Capitolo 12

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Rachele

<<C'è la fai a scendere?>> domanda Thomas mentre Harry ferma la macchina davanti al vialetto di casa mia.

<<Vieni, ti aiuto io>> dice il mio gemello preferito mentre scende dalla macchina, aprendo in seguito lo sportello di dietro.

<<C'è la faccio>> rispondo mentre abbozzo un piccolo sorriso. Questo ragazzo da quando ha fatto ritorno nella mia vita non passa un secondo senza mostrarsi premuroso e gentile con me.

<<Non importa, vieni>> insiste mentre mi offre la sua mano, aiutandomi a scendere dalla macchina nel preciso istante in cui Thomas ci raggiunge.

<<Vieni, ti porto dentro>>

<<So camminare anche da sola. Mettimi subito giù!>> dico a voce alta quando quel troglodita mi prende nuovamente come se fossi un sacco di patate.

<<L'ultima volta che sei scesa dalla macchina ci mancava poco e cascavi giù>>

<<Ti ricordo che abito dall'altra parte del giardino>> puntualizzo quando manca poco per farmi entrare a casa sua.

<<Comunque, dovresti ringraziarmi per averti presa>>

<<Magari avrei preferito schiantarmi con la faccia a terra piuttosto che essere presa da te>> borbotto infastidita, sospirando in seguito solleva quando finalmente tocco il pavimento con i piedi. Odio questo suo modo di fare. Lo faceva anche quando eravamo piccoli. Era un modo suo per dirmi che non mi molla neanche quando siamo in disaccordo. Prima però aveva un senso visto che ci volevamo bene, ma adesso? So cosa esprimano i suoi occhi e non è affatto lo stesso sentimento che provava prima che io distruggessi ogni cosa.

<<Se non ti avessi presa sicuramente ti avresti procurata un'altra ferita e a te basta quella hai sulla forte>>

<<Quale ferita?>> domando confusa mentre mi passo le dita sulla fronte, sussultando leggermente per il dolore.

<<Non è niente di grave. Più che altro è un bernoccolo>> dice in seguito ridacchiando mentre fissa la mia fronte.

<<Hai del ghiaccio?>> domando mentre mi dirigo verso la cucina senza aspettare una vera risposta da parte sua. Nonostante negli ultimi quattro anni non sono più stata qui devo ammettere che questa casa è rimasta uguale, come se il tempo non fosse mai andato avanti.

<<Aspetta, ti aiuto>> lo sento parlare dietro di me mentre sento il rumore dei suoi passi seguirmi e una volta arrivati in cucina mi fa segno di prendere posto mentre lui prende uno strofinaccio per poi prendere del ghiaccio.

<<Le sedie le hanno inventate per far accomodare il tuo bel sedere>> dice con fare di rimprovero, terrorizzato più che altro. Ho sempre avuto la mania di sedermi sul ripiano della cucina, o forse, per me è diventata un abitudine perché seguivo la mamma sempre in cucina, osservandola mentre cucinava, ma all'età di undici anni mi ci sono arrampicata da sola, cadendo in seguito a terra, rompendomi il braccio destro, e dato che in quel momento mi trovavo a casa solo con Tommy, visto che la mamma era andata a fare la spesa, lui si spaventò così tanto che rimasse terrorizzato, o forse è stato per colpa mia che ho mosso il braccio, cercando di mettere al suo posto l'osso, e tutto questo per colpa di mia madre che mi ha insegnato troppe cose visto che ha seguito il suo sogno, diventando una dottoressa. Un cardiochirurgo per la precisione e questo suo sogno è nato per mia nonna Arizona ma è morto con mio padre Caleb.

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