14: The truth untold

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-Childe!- 

Zhongli aveva corso a perdifiato, per raggiungere l'altro ragazzo. 

Non era decisamente più abituato a dei movimenti così bruschi. Gli bruciavano i polmoni, e quando cercò di riprendere fiato, l'aria fresca della sera sembrò quasi fuoco, dentro di sé. Tuttavia, non si era pentito di quello scatto.

Non appena Childe se n'era andato lontano, i propri piedi si erano mossi in automatico.

Con la mente, Zhongli era tornato al giorno in cui avevano litigato sulla porta di casa, un anno prima. Mentre Childe, in lacrime, gli chiedeva spiegazioni, a lui non era rimasto altro da fare che andarsene.

Zhongli era fuggito senza dirgli la verità, piangendo a sua volta, ma restando irremovibile su quella scelta.

Era una scelta brutale, che avrebbe biasimato chiunque, ma era stato totalmente convinto, allora, di fare il bene dell'altro. Gli stava risparmiando un anno di sofferenza, a costo di farsi odiare, per quanto fosse difficile da comprendere.

Adesso, però, non era più sicuro di aver preso la decisione giusta, ormai. E poi, era stanco che si separassero.

Gli aveva promesso che, entro venti giorni, avrebbe avuto delle risposte e che gliele avrebbe comunicate. Non avrebbe mandato tutto in fumo a un passo dal risolvere.

Voleva godersi l'estate insieme a Childe. Voleva vivere al meglio quella inaspettata vacanza che li stava riavvicinando, le uscite con gli amici che rendevano tutto più leggero, con la foresta a fargli da contorno.

Non voleva più lacrime, non voleva neppure pietà da parte di Childe, o dagli altri. Voleva fare finta che fosse tutto a posto per almeno altri venti giorni, ma forse non era possibile.

Non quando la verità era già conosciuta da alcuni, e da altri no. Chi non la conosceva, come Childe, si sentiva escluso, meno importante.

Zhongli non sapeva ancora quanto gli avrebbe rivelato cosa fosse successo veramente, ma una cosa era di vitale importanza: fare sapere a Childe perché Diluc, Kaeya e Venti ne fossero al corrente, e lui no.

Quando Zhongli lo chiamò, Childe si voltò a guardarlo. La sua espressione era ancora turbata, ma anche accigliata. Una linea netta gli solcava la fronte, mentre i suoi passi fortunatamente rallentarono.

-Sì? Cercavi qualcosa? Prendo da bere e sono a posto.-,disse, con tono asciutto, come se non volesse lasciargli spazio per altre conversazioni. 

Zhongli era consapevole che era già tanto che Childe gli rivolgesse la parola, ma sentirlo usare dei toni così diffidenti, rispetto al resto del giorno, lo fece esitare. Temeva quasi si fare di peggio, insistendo a risolvere le cose in quel momento, ma non voleva neanche farlo sentire abbandonato.

Lo aveva seguito per dimostrargli di voler essere di nuovo sincero con lui, e di avere a cuore il suo malessere.

-Posso offrirti qualcosa e bere insieme a te? E ti dispiacerebbe, prima, parlare un attimo?-,domandò Zhongli, azzardando una richiesta. Era fondamentale che stessero da soli per un attimo, e più avrebbero continuato a rimandare quel discorso, peggio sarebbe stato.

Childe sembrò sorpreso, per un istante,prima di riscuotersi e annuire.

-Come vuoi. Non mi dispiace avere qualcosa gratis, ma sì, immagino che la tua conversazione sia meglio farla da sobri.-, mormorò Childe, abbozzando finalmente un sorriso, anche se sarcastico. Il suo tono non era di scherno, ma neanche carico di entusiasmo. 

Apparentemente a malavoglia, cambiò traiettoria rispetto al banchetto che vendeva le bevande, spostandosi in una zona del bosco meno affollata.

Zhongli notò subito che i loro amici, a distanza, erano presi a guardarli, così come altre persone che ballavano in giro per la festa. Tuttavia, non si lasciò fermare da quel dettaglio. Anche se gli dispiaceva di farli aspettare, sapeva che avrebbero capito le loro motivazioni: erano ormai consapevole di quanto la loro situazione necessitasse di chiarimenti. Li avrebbero raggiunti dopo.

Rain of Stone (Gossip In The Woods)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora