Capitolo 4 ~ Al momento

118 25 77
                                    

RATRI

"Soddisfatto, ora?"

Tremavo di rabbia, assai pronta a spaccargli il naso non appena mi avesse liberato i polsi. Una stupida parte di me protestò che era un peccato rovinare un viso tanto privo di difetti, dal punto di vista prettamente estetico. La schiaffeggiai internamente, ricordandole che quel bruto mi tratteneva di peso contro un prato sassoso, obbligandomi ad assecondarlo nella sua follia.

Però è un fichissimo vichingo con il corpo di un dio nordico e ha le labbra a portata di bacio, protestò la sciocca Ratri ormonale. Quella che sarebbe rimasta sedicenne a vita.

Ci ha appena stracciate nel corpo a corpo ed è un energumeno svitato, replicò piccata la Ratri sveglia e ferita nell'orgoglio, Senza contare che Lydia è ancora incastrata in macchina!

Ciò che il vichingo fece lasciò entrambe senza parole. Un lieve sorriso, differente dal ghigno supponente di poco prima, gli illuminò il viso e gli occhi chiari. Contemporaneamente, le nubi nel cielo si squarciarono, disperdendosi in un manto a pecorelle che rivelò la luna piena.

"Ma che..." mormorai, sentendomi improvvisamente esausta. Urgevano due chiacchiere urgenti con la nonna sul suo... erg... incantesimo. D'accordo una coincidenza, ma due!?

"Grazie, streghetta." sussurrò il vichingo... come aveva detto di chiamarsi? Sembrava visibilmente sollevato e il viso di lui aveva acquisito colore ove prima non ce n'era. Realizzai in ritardo che si era discostato da me. Senza distogliere il contatto visivo, mi liberò i polsi e mi porse una mano.

Lo ignorai, provando ad alzarmi da me, ma il mondo prese a girare come una trottola e le mie ginocchia cedettero. Di nuovo, lo sconosciuto scattò per afferrarmi, ma questa volta il contatto era gentile... protettivo, quasi.

"Sono desolato. Devi essere molto confusa, streghetta..."

"I-io..." balbettai. Era un modo di descrivere ciò che provavo, sì. "Perché mi chiami così?"

Non ero certa del perché mi importasse, e di certo non era la domanda più importante, ma le mie labbra avevano una volontà propria, quando ero stanca.

"É quello che sei, no?" Fu l'esitante risposta dello sconosciuto. Avrebbe detto altro, ma tutto a un tratto la sua espressione si raggelò.

Gli occhi scintillanti di lui si appannarono, velandosi di ghiaccio. Lo sconosciuto si assicurò che mi reggessi in piedi e si volse, correndo nella notte.

"Ehi!" Lo richiamai, ma, come mi ripresi dallo shock, un ultimo fulmine solitario colpì il luogo dove si trovava la sua sagoma, tanto vicino che i peli sulle mie braccia si rizzarono in piedi. Abbagliata, mi schermai gli occhi... E, come riuscii a fendere di nuovo l'oscurità, era scomparso nell'aria, pregna di ozono e dell'odore acre di bruciato.

Oh, mio Dio... Era... Era appena stato incenerito!? Quando era improbabile che due fulmini in una sera avessero colpito la stessa persona!? Pareva quasi che fosse corso lì apposta per farsi colpire...
Questi pensieri isterici e confusi si accalcavano nella mia mente sopraffatta.

D'accordo, ora stavo decisamente per svenire.
Registrai appena la portiera di Lydia che si apriva e le braccia di lei che mi prendevano al volo.

"Oh my god, Ratri! What the fuck happened!?" Strepitò "Are you ok!? Dov'è finito, che lo spacco di botte!?"
"Non ne ho idea." Mormorai, rispondendo onestamente a tutte e tre le domande.

* * *
~ HJÖRTUR ~

Sapevo che mi aspettava una punizione per quanto avevo appena fatto. La cosa non mi impediva di sorridere internamente mentre, a testa china, ascoltavo il rimprovero furibondo del padrone.

TENEBRIS - Il canto della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora