sparo e papà che ha cessato di respirare proprio davanti a me. Il resto però, quello che oggi ho ricordato forse era rimasto bloccato nella mia mente per via dello shock.
Come ho fatto a cancellare dalla mente un dettaglio così importante? O forse i dettagli sono più di uno. Da quando sono tornata nella baita con Thomas non sono più stata in grado di dire almeno una parola visto che le rotelle del mio cervello non hanno fatto altro che aggrovigliarsi per via delle innumerevoli supposizioni, o forse sono rimasta in silenzio per il semplice fatto che se dicessi a voce alta quello che penso mi prenderebbe per pazza.
Da quando papà è stato sparato fino all'arrivo dei soccorritori è passato poco tempo, così poco che se ci penso sembrava come se fossero in zona, o forse erano pronti a quello che dovevano fare.
Ricordo perfettamente come la mamma si mise a urlare, ancora prima che vedesse papà. Ricordo di come l'hanno fatto salire dentro l'ambulanza e un Miguel zoppicante si avvicinò a lei, passandole una siringa.
<<Cosa ci faceva lei lì?>> domando a bassa voce tra me e la mia mente. La mamma essendo un cardiochirurgo lavora in ospedale e non come soccorritore dell'ambulanza, a meno che...
<<No, non è possibile>> dico incredula quando un idea fin troppo strana si fa spazio fra i miei pensieri.
Lei era pronta a quello che stava per accadere, per questo era lì.
È possibile una cosa del genere? Dio, penso che impazzirò.
Sento la voce di Thomas chiamare interrottamente il mio nome ma io non riesco a parlare. L'idea che fosse tutto organizzato mi sta facendo impazzire se non frantumando. Che sia realmente così, o la mia mente mi gioca un brutto scherzo?
Penso e ripenso a tutti gli eventi di quella sera, ma anche del dopo, ripensando al fatto che il funerale di papà e avvento proprio il giorno dopo, fin troppo veloce, proprio come è avvenuto tutto quanto.
<<Cosa diavolo sta succedendo?>> domando in modo disperato mentre mi passo le mani nei capelli, tirandogli leggermente per la frustrazione. Troppi flashback e troppe supposizioni mi stanno facendo impazzire perché per quanto cerco di essere reazionale qualcosa mi dice che in questa situazione la razione non c'è mai stata.
<<Rachele!>> il timbro aspro di Thomas mi fa sussultare all'istante e quando sbatto le palpebre, cercando di focalizzare quello che accade intorno a me noto Thomas davvero turbano, se non spaventato.
<<Smettila di pensare, ti fai solo del male>> sussurra in seguito mentre passa la mano sul mio viso, asciugando quelle lacrime che non sapevo neanche di star versando.
<<Io, lui, papà...>> inizio a balbettare, fermandomi quando mi rendo conto che confessare a voce alta quella che la mente pensa fa dannatamente male. Se solo fosse vero penso che quel poco di bene che è rimasto in me andrebbe spezzato e non voglio questo. Non voglio odiare per essere stata mentita perché ho già provato sulla mia pelle il dolore e non voglio provare anche l'odio, la rabbia.
<<Lo so amore mio. Non sai quanto mi dispiace>> sussurra con la voce spezzata, facendomi accigliare all'istante.
<<Perché?>> domando solamente, incapace di dire altro, ma lui sembra capirmi ugualmente.
<<Perché ieri mi hanno chiesto di mentirmi ma non posso più farlo, per questo ho rubato da tua madre questa collana. Quando ieri te l'ha data non capivo perché questo semplice oggetto ti avesse scossa, ma poi l'ho capito quando ho ricordato della foto che mi avevi mandato quel giorno della collana che secondo te fosse più bella. In quel momento non capivo come lei faceva a sapere dell'esistenza di questa collana ma poi quando l'ho visto non potevo credere ai miei occhi. Lui era lì Rachele, e gli unici ad essere sorpresi eravamo noi. Io, i miei fratelli e Olivia, mentre tutti gli altri erano malinconici e con le lacrime agli occhi mentre ti guardavano ballare con...con tuo padre>>
La sua voce esce in un sussurrio ma alle mie orecchie è arrivata in un modo così forse ma soprattutto pungente che qualcosa dentro di me si spezza improvvisamente in mille pezzi. Gli occhi riprendono a versare infinite lacrime mentre l'ossigeno mi viene a mancare, smettendo persino di respirare. Le mani iniziano a tremare, sudando freddo mentre i battiti del mio cuore sembra come se avessero perso ritmo, cessando di battere, eppure sono ancora viva. Mi sento morire dentro eppure sono ancora all'impiedi.
"Un giorno quando il mondo crollerà e penserai di non farcela ricordati quanto sei forte. Solo così troverai la giusta forza per rialzarti"
Le parole che mio padre mi disse quella sera prima di chiudere gli occhi davanti a me improvvisamente mi tornano in mente, facendomi cessare all'istante dal piangere.
<<Mi hanno preso in giro, tutti quanti! Per anni sono rimasti in silenzio a guardare come il dolore mi distruggesse eppure non hanno fatto niente, se non mentirmi, ancora e ancora!>> urlo in modo disperato.
<<Anche tu lo sapevi? Per questo mi hai dato quella colla non è vero? Anche tu mi hai mentito Thomas?>> domando in modo rabbioso mentre lo guardo.
<<Se ti ho dato quella collana l'ho fatto proprio perché volevo che tu ricordassi per non mentirti Rachele. Come puoi pensare una cosa del genere?>>
<<Io non, io...non volevo Tommy, solo...>> inizio a balbettare in modo impacciato, scoppiando nuovamente a piangere ma in un modo così disumano.
<<Smettila di farti del male amore mio. Ti prego>> sento la voce di Thomas sussurrare mentre le sue braccia mi prendono di peso, stringendomi al suo petto.
<<Non so cosa è accaduto Rachele ma ieri sera lui era già lì al pub e quando l'ho visto avvicinarsi a te tuo madre e tuo zio mi hanno fermato, minacciandomi che ti avrebbero allontanata da me, per questo sono rimasto il silenzio in quel momento, aspettando con ardore che tu mi chiedessi di andare via per poterti portare via da loro. Non voglio giudicare nessuno Rachele, ma loro ti hanno fatto solo del male e non permetterò più una cosa del genere>>
******
La mini vacanza che Thomas aveva organizzato come sorpresa per il mio compleanno si è prolungata di qualche giorno, decidendo di restare qui con lui lontani da tutti, staccando persino i cellulari, evitando così di essere rintracciati. Scoprire che tutte quelle assurde idee che la mia mente aveva tirato fuori fossero vere mi hanno devastata, almeno inizialmente, perché il giorno dopo il dolore è stato sostituito da una forte rabbia, per questo ho pensato che sparire senza essere rintracciata fosse la miglior cosa da fare. Il mio comportamento potrebbe pure risultare infantile ma al momento non me la sento di affrontare la mia famiglia, ma soprattutto non ho la forza necessaria di guardare in faccia quel uomo che da piccola lo paragonavo ad un eroe.
<<Per me è morto quel giorno>> sussurro piano mentre decido di alzarmi dal letto. In questi giorni ho cercato di pensare di meno al dramma che fa parte di me, e ho provato a dedicarmi di più a Thomas, l'unico che giornalmente mi farmi stare bene ma soprattutto di rendermi felice.
Durante questi giorni abbiamo fatto la qualsiasi cosa insieme, persino cucinare, o almeno ci abbiamo provato visto che tra un cosa e l'altro siamo finiti con lanciarci addosso gli ingredienti, giocando come se fossimo due ragazzi. Però devo confessare che mi è piaciuto davvero tanto e per un po' sono stata accolta sola dalla serenità che solo lui sa trasmettermi. Per questo adesso nel silenzio più totale mi vesto, decidendo di andare a comprare la colazione per lui e fargliela trovare appena si sveglia.
Mi avvicino lentamente al letto, sfiorando lentamente le mie labbra con le sue per poi uscire fuori, proseguendo lungo il sentiero per arrivare al piccolo chioschetto che in questi giorni ci ha rifornito di ogni cosa di cui avevamo bisogno.
<<Quanto devi essere stupida per uscire da sola?>> alle mie orecchie arriva questa domanda ma non faccio in tempo a capire chi abbia parlato perché l'unica cosa che sento l'attimo dopo è un forte dolore alla testa, e poi...buoi.
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Infiltrata nel cuore
ChickLit"Penso che le persone che accettiamo intorno a noi contribuiscono a formarci come persona. A volte abbiamo la fortuna di incontrare persone dalle quali possiamo imparare molto ma siamo noi a decidere chi tenere nella nostra vita e chi lasciare andar...