Cap. 11 Angeli e baci

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Liam si svegliò in un letto enorme ed era sicurissimo del fatto che il suo letto non era così grande. Aprì gli occhi e al posto di vedere le solite pareti blu e azzurre, vide delle pareti nere e grigie, con una finestra affacciata sul balcone, dove il sole entrava illuminando in parte la stanza. Si mise seduto e si stropicciò gli occhi, approfittandone per guardarsi in giro.

Il letto a due chiazze sfatto, su cui non si ricordava di essersi addormentato, i cuscini sparsi su tutto, alcuni anche a terra. Sulle pareti cupe c'erano un paio di poster, con immagini scure, magari di film horror o di arte gotica.

Di fianco al letto c'era un comodino con sopra un libro chiuso, dove si intravedeva il segnalibro, il suo telefono, attaccato alla presa. Sul lato opposto della camera, c'era una scrivania di legno, avvolta da fogli sparsi, con scritte e scarabocchi. Sul bordo c'era una lambada a forma di luna e un computer portatile chiuso. Di fianco c'era un armadio a sei ante, che sembrava fatto di legno antico.

Poi di fianco alla finestra, c'era una libreria enorme, piena di libri e soprattutto tanta ma tanta musica, in uno di quei ripiani c'era un piccolo stereo, su cui sono appoggiati numerosi vinili e CD.

In fin dei conti non era male, ma una cosa: come aveva fatto ad addormentarsi in un letto non suo? E poi come ci era finito in quella casa? E poi successivamente in quella stanza? Ma la risposta a queste domande era facile. Era stato rapito dal mostro sotto il letto e questa era la sua tana e ora lui doveva uscire, affrontando diverse trappole, misteri e indovinelli e...

«Sei sveglio» una voce lo portò alla realtà e non alla sua folle fantasia, che peggiorava di anno in anno. Spostò gli occhi sulla voce e vide Theo, appoggiato allo stirpe della porta, che lo guardava con aria divertita. Era nella stanza del suo ragazzo? E poi perché era così impanicato? Dopotutto doveva vederla prima o poi, ma non così risvegliandosi sul suo letto, senza ricordarsi nemmeno quando e come si era addormentato. Stava impazzendo ne era certo.

Theo ridacchiò, mentre si avvicinava, sedendosi sul letto di fronte a Liam ancora scettico di tutto. «Piccolo mi stai fissando come se non fossi reale» rise la chimera, lasciandogli un leggero bacio sulla fronte e poi sulle labbra. E poi sentì l'esatto istante in cui Theo, gli passò una mano dietro la schiena per tirarselo addosso, sdraiandosi sul letto, avvolgendolo con entrambe le braccia, facendogli i grattini su tutta la schiena.

«Come ti senti?» gli chiese poco dopo guardandolo con occhi preoccupati, mentre Liam corrugava la fronte, cercando di capire cosa gli fosse successo. Era stato male? Non se lo ricordava. Sapeva solo che la sua testa in quel momento aveva deciso di pulsare in un modo incredibile, facendogli mettere subito le mani sulle tempie cercando di affievolire il dolore. Non si accorse nemmeno che Theo gli mise una mano sul fianco, tirandoselo vicino, per poi sdraiarsi insieme nel letto. Poco dopo sentì il dolore calmarsi, permettendogli di aprire gli occhi per vedere le vene spesse di Theo che gli toglievano il dolore.

«Che mi è successo?» disse con voce stanca Liam, mettendo la sua testa nell'incavo del collo della chimera, richiudendo gli occhi «Piccolo che cosa ti ricordi?» gli chiese soltanto Theo, continuando a far vagare le sue mani su tutta la sua spina dorsale, facendogli venire i brividi.

Cosa si ricordava...che erano alla clinica di sicuro, si ricordava del disegno del serpente che aveva dato a Scott, delle domande che gli avevano fatto e poi...parve pensarsi un po'...poi Melissa lo aveva portato fuori dalla stanza, cercando di calmarlo, ma non ricordava di certo di essere stato male «Eravamo alla clinica, io rispondevo alle domande sugli incubi e poi che ero uscito con Melissa» rispose Liam, mordicchiandosi un labbro, rimanendo nella stessa posizione.

«Poi piccolo, quando sei uscito dalla stanza con Melissa, Scott ci ha spiegato una specie di piano sia per i cacciatori, sia per il serpente. Io a quest'ora dovrei essere in biblioteca con Mason e Corey e invece sono qui a coccolarti» parlò Theo, tirandolo un po' più su, in modo da poterlo guardare negli occhi.

My Savior - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora