Rachele
Qualche ora prima
"<<Quanto ci vuole affinché si svegli?>>
<<E lo chiedi a me? Sei stato tu a colpirla! Sei un buono a nulla!>>
<<Mi hai detto di portarla qui a costo di trascinarla>>
<<Preferibilmente cosciente, idiota! Non mi assomigli affatto!>> delle voci ovattate arrivano alle mie orecchie in modo confusionale, o forse confusa mi sento per il dolore alla nuca che sto provando.
<<Forza piccola bastarda apri gli occhi!>> sento qualcuno urlare in modo aspro per poi sentire un colpo all'altezza dello stomaco. Un colpo che istintivamente non solo mi fa aprire gli occhi ma strappa dalla mia bocca un gemito di dolore.
<<Ciao piccola bastarda>> un uomo abbastanza avanzato di età si abbassa leggermente davanti a me, afferrando il mio mento con la sua mano in modo deciso, sollevando la mia testa ancora di più.
<<Chi sei?>> domando a bassa voce, strappando a questo signore una risata a dir poco malvagia.
<<L'incubo della tua famiglia. Strano che tu non mi conosca>>
<<L'incubo della mia famiglia?>> domando in modo confuso mentre cerco di liberarmi dalla sua presa ma essendo quasi senza forze non c'è la faccio. O forse è lui ad essere più forte di me visto che in un secondo molla la presa sul mento, stringendo le dita intorno al mio collo.
<<La tua famiglia mi ha distrutto, in particolar modo tua madre che mi ha mandato in prigione prima ancora che tu nascessi. È colpa sua se la mia vita è finta, così come è colpa sua se per anni ho dovuto nascondermi come un ratto, sperando che la polizia non mi trovasse, ma oggi tutto cambierà. Oggi è arrivato il momento di prendere la mia rivincita è quello che loro hanno fatto a me io farò a loro!>>
<<Io non capisco>> sussurro appena mentre appoggio le mani sulla sua, cercando di allontanarla dal mio collo.
<<Giocheremo un gioco Rachele. A proposito, lo sai che il nome che porti è quello della tua vera nonna? Quella che io ho ammazzato quando tua madre era una neonata?>> domanda ridacchiando mentre molla finalmente la presa, permettendomi finalmente di respirare in modo regolare.
<<Ma di cosa stai parlando?>>
<<Oh, vedo che tu non sai proprio niente della tua famiglia. Facciamo così, prima giochiamo e poi sarò lieto di raccontarti questa bellissima storia>>
<<Giocare? Tu sei pazzo!>> sbotto contro di lui mentre lentamente mi tiro su dal pavimento freddo, guardandomi istintivamente intorno, strabuzzando gli occhi quando a poca distanza da me vedo proprio Adrien, mentre inginocchiato guarda qualcuno disteso.
<<Hai visto cosa succede se rifiuti di giocare? Neanche lui ha voluto darmi ascolto e ha dovuto vedere come suo padre si è spento sotto il suo sguardo, proprio come è successo a te, più o meno>>
<<Cosa hai fatto?>> domando balbettando mentre sposto lo sguardo su questo signore.
<<L'ho sparto e farò altrettanto con sua madre se non accetterà di giocare per me. Infondo ti serve qualcuno per motivare la tua sparizione no?>> dice ridendo mentre si avvicina nuovamente a me, afferrandomi questa volta per un polso.
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Infiltrata nel cuore
ChickLit"Penso che le persone che accettiamo intorno a noi contribuiscono a formarci come persona. A volte abbiamo la fortuna di incontrare persone dalle quali possiamo imparare molto ma siamo noi a decidere chi tenere nella nostra vita e chi lasciare andar...