07. AKI

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Da quella notte, senza neanche rendersene conto, Aki aveva iniziato a prestare attenzione. A riscuotersi dai suoi pensieri ogni qualvolta un suo familiare nominava Viola, e ad ascoltare sul serio le telefonate di suo fratello Mika quando questo gli raccontava di aver passato del tempo con la ragazza.

Iniziò a collezionare informazioni, piccoli dettagli e sfumature. Non si fece mai domande, registrava e riponeva il ricordo in un cassetto che sapeva non avrebbe dovuto aprire.

E così scoprì che le piacevano i film della vecchia Hollywood e che durante il secondo lockdown aveva fatto una maratona di Hitchcock coinvolgendo Isla e Mika, nonostante l'ultimo non avesse particolarmente apprezzato e avesse schiacciato un pisolino in più di un'occasione. Okay questo scopre un omicidio, ma è legale passare tutto il giorno a spiare i vicini con un binocolo? Io non credo.

Dalle parole preoccupate di sua madre Susanna apprese di come Viola avesse continuato a perdere peso in quella prima primavera dopo la perdita di sua madre Alessandra. Sabato non ha neanche toccato il gelato al cioccolato e rum per cui ho spedito appositamente tuo padre fino a Villa Borghese. Niente, neanche un cucchiaino ne ha voluto assaggiare! Una volta dovevamo sottrarle la vaschetta per fare in modo che ci fosse qualcosa anche per noi...

In quei primi mesi del 2020, dopo quell'ultima notte trascorsa insieme, dopo la sua partenza, dopo la morte di Alessandra, non si erano più visti. Prima per scelta, poi obbligati dai divieti internazionali a restare ognuno a casa propria. Aki aveva trascorso i mesi di lockdown segregato nel suo piccolo appartamento, a guardare la neve sciogliersi fuori dalla finestra mano a mano che la primavera si faceva più avanzata e ogni giorno il sole restava nel cielo un poco di più. 

Aveva rifiutato l'invito dei nonni paterni a raggiungerli, si era sentito meschino nel farlo, e sapeva di aver ferito anche suo padre con quella decisione, ma come sempre aveva fatto quello che sapeva essere giusto per lui. La prima settimana sarebbe stata divertente, la seconda i nonni avrebbero iniziato a chiedergli se c'era qualcosa che non andava, entro il primo mese si sarebbero resi conto di che lunatico fosse il loro secondo nipote e avrebbero telefonato preoccupati ad Elias.

Un giorno, al telefono con Isla, la sorella buttò lì una frase che gli si incise a fuoco nella corteccia temporale. È terribile, Viola è diventata la versione ancora più lugubre di te. La catalogò come una delle solite iperboli usate a sproposito dalla ragazza, grande amante delle esagerazioni e dei melodrammi. Quando persino Niko, il più razionale e brillante tra loro, si dichiarò sconvolto dallo stato catatonico in cui versava Viola, Aki iniziò seriamente a preoccuparsi e il cassetto, rimasto ben sigillato fino a quel momento, esplose riversando il suo contenuto confusamente e riempiendo vorticosamente la sua testa.

Finalmente a fine luglio riuscì a rientrare in Italia e raggiunse la sua famiglia a Fregene, dove la vide per la prima volta in sette mesi.

Era sempre uguale: piccola, dolce, e con gli occhi nerissimi. Eppure, non sembrava neanche lei. Se ne stava vestita da testa a piedi seduta sotto all'ombrellone insieme a Susanna. Le braccia erano coperte da una camicia stropicciata, ma le gambe erano parzialmente scoperte, magre e pallide come non erano mai state. Sembrava una di quelle fanciulle emaciate e perennemente malaticce che, come ultima spiaggia, venivano portate ai bagni termali nella Germania dell'800. Quando lo vide non batté ciglio, continuando imperterrita a giocherellare con i fili penzolanti dall'orlo del suo asciugamano.

In autunno Mika gli raccontò per filo e per segno di come fosse riuscito a convincere Viola ad accompagnarlo a Firenze e di come, per un attimo, fosse sembrato di nuovo di avere accanto la vera lei, entusiasta davanti al David, decisa a girare sempre a piedi, affamata davanti ad un piatto di pici al ragù. Ed Aki per una volta aveva ascoltato tutto, ritrovandosi inconsapevolmente un sorriso sulle labbra alla fine della chiamata. E quando poco dopo il cellulare era vibrato ancora e aveva trovato una foto di Mika e Viola in cima al campanile di Giotto a fissarlo dallo schermo, l'aveva scaricata e salvata nella galleria. Viola sembrava ancora magra e vagamente convalescente, ma perlomeno, avvolta tra le braccia di Mika, rivolgeva un timido sorriso all'obiettivo. Si era tagliata i capelli, notò Aki. 

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