Cap. 24 Legame raro

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Non ricordava niente.

Non ricordava se si fosse addormentato o svenuto, sapeva solo che si era risvegliato in un letto, solo con un materasso logoro, sconosciuto, bagnato sudore, con l'odore nauseabondo del vomito, che gli penetrava le narici.

Strizzò gli occhi e provò ad alzarsi, ma un dolore acuto alla testo lo fece sdraiare di nuovo, era come se la sua testa fosse strattonata da mille spilli.

Cosa gli stava succedendo?

Si prese la testa tra le mani e si rannicchiò su se stesso, sperando di trovare sollievo, ma tutto quello che sentì fu un fischio che gli perforava le orecchie, facendogli aumentare il dolore alla testa.

Dopo un tempo indefinito, Liam provò a riaprire gli occhi, solo per osservare, con quel poco, quello che vedeva, cioè una stanza illuminata da una luce fioca. <<Theo>> sussurrò debolmente, la vice rimbombò nelle pareti dalla stanza silenziosa, facendogli aumentare il dolore alla testa.

Il suo cuore iniziò a battere forte mentre cercava disperatamente di ricordare cosa fosse successo e come fosse finito in quella stanza. La sua mente era un groviglio di confusione e il dolore acuto persisteva.

E poi gli ritornò tutto in mente.

La sua fuga.

La lettera.

Si sollevò con sforzo, mettendosi seduto con le gambe penzolanti fuori dal materasso. Si passò le mani sul viso, nella speranza che con quel gesto potesse aiutarlo a riacquistare un po' di chiarezza. Scoprì che indossava gli stessi vestiti, ma il abbigliamento era scompigliato e sporco di qualcosa di viscido.

Iniziò a guardarsi intorno nel tentativo di trovare una via di fuga. Ma le pareti erano lisce e priva di finestre, mentre l'unica via d'uscita era: una porta di ferro blindata.

Riuscendo a mettersi in piedi, Liam si avvicinò con passo incerto alla porta, sperando con tutto il cuore di essere tornato indietro nel tempo, di non aver fatto quella scelta e che dietro quella porta ci fosse Theo pronto a prenderlo tra le braccia, tenendolo stretto e sussurrandogli nell'orecchio che non lo odiava.

Afferrò la maniglia gelida e la girò.

La porta era aperta.

Sapeva bene che questi non erano gli accordi che aveva deciso con suo padre, il piano era di aiutarlo a distruggere la creatura che viveva dentro di lui e in segreto, nel suo piccolo piano, riuscire ad uccidere la camber e far imprigionare suo padre per sempre.

Doveva solo essere sicuro che quello che aveva pensato e scritto avrebbe funzionato. Doveva solo aspettare la risposta.

Liam restò stupito nel vedere un lungo corridoio illuminato da una luce fioca. Le pareti erano coperte da una carta da parati scolorita e sporca, gli oggetti erano coperti di polvere e l'atmosfera era cupa. Stringendo i denti, Liam si avventurò nel corridoio, lottando con ogni passo che faceva per non crollare.

Mentre procedeva, le sue orecchie iniziarono ad avvertire un suono misterioso: un sussurro flebile che sembrava provenire da ogni angolo. Anche se le parole erano incomprensibili, Liam poteva percepire un'aura sinistra e spaventosa.

Poi vide una luce provenire da una stanza poco distante. Si avvicinò cautamente, ma l'emicrania si intensificò ulteriormente. Gli sembrava che la sua testa fosse sul punto di esplodere. Raggiunta la porta, si fece forza per aprire la porta, rivelando un'orripilante scena al suo interno.

La stanza era piena di sfere luminose, che fluttuavano nell'aria come spettri. Sulle pareti, dei dipinti che sembravano raffigurare i suoi incubi più profondi si muovevano come in una danza inquietante. Liam rimase paralizzato dalla paura, incapace di muoversi o di allontanarsi da quella visione surreale.

My Savior - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora