Cap. 13 Il dono

147 8 0
                                    

«Immagina di vedere in lontananza una casa su una collina. Un luogo dove sarai al sicuro per sentire la nostra pace, dove commetteremo i nostri errori. Se un giorno perderai quella strada sappi che lascerò la luce accesa

Ma perché Theo Raeken doveva essere sempre così confusionario?

A cosa si riferiva, a una sorta di invito per andare a vivere insieme? E se così fosse in campagna? E cosa significava perdere la strada? E la luce accesa? Cosa aveva fatto di male, Theo non poteva semplicemente dirgli il significato di quelle parole? E se invece non si riferiva a un bel niente di quello che aveva appena pensato? Dio che mal di testa.

Quella frase poteva avere diversi significati, letterario e metaforico. Se fosse il primo allora aveva risolto la prima parte dell'indovinello, doveva solo capire il significato della seconda parte; invece se fosse metaforico non ci sarebbe riuscito perché se avesse seguito il suo senso di "metaforico" allora Theo avrebbe dovuto aspettare cent'anni prima di una risposta.

Scusa Theo ma se ti sei scelto un imbecille come ragazzo non è colpa dell'imbecille.

Poco dopo un fruscio di voci lo riportarono alla realtà «Liam» lo chiamò qualcuno, scuotendogli la guancia. Era reale? Non riusciva a capirlo. Tutto quello che sentiva era la voce dentro la sua testa, che rimbombava come un eco. Poi sentì di nuovo quella voce dolce e sicura, e sentì anche quel tocco sui suoi capelli, facendogli aprire lentamente gli occhi.

All'inizio vide solo immagini sfocate, percependo un dolore lancinante alla testa. Sbatté un paio di volte le palpebre, permettendogli di mettere a fuoco Melissa che continuava a chiamarlo «Ciao tesoro» disse la donna accarezzandogli la guancia, sorridendogli. Si stropicciò gli occhi, sbadigliando mentre si stiracchiava, sentendo tutti le ossa che scrocchiavano, rendendosi conto che Melissa gli stava accarezzando il segno che aveva sulla guancia, fiero del fatto di essere riuscito a dormire per bene, anche con un piccolo aiuto.

«Pensavamo che non ti svegliassi più» ridacchiò Scott dall'altra parte della stanza, seduto sulla poltrona, posando sulla scrivania un libro. «Perché che ore sono?» sbadigliò il beta, sistemando meglio la testa nel cuscino «Le quattro» rispose Theo, che sono in quel momento si accorse che era sdraiato dietro di lui. Si mise seduto sul letto, mettendo le mani sul materasso come supporto per non ricadere all'indietro, per via di una fitta alla testa, che lo fece sussultare.

«Come ti senti?» gli chiese Melissa accarezzandogli la caviglia, nascosta sotto la coperta «Mi fa male la testa, ma a parte questo sto bene>> rispose Liam guardandola negli occhi «è normale stai tranquillo» lo rassicurò Scott sedendosi sul bordo del letto «Sai non mi è mai capitato di avere nella testa due persone» ridacchiò il beta, buttandosi su Theo che nel frattempo si era seduto dietro di lui, appoggiando la testa nella spalla della chimera «E poi può essere l'effetto della luna piena» aggiunse Theo con voce leggermente preoccupata. «è stasera!?» disse di fretta Liam, con una sorta di domanda che uscì come un'affermazione, sentendo già il panico dentro di lui «Si è stasera, ma la supererai senza alcun problema, ne sono certo» gli disse Scott accennandogli un sorriso sicuro, ormai si fidava di lui, non poteva deluderlo.

E se avesse perso il controllo?

«Ti va di scendere? Con il branco dobbiamo parlare degli ultimi aggiornamenti» lo risvegliò Theo dai suoi pensieri «Si si voi andate io vi raggiungo, vado un attimo in bagno» rispose Liam girandosi per guardare negli occhi Theo, che lo guardava come se dovesse capire se fosse una bugia o meno. «Ok va bene» disse allora la chimera lasciandogli un leggero bacio sulle labbra, mentre si alzava e usciva dalla stanza, seguito da Scott e anche da Melissa, che non sembrava del tutto convinta dall'idea di lasciarlo da solo e infatti si fermò sullo stirpe della porta, guardandolo con uno sguardo preoccupato «Tranquilla sto bene, cinque minuti e scendo» la rassicurò Liam, camminando verso di lei, avvolgendola nelle braccia, felice di sentire Melissa che ricambiava «Ok va bene» parlò la donna, baciandogli la fronte prima di lasciarlo andare. Capendo che voleva solo stare da solo.

My Savior - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora