Capitolo 21

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Thomas

Sentire quelle parole uscire dalla bocca di mio fratello Maison in qualche modo mi hanno fatto sentire sbagliato, rendendomi conto della poca importanza che ho dato in questi anni alla mia esistenza. All'età di sedici anni ero un adolescente e in quella fase facilmente ci si può smarrire, ed è ciò che è successo anche a me. Mi sono avventurato così tanto che la sensazione di pericolo, di adrenalina, era l'unica cosa che mi piaceva e l'unica cosa che mi faceva stare bene, almeno in quel determinato momento, perché poi, appena restavo da solo i ricordi ma soprattutto il dolore che la separazione da Rachele mi aveva provocato, puntualmente tornava, per questo poi mi lascio preda al dolore, decidendo di porre fine a quella mia sofferenza. Per questo qualche settimana fa girai a piede libero per le strade del quartiere Bobigny, sapendo di calpestare un territorio non mio. In quel momento volevo solo sparire dalla faccia della terra, per questo avevo permesso a Miguel di calpestarmi, ma poi una luce divina illuminò i miei pensieri offuscati e da allora tutto è cambiato. Anche quella mia stupida idea di sparire. La presenza di Rachele poco per volta stava risanando le mie più grandi paure e quando finalmente avevo deciso di porre nuovamente il mio cuore fra le sue mani lei si è tirata indietro, restando in silenzio, e per un attimo la mia mente si è offuscata, mentre il cuore si è frantumato, per questo sono corso via da lei, da quella sensazione di soffocamento che stavo iniziando a sentire nuovamente e che per poco non ha causato una disgrazia.

Penso che la paura, oltre che al dolore, sia l'impedimento più grande che si può scontrare nella vita. Quel sentimento si insinua dentro il cuore, avendo il potere di distruggerti lentamente, sempre e fino a quando siamo noi a permetterglielo, ed io non voglio più avere paura, per questo ho lasciato che quel muro che avevo innalzato crollasse, permettendo a Rachele di vedere le mie fragilità.

<<Sei tornata da me>> sussurro nuovamente mentre appoggio la forte sulla sua, respirando profondamente.

<<Era inevitabile Tommy. Tu sei sempre stato la mia metà>> ammette e la sincerità che trasmette attraverso il timbro della sua voce mi fa scoppiare il cuore di felicità.

<<Ridilo>> mormoro impaziente mentre un stupido sorriso mi sfugge ma questa volta non faccio niente per nasconderlo. Non avrebbe senso.

<<Ti sei fatto spazio nel mio cuore sin da quando eravamo bambini e adesso ho capito che sei tu la mia metà. Sei sempre stato tu nel mio cuore>> confessa con il sorriso sulle labbra ed io l'unica cosa che faccio è stringerla al mio petto, lasciando che senta il rumore del mio cuore mentre per la forte emozione gli occhi iniziano a pizzicarmi.

È sempre stata lei la persona che ha avuto la chiave del mio cuore.

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Per quanto ho preferito ma soprattutto insistito a restare in montagna i miei fratelli avevano deciso che la mia salute fosse più importante di qualsiasi divertimento, per questo mi hanno costretto a tornare a casa, portandomi direttamente all'ospedale per farmi visitare, e questa volta sul serio visto che questa mattina scappai subito dopo aver visto il dottore.

Le ultime ore le ho passate in ospedale dove i medici mi hanno sottoposto a vari controlli è questo perché Maison ha avuto la brillante idea di far sapere loro di aver sbattuto la testa però fortunatamente non ho niente e questo ha fatto calmare un po' i miei due fratelli ma adesso sembra come se non mi volessero più perdere d'occhio. Per questo adesso mi stanno seguendo.

<<Sali in macchina Thomas. E al quanto imbarazzante seguirti in questo modo>> borbotta Harry mentre continua a guidare vicino al marciapiede a passo di lumaca.

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