Cap. 28 La lotta

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Theo sapeva che la Camber stava attaccando con una strategia precisa. Quello che si aspettava non sarebbe stato semplicemente uno scontro fisico. La Camber voleva minare la solidarietà psicologica del loro branco: voleva abbatterne l'anima e spegnerne definitivamente il cuore.

Conosceva le loro sensibilità e i loro punti deboli, stava mettendo in campo tutto quanto più orribile e mostruoso la sua intelligenza perversa era riuscita a originare. Ardeva dal desiderio di veder impallidire Beacon Hills davanti al flagello che avevano portato con i cacciatori, arsi dalla sua stessa sete di vendetta.

La macchina della Camber continuava a correre a tutta velocità per la strada, ma per quanto possa sembrare incredibile quella macchina a un certo punto si bloccò, e Scott fu più che pronto a premere il piede sul freno, riuscendo a non urtare l'auto della donna.

Ma improvvisamente l'auto di fronte a loro scomparve nel nulla. Il branco si guardò confuso e poi, al posto dell'auto, apparve la stessa creatura che avevano visto nella casa, ma più grande, più tenebrosa che mai.

La luce della luna rifletteva sugli occhi viola brillanti della creatura, dandole un aspetto ancora più terribile. E rimase lì immobile, fissa su di loro, come se stesse giocando, attendendo una loro mossa.

Ma Theo, in tutto quel trambusto, si accorse di qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene: la mano della creatura era chiusa e dentro c'era qualcosa di familiare.

Si concentrò meglio e intravide una ciocca di capelli marroncini, che aveva toccato, accarezzato e baciato tantissime volte. La creatura aprì la mano e Theo trattenne a stento un grido di terrore: Liam era lì.

Era lì a torso nudo, solo con un paio di pantaloncini, cereo come un fantasma, con vene scure che risaltavano la sua pelle diafana. Ma la cosa più assurda era che nel petto, aveva un cerchio nero concentrico perfetto, esattamente sopra il cuore.

Sembrava morto.

E poi la creatura si girò sui talloni e iniziò a correre per la strada, sparendo nel nulla, lasciandoli fermi. Immobili.

La chimera, dopo aver visto l'immagine inerte del corpo del suo piccolo beta, sentì qualcosa nel suo cuore rompersi, forse l'anima che si stava sgretolando in mille pezzi, ma qualunque cosa fosse sapeva solo che faceva un male cane.

Le risate gioiose, gli sguardi complici, i semplici baci e il primo "Ti amo" gli risuonavano nei pensieri come melodie familiari. E si perse per un tempo indefinito in quei ricordi, che si dispiegavano come pagine di un libro, le dormite, le promesse sussurrate nel cuore nella notte...tutti quei ricordi che gli fecero capire che non era riuscito a salvare il suo lupetto.

«Liam» disse soltanto, lasciando che la parole echeggiavano nel vuoto, mentre il suo cuore si stringeva sempre di più. Sentì le lacrime scendere silenziose sulle sue guance, il groppo in gola lo faticava a emettere un solo fiato.

Per un attimo, tutto sembrò fermarsi attorno a lui. Non riusciva a percepire la voce di Malia, di Scott e di Melissa che parlavano freneticamente tra di loro, per lui divennero solo ombre sfocate. Il rumore del clacson della jeep di Stiles dietro di loro si trasformò in un sordo ronzio, e il freddo pungente dell'aria gli penetrò nell'anima, toccandolo nel profondo.

E poi la sentì. Sentì la rabbia crescere dentro di lui, come un fulmine scagliato a ciel sereno. La Camber gli aveva portato via il suo unico amore, il suo tutto!

Non poteva permettere che ciò restasse impunito.

Doveva fare qualcosa.

E poi come se fosse in trance, aprì la portiera posteriore dell'auto, lasciando alle sue spalle la voce di Melissa che lo chiamava a squarciagola, supplicandolo di tornare indietro. Ma non poteva fermarsi, dentro di lui sentiva una fiamma divorante che lo stava prosciugando.

My Savior - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora