EPILOGO 1: MIKA

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Primavera 2023 - Roma


A volte, aprire gli occhi, ritrovare il corpo caldo di Pietro steso accanto al proprio, e sentirsi nuovamente travolgere tutto d'un colpo dalla consapevolezza di quanto lo amasse, ancora lo lasciava senza fiato.

Ogni pigra mattina condivisa tra le lenzuola macchiate di sole gli sembrava la risposta a tutte le preghiere espresse silenziosamente in tutti quegli anni di solitudine. A volte aveva quasi paura di essere troppo. Troppo assillante, troppo presente, troppo innamorato. Quando lo aveva confessato a Pietro lui aveva riso e gli aveva detto forse la cosa più vulnerabile e cruda che gli avesse mai sentito pronunciare.

Non desidero altro che essere troppo amato.

E Mika si era reso conto per l'ennesima volta di quanto fosse stato destino che loro due si incontrassero. Pietro così affamato di un affetto a cui neanche sapeva dare nome, e Mika cresciuto così avvolto di affetto da averlo assorbito tutto, fatto proprio, moltiplicato e ora pronto a donarlo a sua volta.

«Hai finito?», Pietro interruppe il suo flusso di pensieri, spingendo indietro la coperta e stropicciandosi un occhio. 

Indossava una vecchia t-shirt di Mika, lo aveva fatto per la prima volta mesi prima e da allora avevano deciso di mantenere l'abitudine. Pietro era ben contento di dover fare meno lavatrici e poter approfittare delle magliette sempre profumate e perfettamente stirate da Carmen.

Mika gli lanciò un'occhiataccia offesa. «Non stavi dormendo?»

«Stavo. Quando rimugini su qualcosa non stai mai fermo con le gambe», sospirò Pietro allungandosi per posargli una mano sulla coscia e bloccarla contro il materasso.

Per l'ennesima volta Mika si sorprese di come in così poco tempo Pietro avesse afferrato e registrato mille dettagli che lo riguardavano. Si ricordava sempre di comprare dell'acqua minerale in bottiglia quando lo invitava da lui, gli faceva trovare ghiaccio e arnica ogni volta che tornava da una partita, gli lasciava sempre il lato destro di letto e divano dovunque fossero.

Parzialmente distratto dalla mano sulla coscia e dall'adorabile visione dei capelli spettinati di Pietro, Mika non si accorse di come l'altro si fosse messo a sedere contro la testata del letto e avesse inforcato gli occhiali per fissarlo con più attenzione. «Che ti succede?»

Per essersi sempre dichiarato poco empatico Pietro era diventato bravissimo a decifrare ogni minimo cambiamento nell'aria solitamente serena ed allegra che circondava Mika. Lo sentiva nell'aria, come l'odore di un temporale in arrivo, e spesso ne era consapevole ancora prima di Mika stesso. 

Questa volta però non ci furono avvisaglie, la tempesta arrivò senza che nessuno dei due avesse avuto il tempo per equipaggiarsi per essa. «Vuoi venire a vivere qui?»

Per un attimo regnò il silenzio, cristallizzato ed immobile, mentre gli occhi di Pietro si spalancavano impercettibilmente dietro le lenti degli occhiali. Poi rilasciò un mugolio quasi agonizzante, prima di lasciarsi scivolare giù dai cuscini fino a scomparire sotto le lenzuola.

Mika non si lasciò scoraggiare da quella premessa tutt'altro che promettente. In dodici mesi aveva capito benissimo a quanto Pietro piacesse sgusciare via, solo per poter essere rincorso, messo in un angolo, e convinto con pazienza e persistenza a cambiare idea. Essendo uno sportivo di professione, la passione per le sfide e la costanza erano due cose che di sicuro a Mika non mancavano.

Lo raggiunse sotto le coperte, dove il caldo aveva appannato leggermente le lenti degli occhiali di Pietro, che però ostinatamente se ne stava immobile in quella bolla di tepore opprimente ed elusività.

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